L’obiettivo primario di un Mobility Manager, figura oggi necessaria per aziende oltre i 100 dipendenti, è la predisposizione di un Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) efficiente, in grado di ottimizzare gli spostamenti di dipendenti e collaboratori anche in ottica di maggiore sostenibilità ambientale.

E se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, è fondamentale che un capace Mobility Manager non trascuri la prima, ma più importante, tra le fasi che portano alla realizzazione del PSCL: l’Assessment.

Con Assessment, “valutazione” in inglese, si intende l’analisi del contesto aziendale (dal punto di vista della mobilità, delle infrastrutture, dei servizi sul territorio ecc.) e delle abitudini di mobilità di dipendenti e collaboratori.

Con che mezzo vanno al lavoro?

Attraverso quali percorsi?

Quali sono i motivi delle scelte dei mezzi di trasporto?

A quali tematiche sono più sensibili per avviare un cambiamento?

Conoscere questi elementi è un requisito imprescindibile per un buon Mobility Manager. L’Assessment infatti è la base da cui partire per identificare azioni e interventi necessari per migliorare gli spostamenti casa-lavoro in chiave di sostenibilità e abbattimento delle emissioni inquinanti, ma considerando al contempo le abitudini individuali e il contesto in cui gli spostamenti quotidiani hanno luogo.

A cosa servono i questionari?

Per un’accurata panoramica dello stato dell’arte, il primo passaggio è sicuramente rappresentato dalla raccolta dei dati già presenti in azienda, relativi sia alle abitudini dei lavoratori che ai servizi messi a disposizione dall’azienda o dalle istituzioni locali.

Dopo aver aggregato queste informazioni, è comune proseguire con la predisposizione e la conseguente distribuzione di questionari individuali, che danno a dipendenti e collaboratori la possibilità di fornire informazioni utili per il processo.

Sono due gli obiettivi principali che devono guidare il Mobility Manager nella definizione dei questionari:

  • capire la situazione del Trasporto Pubblico Locale (TPL), con focus sullo stato dell’arte e su come la Pubblica Amministrazione stia intervenendo per modificare i servizi
  • comprendere la propensione al cambiamento dei lavoratori, sia dal punto di vista individuale che collettivo

Il questionario consente infatti di investigare numerosi aspetti del rapporto tra i dipendenti e i propri mezzi di spostamento casa-lavoro.

Ad esempio, prima della stesura di un PSCL è estremamente importante conoscere i pericoli percepiti dai lavoratori rispetto all’utilizzo di mezzi di trasporto diversi da quelli abitualmente utilizzati, per poter eventualmente poi attuare determinate azioni di sensibilizzazione.

Ma non solo: gli ultimi anni hanno cambiato radicalmente le abitudini di lavoro, a partire dalla maggior diffusione dello smart working; con esso, è probabilmente cambiata anche la domanda di mobilità.

In generale, quindi, con un questionario ben assemblato si possono approfondire le motivazioni che potrebbero spingere dipendenti e lavoratori a superare le proprie abitudini di spostamento per abbracciare comportamenti maggiormente sostenibili.

Esiste un questionario perfetto?

Inutile farsi illusioni: non esiste un elenco universale di domande giuste. È compito del Mobility Manager, sulla base delle proprie competenze, dell’esperienza acquisita e dell’analisi dello stato dell’arte dell’azienda, identificare il giusto percorso per coinvolgere i lavoratori.

Per predisporre la versione finale del questionario, generalmente si superano questi passaggi:

  • Predisposizione della bozza
  • Primo Feedback dall’azienda, per condividere e verificare i temi indagati
  • Aggiornamento della bozza sulla base dei feedback
  • Validazione del questionario
  • Distribuzione pilota, con l’obiettivo di sondare la fluidità e i tempi di risposta alle domande, la presenza di quesiti ambigui o di elementi di possibile resistenza
  • Eventuali correzioni
  • Distribuzione all’intero campione

Il questionario può essere caratterizzato da domande a risposta chiusa o aperta, descrittiva o numerica. Quello che è importante è che siano strutturate con un ordine logico, che consenta all’intervistato di rispondere lungo un percorso lineare, evitando di “saltare” da un argomento all’altro.

Ad esempio, si può decidere di dividere il questionario in diverse parti (informazioni anagrafiche, sugli spostamenti casa-lavoro, sulla conoscenza dei mezzi alternativi, sulla predisposizione al cambiamento ecc.), ottenendo subito le risposte più “facili” e guadagnando la fiducia e l’attenzione dell’intervistato domanda dopo domanda.

L’output: come misurare e comparare i dati raccolti

Ma come si gestiscono, in fase di analisi, le indicazioni emerse dai questionari?

Un Mobility Manager esperto sa identificare i principali indicatori, misurabili e comparabili nel tempo. Questo è un approccio fondamentale non solo per la prima realizzazione di un PSCL, ma anche per il successivo aggiornamento annuale.

Tra gli indicatori di mobilità da aggregare e analizzare, ad esempio, ci sono dimensioni e volumi degli spostamenti, abitudini di mobilità delle persone e propensione al cambiamento, nonché il calcolo delle emissioni prodotte nello spostamento casa-lavoro.

È importante anche tenere in considerazione il fatto che il MM incaricato dall’azienda dovrà interagire con i Mobility Manager di Area: anche loro, verosimilmente, avranno già creato delle griglie di dati standard che consentano l’agevole comparazione tra più aziende legate da uno scenario comune.

In conclusione, l’intersezione tra tutti questi diversi aspetti consente al Mobility Manager di ottimizzare la propria analisi, sfruttando al meglio l’attenzione che i lavoratori hanno dedicato al questionario per arrivare alla redazione di un PSCL ben fatto.


Vuoi sapere come raccogliere dati sulla mobilità del personale e favorire il car pooling?

Scopri le soluzioni