L’incendio di dicembre 2023 all’ospedale di Tivoli pone grandi riflessioni.

La norma è cambiata nel 2021 e, dopo una serie di proroghe, si consolida come una misura importante e moderna per assicurare un adeguato livello di sicurezza per gli immobili e i lavoratori. La corretta gestione della sicurezza antincendio, operata all’interno di un vero e proprio sistema di gestione, diventa strategica per tutte le organizzazioni e Tivoli lo dimostra con le carenze evidenziabili.

Sistema di gestione della sicurezza antincendio: era necessario un nuovo modello?

Negli ultimi anni abbiamo ben capito che i sistemi di gestione rappresentano un valido metodo per garantite un livello di sicurezza prefissato, attraverso la rigida regolamentazione di una serie di fattori che portano obbligatoriamente a risultati certi e condivisibili. Una moderna attività industriale al giorno d’oggi è caratterizzata da grandi complessità.

La gestione dell’antincendio, presuppone una gestione rigorosa, che possa tenere conto dei numerosi fattori degli immobili (strutture, impianti, vincoli, situazioni confinanti ecc.), ma anche delle scelte progettuali e impiantistiche operate per adeguare il tutto.

Il cuore del sistema in questo caso è rappresentato dal cosiddetto “progetto antincendio” che viene realizzato per adempiere agli obblighi cogenti e viene approvato (o meno) dal comando locale dei Vigli del Fuoco. Una volta approvato e realizzato quanto previsto dal progetto che costituisce parte integrante del Certificato Prevenzione Incendi, è necessario pensare a un sistema che controlli, e mantenga nel tempo un livello di sicurezza adeguato a prevenire gli incendi.

In pratica mantenere costanti le garanzie date dal progetto approvato in sede istruttoria dai VVF. Il sistema di gestione della sicurezza antincendio (GSA) è quindi la classica misura di carattere organizzativo e gestionale che riesce a garantire nel tempo che tutte le operazioni di monitoraggio, verifica, manutenzione, siano mantenute attive per tutto l’esercizio dell’attività.

Il risultato è palese: vi sono maggiori garanzie che in caso di emergenza tutte le protezioni (attive e passive) pensate a progetto funzionino correttamente e limitino/estinguano l’incendio. Il sistema di gestione assolve poi a un altro importante aspetto, spesso molto sottovalutato. La copertura assicurativa antincendio non copre le organizzazioni che non possono dimostrare, carte alla mano, una corretta GSA.

Applicazione della sicurezza antincendio e GSA: tre livelli di prestazione

Secondo l’ultimo Codice di prevenzione Incendi (Dm 3 agosto 2015) l’applicazione della sicurezza antincendio e del relativo GSA può essere declinata su tre livelli di prestazione che risultano diversificati in base alle caratteristiche dell’attività da proteggere.

Il primo livello (Livello di prestazione I) è il più comune e prevede la GSA per il mantenimento delle condizioni di esercizio e di risposta all’emergenza.

Nel secondo livello (Livello di prestazione II) il GSA, oltre a quanto sopra, richiede una struttura di supporto.

Nel terzo livello (Livello di prestazione III) il GSA, oltre a quanto sopra, richiede una struttura di supporto dedicata e attiva h24.

I criteri di attribuzione riferibili a ogni livello sono legati al verificarsi di determinate condizioni, estremamente tecniche (ad es. carico di incendio specifico qr ≤ 1200 MJ/m2 ecc.) a cui si rimanda per approfondimenti, ma che sicuramente richiedono competenze dedicate, normalmente attribuibili a esperti tecnici della progettazione antincendio e che non porterebbero valore aggiunto a questo articolo.

Sicurezza antincendio: ridurre carichi (e probabilità)

La moderna gestione della sicurezza antincendio (GSA), è diventata fondamentale per garantire l’efficacia di tutte le misure antincendio adottate (nessuna esclusa).

Gli attuali sistemi di elaborazione dati consentono di creare database in cui registrare e controllare la totalità degli impianti presenti, ma anche una pianificazione delle azioni e delle scadenze di tutte le misure da effettuare per gestire un GSA. Le esercitazioni antincendio e/o le prove di evacuazione periodiche, ma anche il registro antincendio e tutti i relativi controlli periodici devono essere portati avanti con regolarità e registrati ai fini legali (e assicurativi).

Gli adempimenti ad oggi sono molteplici e nessuno appare da sottovalutare: controlli, verifiche, manutenzioni, attrezzature, interventi di formazione, informazione e addestramento, le già citate prove di evacuazione. Il tutto deve essere sempre aggiornato, disponibile per eventuale controllo da parte degli organi competenti, ma soprattutto deve di fatto funzionare come road map ai fini della corretta gestione da parte di tutte le figure della sicurezza. Se e solo se abbiamo adempiuto a tutto quanto sopra, avendo chiare le prossime scadenze, stiamo semplicemente gestendo correttamente la sicurezza antincendio.

La manutenzione dal 2021 è cambiata. Da sempre deve essere condotta in conformità alle norme legislative in vigore e in accordo alle norme tecniche, nonché dei vari manuali di uso e manutenzione. Con le nuove norme però si richiede anche la qualifica dei manutentori. Tutti, sia i vecchi che i nuovi manutentori dovranno sostenere esami e conseguire abilitazioni specifiche.

Le procedure di qualifica e i relativi esami hanno mostrato criticità e stentano a partire e sono stati oggetto di proroghe. Ma il futuro rimane deciso: i manutentori saranno qualificati e le manutenzioni dovranno essere effettuate solo alla regola dell’arte secondo precise norme tecniche (ad es. Norma UNI 9994/1 per gli estintori, ecc).

