L’evoluzione del mercato del lavoro in un contesto sempre più globale e internazionale ha portato con sé l’introduzione nel nostro vocabolario di una nuova terminologia, non solo per descrivere le professioni emergenti, ma anche per rinominare quelle che conosciamo già da tempo.
In più, la crescente diversificazione di ruoli e competenze professionali sta rendendo indispensabile formare gli HR nel recruitment per migliorare la selezione dei candidati e la produttività dell’azienda.
Ma con quali strumenti possiamo aiutare i recruiter a orientarsi tra così tante informazioni?
Le classificazioni nazionali e internazionali ESCO, ISCO, ISTAT, O*NET
Tutto inizia con le catalogazioni: per le professioni e le relative competenze. Ogni catalogazione è stata creata infatti per garantire la comprensione di titoli e competenze e facilitare così la gestione del capitale umano da parte di chi lavora in ambito HR.
ESCO (European Skills, Competences, Qualifications and Occupations) è specificamente pensata per l’Europa, mentre ISCO (International Standard Classification of Occupations) è una delle più utili globalmente per standardizzare le professioni e promuovere il confronto internazionale.
Quella che ci tocca più da vicino è la classificazione ISTAT (CP2021), che fornisce una mappatura delle professioni più adatta alle specificità del mercato del lavoro italiano. E infine O*NET (Occupational Information Network) ha particolare enfasi sulle qualifiche richieste dal mercato del lavoro americano.
Pur avendo approcci diversi, queste quattro classificazioni condividono un obiettivo comune: consentire a chi fa ricerca del personale una migliore comprensione delle corrispondenze tra competenze, profili lavorativi e bisogni del mercato.
L’AI per cercare e trovare i candidati ideali
L’Intelligenza Artificiale, consultando le classificazioni, riesce a portare un grande valore nel contesto dell’HR Tech poiché trasforma il modo di cercare e trovare i profili ideali per ogni posizione lavorativa.
Alcuni esempi pratici sono:
- Annunci di lavoro migliori. Indicando un titolo lavorativo, l’AI è in grado di creare un annuncio di lavoro che richieda ai candidati il possesso di precise competenze standardizzate. Si evita, così, di diffondere annunci di lavoro vaghi, o che -al contrario- richiedano più tempo del necessario per la loro formulazione.
- Colloqui più efficaci. Generando note di colloquio, l’AI suggerisce una lista di domande su specifiche skill tecniche e trasversali previste dal ruolo, in modo da approfondire le informazioni contenute nei CV e conoscere meglio i candidati.
- Matching avanzato. L’analisi delle esperienze lavorative e delle competenze dei candidati presenti in database consente di creare una lista dei più compatibili con le offerte di lavoro attive e viceversa.
- Assessment delle competenze. Anche grazie all’uso dei LLM (Large Language Model, una tecnologia AI avanzata incentrata sulla comprensione e sull’analisi del testo) e della Generative AI è possibile creare domande per analizzare il livello di conoscenza delle competenze (hard, soft o linguistiche) dichiarate dal candidato in fase di candidatura e fornire quindi una validazione utile in fase di pre-screening.
Focalizzarsi sulle competenze significa prendere in considerazione anche candidati “inaspettati” perché, pur non ricoprendo attualmente la stessa posizione lavorativa, hanno maturato un’esperienza tale da possedere le competenze necessarie.
Sviluppare nuove competenze e favorire la retention con l’AI
Non solo facilita il job matching, l’AI diventa anche uno strumento potente per analizzare le competenze presenti e pianificare lo sviluppo di quelle future. Un sistema di titoli lavorativi e competenze unificato, costruito attraverso l’uso delle classificazioni standard integrate con l’AI, offre alle aziende e ai professionisti HR diversi vantaggi strategici per l’analisi e la formazione. Ecco come:
- Analisi delle competenze aziendali: le aziende possono analizzare in modo strutturato le competenze presenti in organico e identificare eventuali gap rispetto agli obiettivi aziendali. L’AI riesce a fornire un quadro completo delle competenze chiave e a suggerire possibili aree di crescita.
- Formazione mirata e upskilling: una volta identificate le competenze necessarie, l’AI aiuta a pianificare programmi di formazione mirata, indirizzando il personale verso percorsi di crescita personalizzati potenziando l’efficacia della formazione e migliorando i risultati in termini di produttività e soddisfazione dei dipendenti.
- Supporto alla mobilità interna: con una panoramica più dettagliata delle competenze e dei ruoli, le aziende possono utilizzare l’AI per facilitare la mobilità interna, proponendo avanzamenti di carriera o cambi di ruolo ai dipendenti che possiedono le skill richieste.
- Dati strategici per il futuro del lavoro: un sistema di competenze unificato permette alle aziende di essere allineate con le trasformazioni del mercato e di adattarsi più rapidamente ai cambiamenti. Con l’AI e le classificazioni diventa possibile rilevare trend emergenti e aggiornare le competenze in linea con l’evoluzione delle tecnologie e delle esigenze globali.
Un sistema avanzato di classificazione di skills e job titles rappresenta un passaggio decisivo per il settore HR. Arricchendo il vocabolario dei recruiter, si afferma un linguaggio comune per riconoscere e confrontare le competenze, rendendo più semplice il job matching, migliorando la gestione dei talenti e supportando le strategie di formazione e sviluppo. Si tratta di una straordinaria opportunità di crescita e trasformazione, un vantaggio competitivo che consente di costruire team agili e allineati alle sfide del futuro.
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