C’era un tempo in cui la formazione aziendale risultava qualcosa di discontinuo, sporadico, persino raro. Oggi si è capito invece quanto la formazione in ambito lavorativo debba essere continua, arrivando anzi a puntare al lifelong learning. Ma in che modo si stanno organizzando concretamente le aziende per affrontare le crescenti necessità a livello di upskilling e reskilling, per restare competitive e per trattenere i migliori talenti? 

La crescita dell’assessment per l’analisi dei gap relativi alle skill 

Offrire ai dipendenti piani formativi ben strutturati permette di aumentare la produttività nonché, come è sempre più evidente, di attirare più talenti e di mantenerli più a lungo in azienda: nel contesto di Grandi Dimissioni e Talent Shortage, mettere in campo la formazione continua diventa quindi essenziale. Il percorso formativo non può però essere strutturato in modo sporadico perché è invece necessario che ogni proposta sia coerente con gli obiettivi aziendali, con la cultura dell’azienda nonché con le effettive lacune presenti nel team; non stupisce quindi la sempre maggiore diffusione dell’assessment per l’analisi dei gap relativi alle skill del personale, così come individuata dal Report 2024 dell’Osservatorio Zucchetti HR: qui si scopre infatti che l’utilizzo di questo strumento è cresciuto del 14% rispetto all’anno precedente, venendo ormai utilizzato dal 48% delle aziende (con il dato relativo alle sole grandi aziende pari al 54%). È interessante inoltre notare il fatto che risultano sempre più presenti, tra i contenuti della formazione aziendale, proposte tese a migliorare le competenze informatiche e digitali, così come quelle legate al lavoro ibrido.  

Le modalità di erogazione della formazione 

Come vengono erogati nel concreto i contenuti formativi? L’Osservatorio Zucchetti HR conferma l’evoluzione della formazione ibrida tra digitale e aula, spiegando che “solo il 23% delle aziende ha infatti nel digitale uno strumento formativo residuale (meno del 20% del piano formativo), mentre il 38% delle aziende propone per la maggioranza corsi digitali, aggiungendo a questo proposito che “ci si sarebbe potuti aspettare un peso più preponderante della formazione digitale, sia per comprensibili ragioni di efficienza e riduzione dei costi, sia considerando l’esperienza pandemica, in cui per ovvie ragioni le aziende hanno sperimentato webinar e corsi da remoto come unica soluzione possibile per la formazione delle proprie persone”. La lettura dei dati mette dunque in evidenza il tentativo delle aziende di trovare il bilanciamento perfetto tra formazione da remoto e in presenza, per ingaggiare e coinvolgere maggiormente i dipendenti, nonché per offrire una formazione di alta qualità.  

E-learning, app e gamification 

Negli ultimi anni i vantaggi offerti dalla tecnologia per la formazione aziendale – da remoto e non solo – sono diventati sempre più chiari. Il processo evolutivo non si è ancora fermato: già l’edizione 2023 del report dell’Osservatorio Zucchetti HR aveva infatti dimostrato che il 49% di tutte le imprese aveva già introdotto o stava introducendo dei metodi di apprendimento continuo comprendenti strumenti di e-learning, oppure delle app mirate; in questa edizione viene invece messa in evidenza in particolare la crescita dell’utilizzo delle logiche di gamification, utilizzate o pianificate da 39% delle grandi aziende. Grazie alle migliori piattaforme di formazione continua ‘gamificate’ e ‘mobile-first’ è infatti possibile abituare i dipendenti a essere sempre aggiornati, grazie alla possibilità di rilasciare regolarmente nuovi contenuti formativi; diventa così più facile per le aziende rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato, creando e distribuendo nuovi contenuti per ogni esigenza.   

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