La Legge di Bilancio 2020 ha modificato in modo importante il meccanismo delle agevolazioni alle imprese.

Alle passate misure di iperammortamento sui beni materiali e di superammortamento sui beni immateriali è infatti subentrato il credito d’imposta, un incentivo di natura differente.

L’obiettivo, in ogni caso, è sempre quello di incentivare lo sviluppo delle strutture produttive ubicate nel territorio italiano, agevolando l’acquisto di nuovi beni strumentali, sia materiali che immateriali.

Il credito d’imposta, nello specifico, entra quindi in gioco:

  • per i beni materiali definiti “ordinari” e quindi non 4.0, che nelle leggi precedenti erano oggetto di superammortamento;
  • per i beni materiali 4.0, precedentemente iperammortizzabili;
  • infine, per i beni immateriali 4.0, i quali fino all’anno scorso risultavano iperammortizzabili solamente per le imprese che avevano richiesto l’iperammortamento anche sui beni materiali 4.0.

Sta proprio qui una delle novità più importanti della Legge di Bilancio 2020: l’agevolazione di un bene immateriale 4.0 non è più infatti legata all’acquisto di un bene materiale. Ecco dunque che, secondo le norme vigenti, possono usufruire del credito d’imposta anche tutte quelle aziende che acquistano esclusivamente dei software o dei servizi.

Credito d’imposta: termini e agevolazioni

Il credito d’imposta è pensato per tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, a prescindere da forma giuridica, dimensione e settore, tranne che per le imprese in stato di liquidazione o di fallimento.

Potranno usufruire di questa agevolazione le imprese che effettueranno gli investimenti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020 come previsto dalla legge, con la possibilità di portare a compimento l’acquisto entro il 20 giugno 2021, a patto che entro la fine del 2020 l’ordine risulti accettato e sia stato pagato almeno il 20% del totale.

Per quanto riguarda le agevolazioni specifiche, il credito d’imposta ammonta al 6% del costo – con un costo massimo ammissibile di 2 milioni di euro – per i beni materiali ordinari.

Per i beni materiali 4.0 si parla invece di un credito d’imposta del 40% del costo per investimenti uguali o inferiori ai 2,5 milioni di euro; oltre questa cifra viene riconosciuto il 20% del costo, fino a un limite massimo di 10 milioni di euro.

Infine, per quanto riguarda i beni immateriali e quindi servizi e software, il credito d’imposta riconosciuto è del 15% del costo, fino a un limite massimo ammissibile pari a 700.000 euro.

I software Zucchetti agevolabili con il credito d’imposta

Zucchetti, da anni al fianco delle imprese italiane che intraprendono il processo di digitalizzazione, ha sottoposto già da tempo le proprie principali soluzioni tecnologiche a certificazione.

Questo significa che i software proposti sono dichiarati conformi nell’ambito delle misure e degli incentivi del Piano Industria 4.0.

L’elenco delle soluzioni Zucchetti agevolabili con il credito d’imposta è quindi molto lungo, ed è composto, tra le altre, da:

  • le principali soluzioni gestionali ERP, senza dimenticare gli strumenti di Business Intelligence;
  • la soluzione gestionale Traxal, sviluppata per migliorare la gestione della produzione nel settore alimentare;
  • la soluzione ZEnergy per il risparmio energetico, nonché la soluzione ZMaintenance, per la gestione delle attività manutentive;
  • i sistemi per il monitoraggio e per la protezione dell’infrastruttura di rete;
  • le soluzioni hardware per il controllo degli accessi e per la rilevazione delle presenze , classificate come beni strumentali ordinari.