Discorso analogo anche per la formazione. I formatori dovranno essere qualificati e ci sono ad oggi analoghe criticità nell’applicazione della norma e nel conseguimento dei titoli, ma anche in questo caso il futuro sarà quello.

E in caso di emergenza?

Possiamo distinguere due momenti precisi:

  1. La GSA in fase di esercizio: valutazione del rischio, redazione documenti, gestione del personale e della formazione, manutenzione impianti, controlli operativi e monitoraggi, esercitazioni, change management ecc.
  2. LA GSA in fase di emergenza: procedure di evacuazione ed emergenza, messa in sicurezza impianti ed energie, addestramento addetti emergenze, informazione visitatori, piano di emergenza, procedure di esodo, misure di sicurezza per la gestione dell’emergenza, ecc.

L’insieme di tutto quanto detto è funzionale alla gestione dell’emergenza. Una buona GSA in esercizio significa una probabile ottima risposta della GSA in caso di emergenza. Nella logica di sistema di gestione, tutti gli aspetti di gestione ordinaria occupano la stragrande maggioranza degli sforzi messi in campo. In bibliografia è facile trovare il principio di Pareto applicato alla gestione dell’emergenza.

Lo riprendo perché mi sembra che chiarisca molto i concetti espressi. Secondo diversi autori, la gestione ordinaria della sicurezza antincendio rappresenta l’80 % del lavoro, mentre la gestione in emergenza può rappresentare il 20 % degli obblighi. Sempre secondo questo esempio (e questo principio) però il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti.

Sono rappresentazioni non supportate da dati reali, che però hanno il grande merito di rendere molto chiaramente l’idea della differenza tra GSA in fase di esercizio e GSA in fase di emergenza e spesso ne faccio menzione durante la formazione.

Se tutti gli aspetti relativi alla manutenzione e al controllo degli impianti di tutte le attrezzature antincendio sono stati correttamente effettuati nella GSA in fase di esercizio, saremo pronti alla risposta e non avremo grandi sorprese nella GSA in fase di emergenza. Una buona GSA significa preparazione alla gestione dell’emergenza e un addestramento alle azioni da compiere in caso di emergenza, così come alle azioni (spesso sottovalutate) che dovranno essere attuate per il ripristino della sicurezza e dell’attività.

Anche in questo caso, è necessaria la pianificazione e gli adempimenti variano in funzione della complessità delle organizzazioni e delle strutture. La GSA in emergenza appare comune a tutti e tre i livelli di prestazione. Prevede l’immediata attivazione del piano di emergenza e soprattutto l’attuazione di quanto previsto nel piano e nelle procedure, se parliamo di una attività lavorativa.

Al contrario se invece non si tratta di attività lavorativa, la GSA deve avviare l’attivazione dei servizi pubblici, il pronto esodo degli occupanti e la messa in sicurezza di attrezzature ed impianti. Se presente o previsto deve essere immediatamente attivato il centro di gestione delle emergenze. Allo scattare dell’allarme, sia esso rilevazione manuale o automatica, il sistema deve attivare l’immediata attivazione delle procedure di emergenza, che si traduce ad esempio nel caso delle attività più complesse, nella verifica e valutazione del tipo e del grado di incendio. Una volta valutato, sarà più semplice attivare le giuste procedure di emergenza ed evitare falsi allarmi.

In ogni caso in tutte le attività lavorative, a prescindere dal livello di prestazione, deve essere assicurata la presenza continuativa e costante di addetti incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e comunque di gestione dell’emergenza (Art. 18 Comma 1 lett.B – D.lgs 81/08).

Sul numero degli addetti, in questi anni si è discusso molto e il legislatore non si è mai espresso in maniera chiara, forse con ragione. Il numero è molto variabile e deve essere individuato sulla base di numerosi fattori (orari, presenza, dislocazione spaziale, ferie, assenze, malattie, ecc.). L’analisi deve portare a riuscire ad assicurare sempre un numero minimo di persone formate e addestrate.

La figura chiave di ogni emergenza è il coordinatore dell’emergenza. Il coordinatore ha il compito di sovrintendere a tutti gli interventi, si interfaccia con i responsabili delle varie squadre di emergenza, segnala all’alta direzione la messa in sicurezza degli impianti.

Di fatto è il cuore delle operazioni di emergenza e deve essere formato e addestrato per poterlo svolgere con successo. Non sono competenze che si improvvisano sul momento. È infine giusto pensare a sostituti e vice, perché ogni figura potrebbe essere assente il giorno dell’emergenza.

A chiudere: è consigliabile implementare un GSA?

Al di là degli obblighi di legge, che sono molti, è importante scegliere la strada della prevenzione e ribadire che una buona GSA fornisce gli strumenti per concretizzare e mantenere nel tempo tutte quelle misure antincendio ipotizzate nel progetto e realizzate a protezione dell’attività.

Lo strumento GSA quindi permette di:

  • censire e gestire tutti gli aspetti della sicurezza antincendio;
  • tenere sotto controllo gli adempimenti normativi, prevenirli, ma anche semplicemente reperirli;
  • controllare e gestire tutti i fattori di rischio e gli aspetti documentali;
  • gestire gli adempimenti e le scadenze formative;
  • ridurre al minimo ragionevole tutti i rischi di incendio ed esplosione;
  • affrontare le emergenze con preparazione e difese adeguate.

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