Come ogni anno la Settimana Europea della mobilità si propone come l’evento trainante per sensibilizzare i paesi membri dell’Unione verso scelte di mobilità urbana sostenibili
L’iniziativa si svolge dal 16 al 22 settembre: autorità locali, singoli cittadini e soprattutto aziende sono incoraggiate a utilizzare la settimana per sperimentare misure di pianificazione innovative per la mobilità in Europa, promuovere nuove infrastrutture e tecnologie, misurare le emissioni prodotte e risparmiate grazie all’adozione di forme di mobilità sostenibili.
Da quest’anno si inseriscono nel contesto normativo le nuove direttive Europee (CSRD) che obbligano, e obbligheranno, sempre più aziende a realizzare l’inventario delle proprie emissioni di gas a effetto serra e trovare strategie per ridurle. Tra i processi aziendali che devono essere analizzati a questo scopo troviamo proprio quello della mobilità, non solo delle merci ma anche delle persone, che come immaginabile ha un impatto importante in termini di Carbon Footprint, indice di valutazione dell’impatto che le nostre abitudini hanno sull’ambiente.
Questa necessità di realizzare l’inventario delle emissioni derivanti da trasferte, parco auto e spostamenti casa-lavoro si traduce in un cambio di approccio che porta a guardare la mobilità aziendale non solamente da un punto di vista amministrativo, ma anche considerandone gli impatti sia sociali che ambientali.
In questo senso, la Settimana europea della mobilità si pone tra gli obiettivi principali quello di comprendere come le persone di un’azienda si muovono sul territorio nazionale e internazionale, valutandone l’impatto ambientale, ma soprattutto ricercare soluzioni alternative e migliorative per il pianeta e per i lavoratori.
Calcolo Carbon Footprint: quali sono le best practice per ridurre l’impatto della mobilità aziendale?
1 – Digitalizzare dati e processi
Utilizzare strumenti digitali dedicati alla gestione di tutta la mobilità aziendale (business travel, fleet management, employee commuting) permette di avere una base dati ampia, sempre disponibile e corretta da poter analizzare.
Informazioni e soluzioni integrate facilitano infatti il calcolo delle emissioni e dell’impronta ambientale, favorendo l’adozione di strategie per ridurle.
2- Analizzare le abitudini di spostamento
Conoscere le modalità con cui i dipendenti si spostano nei tragitti casa-lavoro consente di calcolare l’impatto del commuting (pendolarismo) aziendale e agire per ridurlo. Raccogliere queste informazioni non è obbligatorio per molti, ma è un’opportunità per tutti in ottica di lotta al cambiamento climatico e di rendicontazioni utili alla redazione del bilancio di sostenibilità.
3 – Definire strategie di riduzione delle emissioni
Programmare nel lungo periodo la riduzione delle emissioni attraverso strategie concrete e data driven, derivanti quindi da una corretta analisi delle principali cause di emissioni.
Ma anche adottare travel policy e car policy più sostenibili: ad esempio riducendo i viaggi in aereo o pensando e progettando una transizione graduale della flotta auto aziendale verso veicoli elettrici.
4 – Promuovere e premiare scelte di mobilità sostenibile
Cambiare le abitudini dei dipendenti favorendo l’adozione di forme di mobilità sostenibile all’interno della popolazione aziendale come carpooling, servizi di sharing, micromobilità ecc., scegliendo anche la strada della gamification e della premialità: ricompensare le persone che si spostano in modo più sostenibile aumenta l’adozione di pratiche virtuose e favorisce well-being e retention del personale.
5- Favorire lo smart working
Favorire lo smartworking e il lavoro agile permette di ridurre le emissioni derivanti dagli spostamenti casa-lavoro delle persone in modo immediato e genera un migliore work-life balance.
Un calcolo corretto di Carbon Footprint permette di agire immediatamente, restando al passo con un mercato sempre più orientato alla sostenibilità: trasparenza e consapevolezza circa le proprie emissioni di gas serra sono e saranno sempre più richieste per ottenere certificazioni, per compliance normativa (CSRD) e a livello di brand reputation.
Ricapitolando: è necessario conoscere e recuperare i KPI giusti dai processi di gestione della mobilità aziendale, utilizzarli per calcolarne le emissioni e programmare azioni concrete per ridurle. In questo contesto le soluzioni software scelte per monitorare e gestire i dipendenti in movimento rappresentano un fattore abilitante per integrare, analizzare e rendere disponibili le corrette informazioni.
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