Negli ultimi anni, insieme al processo di digitalizzazione, le imprese sono entrate in contatto con tanti concetti totalmente nuovi, i quali stanno entrando, seppure a fatica, nel sapere comune.

Tra questi c’è sicuramente il concetto di marca temporale, ovvero della speciale procedura informatica relativa all’emissione di documenti informatici e di fatture elettroniche.

Come si può capire già dal nome, l’obiettivo della marca temporale è quello di certificare in modo oggettivo che uno specifico documento digitale sia stato creato in una data e in un’ora certe. Ma cos’è nel concreto una marca temporale e come funziona?

Marca temporale: una definizione

È possibile definire la marca temporale come una procedura informatica che ha lo scopo di attribuire a un documento digitale un riferimento temporale assolutamente certo, e quindi opponibile a terzi, così come delineato dall’articolo 20, comma 3 Codice dell’Amministrazione Digitale Dlgs 82/2005.

Nel concreto, la marcatura temporale si traduce in una sequenza di caratteri: attraverso questo processo informatico, infatti, si crea quella che viene definita come un’impronta digitale hash. Ma in base a cosa viene creata questa impronta?

Il tutto viene ricavato da un algoritmo, che elabora una sequenza di caratteri in base al contenuto effettivo del documento: se il suo contenuto viene cambiato anche in parte minima, muta di conseguenza anche il valore assunto dall’hash.

Lo stesso accade anche per quanto riguarda il riferimento temporale dell’hash. Si capisce quindi che la marca temporale che ne risulta permette di identificare in modo univoco un documento specifico e il momento esatto in cui è stato creato nella sua forma finale.

Si potrebbe dunque dire, semplificando il tutto, che una marcatura temporale ha il compito di congelare nel tempo una firma digitale posta su un documento informatico, permettendo per esempio di attestare il momento di apposizione della firma anche nel caso in cui il certificato della suddetta firma dovesse successivamente scadere (ed è proprio per questo motivo che un documento provvisto di firma digitale e marca temporale ha valore probatorio).

Va però aggiunto che, come sottolineato nell’ordinanza n. 4251/2019 della Cassazione, «il servizio di marcatura temporale, peraltro, può essere utilizzato anche su file non firmati digitalmente, parimenti garantendone una collocazione temporale certa e legalmente valida».

La marcatura temporale e la fattura elettronica

Perché il processo di marcatura temporale viene associato alla fattura elettronica? Semplice: la marca temporale ha lo scopo di dimostrare che quel documento digitale è stato creato in una determinata forma in uno specifico momento: se dunque la firma digitale sulla fattura elettronica ha il compito di assicurare l’identità della persona che ha emesso il documento, la marca temporale ne certifica data e orario.

Solo sistemi di marcatura temporale offerti da certificatori autorizzati

La creazione di marchi temporali è un servizio che può essere offerto solamente dai Certificatori Accreditati. Zucchetti, in quanto Time Stamp Authority certificata in ambito eIDAS, il nuovo regolamento europeo sui servizi di Digital Trust, offre un servizio di marcatura temporale valido non solo in Italia, ma anche in tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea.