Il 15 luglio 2022 si arriverà finalmente al termine del lungo percorso di modifiche e di rinvii del Codice della crisi d’impresa.

L’ultimo slittamento a opera del PNRR 2, che ha spostato l’entrata in vigore del Codice dal 16 maggio al 15 luglio, sarà effettivamente l’ultimo possibile per il recepimento della direttiva UE n. 2019/2013 Insolvency.

Già a marzo il Consiglio dei ministri ha per esempio approvato uno schema che introduce la definizione degli assetti organizzativi delle imprese e la codifica dei segnali d’allarme, con l’obiettivo di prevenire la crisi aziendale, i quali saranno aggiornati ogni 3 anni.

Va peraltro sottolineato che il rinvio da maggio a luglio può ancora essere utilizzato in modo intelligente dalle imprese per rafforzare le proprie funzioni amministrative e di controllo: l’introduzione dei nuovi obblighi relativi alla prevenzione della crisi d’impresa può infatti trasformarsi in una preziosa opportunità di crescita per tante realtà.

Cosa cambia con il nuovo Codice della crisi d’impresa

In questi anni di formazione del nuovo Codice della crisi d’impresa ci si è già fatti un’idea piuttosto precisa di quali saranno i cambiamenti introdotti a partire da luglio, ma vale la pena citare quali sono le principali novità introdotte dal decreto correttivo: viene chiarito che tutte le imprese individuali, societarie e collettive devono dotarsi di un insieme minimale di misure anti-crisi, definite “adeguate misure” per le imprese individuali e “adeguati assetti” per le societarie/collettive, che devono obbligatoriamente consentire di:

1) di rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale, economico e finanziario;
2) verificare la non sostenibilità dei debiti e l’assenza di prospettive di continuità aziendale per i successivi 12 mesi; verificare la presenza di segnali di allarme indicati all’art. 3 comma 4 del Ccii, ovvero: debiti per retribuzioni scaduti da almeno 30 giorni pari a oltre la metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni stesse; 
debiti verso fornitori scaduti da almeno 90 giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti; esposizioni scadute o sconfinate nei confronti delle banche e degli altri intermediari finanziari scadute da più di 60 giorni purché rappresentino complessivamente almeno il 5% cento del totale delle esposizioni; 
3) verificare la presenza di una o più esposizioni previste dall’art. 25-novies, comma 1 del Ccii che riguarda le segnalazioni dei creditori pubblici qualificati (i quali dovranno segnalare all’imprenditore la necessità di aderire alla Composizione Negoziata della Crisi). Le soglie di segnalazione dei creditori pubblici qualificati sono vigilate da Inps, Agenzia Entrate ed Agente Riscossore;
4) ricavare le informazioni necessarie a seguire la lista di controllo particolareggiata e a effettuare il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento di cui alla disciplina della composizione negoziata.

Responsabili della realizzazione delle misure di cui sopra sono imprenditore ed amministratori che in caso di omissione risponderanno personalmente con il loro patrimonio personale per tutti i debiti dell’azienda, esponendosi ad azioni di responsabilità civile che possono essere intraprese da qualsiasi stakeholder aziendale: dipendenti, fornitori, clienti, dipendenti, banche, inps, AE …

In ogni caso, l’obiettivo resta sempre quello responsabilizzare i vertici aziendali perché agiscano attivamente per prevenire la crisi e garantire per quanto possibile la continuità aziendale. 

La nuova legge sulla crisi d’impresa, un’opportunità per l’impresa

L’introduzione del nuovo Codice della crisi d’impresa può essere una preziosa opportunità per le imprese: vale a dire la possibilità di dotarsi di software innovativi capaci di monitorare in modo attento e automatico lo stato di salute dell’impresa.

Nel caso dei migliori applicativi si parla di software in cloud che permettano non solo di prevenire le crisi, ma anche di adempiere in modo agevole ai nuovi obblighi di legge e di limitare la responsabilità di amministratori aziendali e di eventuali soci.

Grazie a software per il monitoraggio della continuità aziendale si potrà contare su un consulente virtuale sempre al fianco dell’azienda, per un monitoraggio ininterrotto, per favorire il rapporto con gli istituti per la richiesta di credito e via dicendo.

In un futuro molto vicino le aziende non potranno che chiedersi come si era fatto in passato senza strumenti di questo tipo, estremamente utili per definire in modo corretto strategie e step da compiere.

Con i migliori software in cloud per l’analisi finanziaria dell’azienda è peraltro possibile accedere alla piattaforma da qualsiasi dispositivo, anche con più utenti in contemporanea.

Inoltre, è sufficiente importare i file in formato PDF della Centrale dei rischi unitamente ai bilanci e a poche altre informazioni per ottenere in automatico l’analisi finanziaria dell’azienda.


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