Il settore dei trasporti è responsabile di circa un terzo delle emissioni complessive di anidride carbonica in Europa. Il 72% di queste è il risultato del trasporto su strada. Da questo dato fondamentale partono tutti gli sforzi degli ultimi anni per ridurre l’inquinamento atmosferico a partire da una rivoluzione degli spostamenti quotidiani.

Gli incentivi per l’acquisto delle auto elettriche, il blocco delle auto più inquinanti, l’introduzione dell’obbligo di nomina di un Mobility manager: queste iniziative mirano tutte quante, una dopo l’altra, a far calare in modo netto le emissioni nocive. L’obiettivo al quale si guarda è quello, ambizioso ma non impossibile, indicato dall’Unione Europea, ovvero la riduzione entro il 2030 del 60% delle emissioni di anidride carbonica dei trasporti rispetto ai livelli del 1990.

Un ulteriore passaggio in questo percorso del nostro governo è quello dell’obbligo della redazione del Piano Spostamenti Casa Lavoro (Pscl).

Piano Spostamenti Casa Lavoro: che cos’è

Le linee guida per la redazione del Piano Spostamenti Casa Lavoro (Pscl) sono state definite dal decreto 209/2021 del 4 agosto. A essere obbligate a presentare un Pscl sono tutte quelle aziende che sono chiamate a nominare un manager con funzioni di supporto professionale alle attività di decisione, pianificazione, programmazione e promozione di soluzioni ottimali per la mobilità, ovvero un Mobility manager.

Si parla quindi di tutte le imprese private e pubbliche che presentano singole unità locali con oltre 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Provincia o in un comune con più di 50mila abitanti. Tali attività, entro il 31 dicembre di tutti gli anni, sono quindi obbligate a presentare il proprio Piano Spostamenti Casa Lavoro, attraverso il quale identificare tutte le misure necessarie per ridurre al minimo l’utilizzo della propria automobile, incentivando delle forme di mobilità sostenibile.

Nel concreto, il Pscl può essere visto come un sistema di razionalizzazione degli spostamenti di tutto il personale aziendale, da effettuarsi di volta in volta a partire dall’analisi di dati interni ed esterni, ad opera del Mobility Manager.

Come affrontare il Piano Spostamenti Casa Lavoro

Il decreto fissa la scadenza in prima applicazione al 23 novembre del 2021, ovvero a 180 giorni dall’ entrata in vigore del decreto 179/2021 con le linee guida a diventare vincolanti dal giorno successivo.

La preparazione del Piano Spostamenti Casa Lavoro parte da un’analisi attenta delle informazioni relative all’accessibilità esterna alla sede, dei flussi di mobilità dei dipendenti e dei loro spostamenti abituali tra casa e lavoro, nonché del calcolo delle emissioni generate, al fine di individuare delle soluzioni più sostenibili. Partendo dall’analisi di questi dati, uniti all’analisi delle possibili offerte di mobilità nell’area circostante l’azienda, è possibile trovare nuove forme di trasporto capaci di garantire benefici a livello ambientale, economico e sociale.

Per affrontare in modo realmente efficace un’attività di questo tipo è fondamentale poter contare su un software per la gestione di trasferte, flotte auto e micromobilità. Grazie a soluzioni di questo tipo è possibile gestire le flotte aziendali, l’assegnazione dei mezzi per la mobilità leggera, nonché le trasferte e le note spese, mirando sempre a rendere l’azienda più efficiente, ad automatizzare i processi amministrativi e a ridurre i costi, in termini economici e ambientali.

Le soluzioni per la mobilità del Piano Spostamenti Casa Lavoro

Una volta analizzati tutti i dati raccolti, il Mobility Manager può individuare le migliori soluzioni per la mobilità in base alle peculiarità dell’azienda.

Si parla quindi per esempio dell’organizzazione di servizi di car pooling, dell’introduzione di flotte aziendali leggere fatte da e-bike e monopattini elettrici, di buoni per la mobilità nonché della definizione di nuove ed efficienti politiche per lo smart working.

Proprio il Mobility Manager, infatti, ha un ruolo fondamentale nel capire come distribuire lo smart working lungo la settimana, per evitare che tutta la forza lavoro opti per il lavoro da remoto il venerdì, creando invece degli intasamenti durante i giorni centrali della settimana.


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