Quello della mobilità sostenibile è un ‘treno’ – a basso impatto ambientale, ma ad alto effetto strategico – che viaggia sempre più veloce.

Un treno che corre parallelo a quello delle Smart Cities, intese come città capaci di gestire le risorse in modo intelligente per poter essere sostenibili (dal punto di vista economico, ambientale, energetico) e attente alla qualità della vita e al futuro dei propri cittadini.

Sugli stessi binari si consuma la sfida a cui molte aziende oggi sono chiamate, nominando (e spesso formando) un Mobility Manager che si occupi poi, tra le varie funzioni, di redigere un Piano di spostamento casa-lavoro orientato a una sempre maggior sostenibilità della micro mobilità dei dipendenti.

Un compito per nulla scontato, in quanto richiede diverse attitudini multidisciplinari.

Competenza e programmazione: obiettivo dei Mobility Manager… e non solo

La formazione e la competenza del proprio Mobility Manager sono elementi cardine di un buon approccio alla cosiddetta Smart Mobility, espressione che identifica ciò che è connesso a una visione intelligente della mobilità contemporanea:

  • tecnologie
  • infrastrutture
  • offerta formativa per accrescere le competenze degli addetti ai lavori
  • servizi per la mobilità e le persone

Professionisti formati e competenti sono il motore di una programmazione funzionale alle aspettative delle persone, sia che si tratti di dipendenti che degli abitanti di una città, grazie all’utilizzo coscienzioso degli strumenti a disposizione.

Mobility Manager aziendali, scolastici, di area: che caratteristiche hanno?

Competenza e programmazione sono quindi alla base delle strategie e delle azioni da intraprendere in ambito di Mobilità sostenibile, la bussola di un buon Mobility Manager.

Allo stato attuale, in Italia si prevedono in linea di massima due diverse tipologie di Mobility Manager:

  • Mobility Manager aziendali (ma anche scolastici o degli enti)
  • Mobility Manager di area

In entrambi i casi, si tratta di figure professionali che devono vantare ottime competenze trasversali: tecniche, amministrative, di problem solving e anche di comunicazione e pubbliche relazioni, dovendo interagire con pubblici ben differenti e bacini di persone molto ampi.

Basti pensare all’esempio di Roma Capitale: già a settembre 2022, il Mobility Manager di area doveva interagire con 334 diversi Mobility Manager aziendali, per un totale di 373 aziende/enti e ben 379.000 lavoratori (il 29% degli addetti nel Comune di Roma), oltre a 57 Mobility Manager scolastici per 132 plessi scolastici, a rappresentare ben 53.200 studenti e 7.500 unità personale (il 16% degli studenti romani) *.

* Fonte: dati diffusi dal MM di Roma Capitale nel corso del convegno “Mobilità sostenibile e ruolo del Mobility Manager per gli spostamenti casa-lavoro con mezzi di mobilità dolce e bike-to-work: traguardi raggiunti e obiettivi nella PA” che si è svolto il 20 settembre 2022 a Palazzo Thedoli a Roma (e in diretta sulla webTV della Camera dei Deputati).

Le linee guida del buon Mobility Manager aziendale

L’attività di un Mobility Manager è stata definita e normata dal Decreto n. 209 del 4 agosto 2021 da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) e del Ministero per la Transizione Ecologica (MITE).

Parafrasando, al Mobility Manager aziendale sono attribuite specifiche funzioni:

  • Elaborare il PSCL (Piano Spostamenti Casa Lavoro), al fine di promuovere la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità del personale dipendente per ridurre il traffico veicolare privato
  • Adeguare il PSCL in base ai feedback ricevuti dai Mobility Manager di area
  • Fornire supporto per l’adozione del PSCL
  • Verificare l’attuazione del PSCL attraverso monitoraggio degli spostamenti e valutazione della soddisfazione dei lavoratori
  • curare il rapporto con gli enti (pubblici e privati) coinvolti
  • avviare iniziative di informazione e sensibilizzazione sul tema della Smart Mobility
  • Promuovere, insieme al Mobility Manager di area, delle azioni di formazione per incentivare l’uso di trasporti pubblici e mobilità ciclo-pedonale
  • Supportare il Mobility Manager di area nella promozione di interventi sul territorio utili a favorire l’intermodalità

Tutte attività che, a prescindere da quanto suggerito dal Decreto, devono svolgersi previa analisi dei dati già a disposizione dell’azienda, predisponendo questionari per i dipendenti per indagare le loro abitudini pregresse e le loro preferenze; occorre poi selezionare le misure ritenute più idonee per l’inserimento nel PSCL, valutarne costi e benefici e procedere alla progettazione e alla implementazione, non prima di aver condiviso il piano con il Mobility Manager di area, per poi attivare un costante monitoraggio per correggere o integrare il piano già elaborato.

Quali sono le funzioni del Mobility Manager di Area?

Allo stesso modo del Mobility Manager aziendale, anche le funzioni del Mobility Manager di Area (con cui il proprio Mobility Manager aziendale è chiamato a interagire con continuità) sono definite dal Decreto n.209 del 4 agosto 2021, che nelle sue linee guida indica di:

  • Svolgere attività di raccordo tra i Mobility Manager aziendali del territorio di riferimento, per sviluppare best practices e moduli collaborativi
  •  Organizzare incontri e seminari e ogni altra attività utile al miglioramento delle pratiche di redazione dei PSCL
  • Supportare il Comune di riferimento nella definizione e implementazione delle politiche di mobilità sostenibile
  • Acquisire dati su origine/destinazione e orari di ingresso/uscita di dipendenti e studenti, forniti dai Mobility Manager aziendali e scolastici
  • Trasferire i dati acquisiti agli enti che programmano i servizi pubblici di trasporto comunali e regionali

Le ultime importanti novità per le aziende

La strada per una definizione effettiva delle funzioni del Mobility Manager (e di quali enti sono chiamati a redigere un PSCL) è ancora lunga e in continua costruzione.

Il 19 novembre è apparso in Gazzetta Ufficiale il Decreto 16 settembre 2022 del Ministero della Transizione Ecologica, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, che ha apportato alcune modifiche al decreto 12 maggio 2021 recante “modalità attuative delle disposizioni relative alla figura del Mobility Manager”.

Oltre a novità riguardo la selezione dei Mobility Manager di area e aziendale per le Pubbliche amministrazioni, anche per le aziende ci sono stati significativi aggiornamenti. Ad esempio, con le recenti integrazioni devono redigere il PSCL tutte le società infragruppo che, sommando i dipendenti delle diverse ragioni sociali, superino la soglia di 100 dipendenti in un’unica sede.

Questa fattispecie si aggiunge alla già nota discriminante di luogo, secondo cui sono invece esenti le realtà che non sono ubicate in capoluoghi di regione, di provincia, o in comuni di almeno 50.000 abitanti o di una città metropolitana.

Non ci si può improvvisare Mobility Manager, ma è necessario un approccio metodologico idoneo e una formazione di alto livello erogata da professionisti del settore.

Senza dimenticare che anche il migliore dei Mobility Manager avrà bisogno di strumenti tecnologicamente all’avanguardia per poter avviare nel modo migliore la propria azienda (o il proprio ente) a un ruolo da protagonista nelle Smart Cities del futuro, ormai proprio lì dietro l’angolo.


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