L’emergenza Coronavirus, tra le altre cose, ha ribadito – nel caso ce ne fosse bisogno – la massima importanza dei DPI (dispositivi di protezione individuale) nel tutelare la sicurezza dei lavoratori.

Al primo posto, in questo periodo, si situano ovviamente le mascherine, seguite da tutti gli altri DPI obbligatori per gli operatori sanitari che in queste drammatiche settimane si trovano a lavorare in situazioni di rischio, e quindi guanti, camici e occhiali.

Va del resto sottolineato che, a partire dal “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” i protocolli di sicurezza anticontagio riguardano tutte le realtà aziendali che, durante l’emergenza Coronavirus, hanno continuato e continuano a esercitare la loro attività.

Si parla quindi delle aziende che operano nel settore sanitario e che quindi avevano già valutato nel proprio DVR il rischio biologico, ma anche delle aziende esterne a questo settore, e che quindi non hanno considerato questo tipo di rischio.

In questo caso non è prevista una rielaborazione della valutazione del rischio, quanto invece la creazione di uno specifico Protocollo di sicurezza anti-contagio coerente con il DVR dell’azienda (così come previsto dal DPCM 11 marzo 2020).

Nel Decreto viene peraltro sottolineato, sempre per quanto riguarda i DPI, che sono considerate come tali anche le mascherine chirurgiche reperibili in commercio, disciplinate dall’articolo 34 del DL del 02/03/2020 n.9 e che, vista la scarsità di mascherine attualmente disponibili, possono essere utilizzati anche dei dispositivi non provvisti del marchio CE (se positivamente valutati dall’Istituto Superiore di Sanità).

Gli obblighi del datore di lavoro in fatto di DPI

Ancor di più in questo periodo delicato vale dunque la pena ricordare alcuni obblighi fondamentali del datore di lavoro in fatto di sicurezza.

Bisogna sottolineare prima di tutto che egli non può delegare a nessuno la valutazione di tutti i rischi presenti, con la conseguente elaborazione del DVR. Allo stesso modo, il datore di lavoro non può delegare nemmeno la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi.

Ed è sempre lui ad avere la responsabilità di identificare i necessari DPI da distribuire ai collaboratori, in base ai rischi precedentemente valutati e alle distinte mansioni, per poi assumersi in un secondo momento anche la responsabilità di verificarne l’effettivo utilizzo da parte del lavoratore.

Il ruolo del software per la gestione della sicurezza

Non ci sono dubbi: i dispositivi di protezione personale costituiscono la prima e insostituibile tutela per la salute dei lavoratori.

É dunque essenziale che le aziende scelgano di volta in volta i giusti DPI, per poi monitorarne utilizzo ed efficacia, nonché la conformità in base alle leggi vigenti, tutt’altro che statiche nel tempo.

In soccorso dei datori di lavoro arrivano in tal senso le migliori soluzioni software per la sicurezza: Safety Solution di Zucchetti è integrabile con i dispositivi di controllo accessi basati su tecnologia RFID, che consentono il monitoraggio costante dell’effettivo utilizzo dei DPI, comunicando parallelamente ai lavoratori la necessità di specifici dispositivi di protezione all’ingresso di determinate zone dell’azienda.