L’intelligenza artificiale non è più solo una tecnologia emergente: è uno strumento fondamentale per le aziende che vogliono ottimizzare i propri processi HR. Dall’ottimizzazione degli annunci di lavoro alla ricerca semantica e al matching intelligente, l’AI consente di migliorare l’efficienza del recruiting, ridurre i costi e costruire team più qualificati e diversificati.

La selezione del candidato ideale non riguarda solo le competenze tecniche, ma anche l’allineamento con la cultura aziendale, la capacità di innovare e la predisposizione a crescere all’interno di un ecosistema digitale.

Tra profili lavorativi sempre più diversificati e priorità che cambiano, le risorse umane hanno la possibilità di sperimentare, ancor prima di altri reparti di un’azienda, l’utilizzo di strumenti innovativi e dunque di fare da ‘apripista’ nel processo di innovazione tecnologica.

In questo scenario, l’AI sta rivoluzionando i processi HR, offrendo strumenti avanzati che migliorano sia l’efficienza operativa sia la qualità dei candidati selezionati.

Ma come fa l’AI a portare vantaggi tangibili ad aziende, recruiter e candidati?

Il primo punto di contatto tra azienda e talenti

L’annuncio di lavoro è il primo e più importante punto di contatto tra un’azienda e i talenti che desidera attrarre. Se gestito in modo approssimativo, rischia di compromettere l’intero processo di selezione. Un annuncio incompleto o troppo generico, anche se ben scritto, può attirare candidati non idonei, causando un sovraccarico di CV da gestire e aumentando il rischio di assumere persone che lasceranno l’azienda dopo poco tempo.

Immaginiamo un caso pratico: un’azienda pubblica un annuncio che riceve 700 candidature. Di queste, ben 300 sono di candidati interessati a lavorare solo in full remote, ma l’annuncio non fornisce informazioni specifiche a riguardo.

Questo dettaglio costringe i recruiter a processare centinaia di CV non pertinenti e i candidati a iniziare un iter di selezione che li porterà a perdere tempo prezioso e a sentirsi frustrati.

Ottimizzare gli annunci di lavoro con l’AI

Grazie ai progressi dell’AI generativa, oggi è possibile ottimizzare la stesura degli annunci di lavoro, rendendoli precisi e su misura per le esigenze aziendali e dei candidati. Gli algoritmi di AI consentono di personalizzare il linguaggio, fornire informazioni dettagliate sulla posizione e sulla cultura aziendale, e includere dettagli specifici come le modalità di lavoro (ad es. full remote, in sede, ibrido). Questo approccio mira a far sì che i candidati rispondano solo se si identificano pienamente con i requisiti e le condizioni dell’offerta, migliorando notevolmente il processo di selezione.

AI e ricerca semantica: trovare i talenti nascosti

Abbiamo già affrontato alcuni aspetti evolutivi del ruolo dell’HR all’interno del contesto aziendale. In questa direzione, l’AI offre la possibilità non solo di migliorare le analisi dei KPI, ma di migliorare anche la ricerca semantica e il matching intelligente dei candidati.

La ricerca tradizionale tramite parole chiave rischia di ignorare candidati qualificati che utilizzano termini diversi per descrivere le loro competenze. Ecco, quindi, che gli algoritmi di AI comprendono il contesto e le relazioni semantiche tra le parole, consentendo di individuare candidati con le competenze necessarie anche se hanno usato sinonimi o termini meno convenzionali. Per esempio, se un’azienda cerca un esperto in “data analysis” ma il CV menziona “data interpretation”, la ricerca semantica dell’AI sarà in grado di identificare comunque il candidato come idoneo.

Questa tecnologia è in grado di scoprire anche talenti nascosti già presenti nel database aziendale, che magari non hanno risposto direttamente all’annuncio ma possiedono tutte le competenze richieste.

Il risultato? Team più eterogenei e innovativi, composti da professionisti che non sarebbero stati individuati con un approccio tradizionale.

Secondo un report di LinkedIn del 2022, le aziende che hanno integrato soluzioni AI nei loro processi di recruiting hanno registrato un aumento del 35% nella qualità dei candidati e una riduzione del 25% nel time-to-hire (tempo di assunzione).

Ma non si tratta solo di velocità. L’AI ha dimostrato di migliorare la retention dei dipendenti, poiché un matching più accurato porta a una maggiore soddisfazione lavorativa, riducendo il turnover.

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