In tutti i campi, in tutti i settori, esiste da sempre una certa ritrosia iniziale nell’introdurre nuove tecnologie. Perché si teme che queste potrebbero rendere dapprima più difficoltoso il lavoro o perché si teme che queste potrebbero comportare una riduzione del personale.
Pensieri di questo tipo, negli ultimi anni, sono stati fatti più volte a proposito dell’intelligenza artificiale, la quale per l’appunto finirebbe per svolgere attività precedentemente assegnate ai dipendenti. Come ribadito da molti studi e come dimostrato nel concreto dalle tante realtà che hanno introdotto in modo massiccio strumenti e sistemi di AI, però, le cose stanno diversamente.
Si pensi per esempio al rapporto tra intelligenza artificiale e risorse umane: qui non c’è alcuna competizione, tutt’altro. Queste nuove tecnologie permettono anzi ai dipendenti e ai datori di lavoro di creare processi in grado di valorizzare ulteriormente il reparto HR.
Vediamo come.
Risorse umane e intelligenza artificiale, l’accelerazione tra 2020 e 2021
Come sappiamo la pandemia ha avuto il ruolo collaterale di accelerare il progresso tecnologico di tantissime imprese, nei più differenti settori. Nella primavera del 2020, infatti, quella digital transformation che per tante realtà fino a quel momento era stata solo “raccontata” è diventata per forza di cose una realtà.
Questo è successo anche e soprattutto nel mondo delle risorse umane, con le aziende che all’improvviso hanno dovuto individuare dei metodi efficaci per monitorare il lavoro a distanza, per comunicare velocemente con il personale, per superare gli spazi fisici e i mezzi cartacei, per selezionare il personale da remoto e via dicendo. Fare i conti con la propria maturità digitale è stato un passo obbligato, prima per affrontare l’emergenza, poi per gestire quella che ormai è la “nuova normalità”.
Piattaforme per le video interviste, software avanzati per la gestione delle paghe, strumenti di recruiting online, chat bot, software di assessment, applicazioni per l’employer branding: i reparti HR hanno dovuto fare un importante salto tecnologico. Se fino al 2019 l’utilizzo di strumenti AI in questo campo per molti era ancora fantascienza, oggi è invece qualcosa di molto vicino alla normalità. Basti pensare, per esempio, alle crescenti applicazioni dell’intelligenza artificiale nel recruiting.
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Da Human Resources a Human Revolution
Stando alle rilevazioni dell’Osservatorio Zucchetti HR, nel 2020 l’83% delle aziende medio-grandi e il 61% delle piccole imprese hanno adottato lo smart working, rivoluzione che ha dato il via a tante piccole evoluzioni collaterali e conseguenti. Il 68% delle grandi aziende, il 53% delle medie e il 42% delle piccole hanno introdotto strumenti di collaboration, con il 42% delle realtà che hanno potuto vantare già entro settembre 2020 alti livelli di digitalizzazione nella gestione normativa e amministrativa dello smart working.
Si pensi poi a quali sono le possibilità aperte dalla grande diffusione delle app per il personale, che danno l’opportunità di prendere visione immediata delle circolari, di accedere sempre e comunque a documenti importanti come i cedolini, di chiedere permessi, di richiedere un cambio di turno e via dicendo. E c’è di più: il 30% delle grandi imprese e il 21% delle medie, già a settembre 2020, potevano vantare degli strumenti di Intelligenza Artificiale per la previsione del fabbisogno di personale integrato al software turni.
Non ci sono dubbi, il rapporto tra Risorse Umane e tecnologia si sta evolvendo: per questo Zucchetti ha cambiato le definizioni in campo, da Human Resources a Human Revolution, per fornire software HR in grado di accompagnare al meglio una rivoluzione tecnologica che mette al centro le persone e che le fa crescere, semplificando la vita in azienda.