I professionisti italiani si muovono – quasi – all’unisono verso la digitalizzazione. A confermarlo ci sono i dati dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, i quali ci dicono che durante il 2017 i commercialisti, i consulenti del lavoro e gli avvocati del nostro Paese hanno investito in tutto 1.172 milioni di euro proprio in digitalizzazione, segnando un aumento del 2,6% rispetto al 2016.

I professionisti italiani approdano con decisione sul cloud

Software per la gestione buste paga in cloud, applicativi per la fatturazione elettronica, software per le videoconferenze e per le firme digitali: sono tantissimi i nuovi strumenti digitali che hanno attratto i professionisti italiani, sia per adempiere a degli obblighi normativi che per innovare migliorare i propri processi lavorativi. L’indagine del Politecnico di Milano ci dice che ad oggi più dell’80% degli studi italiani può fare affidamento su un archivio che, almeno parzialmente, è digitale.

Quasi la metà degli studi, inoltre, è sul cloud. Nello specifico, il 20% di essi si appoggia su sistemi completamente o quasi sul cloud, il 26% è in parte sulla nuvola e il 27% dichiara di puntare al passaggio sul cloud nei prossimi mesi. Solo il 19% degli studi, invece, non è interessato, mentre il 7% degli intervistati non è informato su software paghe cloud e altre tecnologie relative alla nuvola informatica.

Gli investimenti del 2018

Gli investimenti nel digitale sono ovviamente ben lontani dal dirsi conclusi. Se infatti il 38% degli intervistati si è dichiarato pronto per il futuro, il 60% è convinto che le tecnologie a propria disposizione non siano sufficientemente avanzate in vista dei prossimi anni. Rimane da parte, invece, una minoranza silenziosa e cocciuta, quel 2% che ha dichiarato di non aver investito in tecnologia in tutto il 2017.

Analizzando questi dati, l’Osservatorio ha stimato un’ulteriore crescita degli investimenti in ambito digital per gli studi italiani: per il 2018 si parla infatti di un balzo del 3,8%. A spingere queste spese hi-tech sono gli obblighi normativi (per oltre la metà delle aziende) ma anche la continua ricerca di maggiore efficienza.

I vantaggi della gestione elettronica documentale

Oltre le buste paga in cloud

L’effettiva competitività degli studi – anche e soprattutto di quelli piccoli – sembra dunque sempre più legata alla loro capacità di snellire la gestione documentale, abbattendo i tempi e i costi, per potersi così dedicare totalmente alla consulenza e all’offerta di servizi di qualità al cliente.

Gli archivi digitali, i software paghe online, i timesheet condivisi e gli altri strumenti tipici della dematerializzazione possono dunque fare la differenza: non a caso l’Osservatorio ICT & Professionisti del Politecnico di Milano ha dichiarato che le aziende che si appoggiano a delle soluzioni innovative di Gestione elettronica documentale (GED) possono risparmiare fino al 25% del proprio tempo.

Non va del resto dimenticato il fatto che i documenti relativi ai dipendenti vanno conservati fino al loro pensionamento. Questo significa dunque avere a che fare con enormi quantità di documenti tra permessi, corrispondenze interne, cedolini, malattie, informative e via dicendo: snellire tutti i processi associati alla gestione documentale, con preziosi tool basati sul cloud come i più moderni software paghe e contributi, è dunque cruciale.