L’integrazione efficace dei nuovi dipendenti è un aspetto cruciale per garantire il successo e la produttività a lungo termine di un’organizzazione.

Numerosi studi affermano, infatti, che alla gestione ottimale del processo di inserimento dei nuovi assunti nella cultura organizzativa corrisponda una maggiore possibilità che questi rimangano in azienda per più di tre anni. Questo costituisce un enorme vantaggio per le aziende, che vedono così ripagati i propri sforzi in termini di ricerca e selezione dei talenti.

Per questo motivo, il processo di onboarding svolge un ruolo fondamentale nel consentire ai nuovi assunti di adattarsi rapidamente alla cultura aziendale, comprendere i loro ruoli e responsabilità e stabilire relazioni significative con i colleghi. Il termine “onboarding” sta ad indicare il processo di inserimento aziendale dei nuovi assunti, fino a renderli completamente autonomi sul lavoro.

In questo articolo, esploreremo cinque strategie da implementare durante l’onboarding dei nuovi dipendenti per ottimizzare al meglio questo processo.

1. Sviluppare un percorso di onboarding customizzato

Se è vero che ogni nuovo membro del team porta con sé una serie di esigenze diverse in base al suo ruolo e alle sue competenze, non possiamo pensare che un piano di onboarding standardizzato possa andare bene per tutti. Di fondamentale importanza risulta quindi la personalizzazione del percorso, basato sulle effettive e reali necessità del nuovo assunto, per offrire una formazione personalizzata, che copra sia le competenze tecniche specifiche del lavoro che i processi aziendali, e aiutare il dipendente a sentirsi preparato ed efficace sin dall’inizio.

Potrebbe risultare vantaggioso includere anche una valutazione delle soft skill, se non è stata già condotta durante il processo di selezione. Attraverso questa analisi, è possibile identificare sia i punti di forza che le aree di miglioramento del nuovo dipendente, agevolando così la definizione di un percorso di crescita su misura e un piano di formazione appositamente disegnato per il suo sviluppo.

2. Assegnare dei mentori

Per rendere l’esperienza di onboarding più piacevole e significativa, può essere utile assegnare dei mentori o dei referenti ai nuovi assunti. Questo fa sì che si crei un solido rapporto di fiducia tra mentore e nuovo dipendente, che vede nel mentore assegnato un punto di riferimento per ogni suo dubbio o incertezza.

Spesso, il ruolo di mentore viene assegnato ai top managerdell’organizzazione, per una serie di ragioni legate all’anzianità di servizio,e alla conoscenza approfondita della realtà aziendale e delle dinamiche interne all’organizzazione. Al mentore è generalmente affidata la gestione di un tour dell’ufficio, le presentazioni ai vari team e una panoramica dei valori e degli obiettivi dell’azienda. Questo contribuisce a creare un ambiente accogliente e favorevole per il nuovo arrivato, in cui si senta accolto e supportato sin dalle prime fasi del suo percorso in azienda.

3. Feedback e valutazioni regolari

Il periodo di onboarding è cruciale per il nuovo dipendente per comprendere appieno le aspettative sul suo ruolo e per migliorare le sue performance lavorative. Per questo, la creazione di un sistema in cui i nuovi assunti ricevono feedback regolari sul loro rendimento può aiutare a guidarli nella giusta direzione e a correggere eventuali lacune.

Fissare dunque colloqui sistematici tra mentore/responsabile e nuovo assunto aiuterà il dipendente, in questa fase di assestamento, a prendere pieno possesso del suo ruolo e a mettere in azione le proprie competenze. Questo dimostra al nuovo arrivato che l’azienda è realmente investita nel suo sviluppo professionale. Inoltre, tenere traccia dei progressi del nuovo dipendente nel corso del tempo può aiutare a valutare l’efficacia del processo di onboarding e, se necessario, apportare modifiche per migliorare l’esperienza di inserimento.

4. Estendere l’onboarding con la formazione continua

Come procedere una volta terminato il periodo di onboarding? Quello che è certo è che non ci si può fermare a quella fase. Per renderlo davvero efficace il processo di onboarding deve essere seguito da iniziative di formazione continua on the job.

Programmare regolarmente sessioni formative, momenti di crescita professionale e incontri di monitoraggio può supportare la crescita dei collaboratori e mantenere costante il loro grado di coinvolgimento e motivazione.

5. Implementare l’automazione nel processo di onboarding

L’integrazione di automatismi e tecnologie all’avanguardia può facilitare il processo di onboarding, con conseguente riduzione del carico amministrativo e incremento dell’efficienza.

Sfruttando piattaforme digitali, come quelle relative alla valutazione delle competenze e alla formazione, l’azienda ha la possibilità di rendere automatizzate diverse fasi dell’onboarding, rendendo autonomo fin da subito il nuovo assunto nella fase di autoapprendimento. Questo contribuisce a limitare i tempi di apprendimento e a incrementare la produttività, conseguendo un’elevata ottimizzazione dell’intera procedura.

Esistono poi anche approcci mirati, comprese soluzioni tecnologiche di Gestione del Capitale Umano (HCM), che possono velocizzare questo processo di inserimento, consentendo al nuovo dipendente di raggiungere l’efficienza lavorativa in un lasso di tempo più breve e con minori difficoltà. Attraverso l’adozione di un processo strutturato e focalizzato, l’azienda mette a disposizione del neoassunto tutte le informazioni necessarie per integrarsi rapidamente nel team e nell’ambiente aziendale.


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