Altro che semplice gestione del personale, l’HR è un vero e proprio ponte tra aziende e mondo esterno. Infatti, il recruiting è tra le attività più delicate che questo dipartimento svolge.
Comunicare la vision aziendale, attrarre i candidati giusti, acquisire talenti che possano contribuire alla realizzazione di obiettivi comuni: i compiti dell’HR si specializzano sempre di più.
E, per fortuna, anche le tecnologie si evolvono.
Come emerge dall’Osservatorio Zucchetti HR 2024, questo è l’anno in cui le aziende italiane hanno intuito l’importanza di investire nell’automazione dei processi HR, adottando l’uso di software potenziati dall’AI e pensati per rivoluzionare questo mestiere. Il 65% delle 1.200 aziende intervistate-divise equamente tra PMI e grandi realtà – crede fermamente nell’AI come strumento di supporto agli HR. Se da un lato la percezione dell’AI si conferma positiva, c’è ancora molta strada da fare, in quanto per ora è il 12% delle aziende ad aver già adottato soluzioni innovative, ma ci aspettiamo una netta crescita di questo dato nel corso del prossimo biennio. La tendenza in tale direzione è infatti rintracciabile già dai dati dall’Osservatorio Zucchetti HR dell’anno precedente che evidenziava come semplicemente rendendo fruibili in digitale l’onboarding e la firma di documenti o contratti, in una singola azienda si sono guadagnati 29 minuti per ogni procedura, nonché risparmiati 7.700 euro di gestione.
La domanda degli scettici è lecita: quindi l’AI ruberà il lavoro al recruiter?
Assolutamente no. L’intelligenza artificiale rimane uno strumento in supporto al ruolo dell’HR e del recruiter. Ciò che sta cambiando è la prassi di lavoro consueta, che si evolve continuamente grazie al supporto della tecnologia.
Ecco i 5 modi in cui la routine dei recruiter verrà modificata:
Addio a ore e ore al giorno passate a leggere CV
Attraverso il Parsing, ossia l’acquisizione e la lettura digitale dei testi, i recruiter possono ottenere in pochi secondi un riassunto esatto dei curricula, accedendo subito alle esperienze e alle competenze tecniche dei candidati.
Basta fogli di calcolo
È facile perdersi scorrendo interminabili liste di nomi, informazioni e numeri di telefono con il rischio di perdere di vista il candidato giusto. Gli ATS (Applicant Tracking System) sono software in cui vengono catalogati in digitale i CV ricevuti e le informazioni salienti dei candidati. L’AI, poi, assiste i recruiter suggerendo le persone più compatibili con l’annuncio di lavoro.
Niente più (brutte) sorprese
Fondamentale per l’attrazione di nuovi talenti è scrivere e diffondere annunci di lavoro efficaci. I tool potenziati da AI generativa sono in grado di creare annunci che descrivano in breve la mission aziendale e che comunichino in modo esaustivo l’offerta e i requisiti ricercati. In questo modo, si riceveranno CV solo da persone realmente interessate e correttamente informate sulle caratteristiche dell’offerta.
Un taglio netto ai tempi di assunzione
Per chi fa recruiting in modo tradizionale occorrono circa tre mesi per concludere un percorso di selezione.
Con il supporto dell’AI, i tempi si dimezzano. Scrittura di annunci, catalogazione e lettura dei CV, individuazione di più candidati simili o in linea con un annuncio di lavoro attivo: sono tutti passaggi essenziali per fare recruiting, ma che potrebbero pesare di meno in termini di logorìo.
Meno spazio per la discriminazione
Ci sono decine di pregiudizi, anche inconsapevoli, che guidano le scelte. Nella selezione del personale, i bias riguardanti l’aspetto fisico, il genere, l’età, la provenienza o altro sono spesso enormi ostacoli che dividono un’azienda dai propri dipendenti ideali.
I migliori software, ad esempio, oltre ad offrire la possibilità di anonimizzare i CV (oscurando foto, genere e altri dati sensibili) consigliano i candidati basandosi unicamente sulle loro capacità e mai su dati personali.
Con l’AI come strumento di supporto, gli HR hanno uno strumento in grado di collaborare durante i processi di recruiting, eliminandone i principali problemi e le difficoltà, e finalmente possono dedicare più tempo alle attività ad alto valore aggiunto, come i colloqui.
Un colloquio affrettato rischia di escludere ingiustamente un candidato valido o di portare all’assunzione di qualcuno che, a un’analisi più approfondita, potrebbe rivelarsi inadatto. Con più tempo a disposizione per conoscere i candidati, i recruiter fanno scelte informate e riducono il rischio di errori di valutazione, evitando anche grandi consumi di tempo e risorse economiche.
Per restare al passo con i dati dell’innovazione tecnologica, diventa parte del cambiamento e scarica gratuitamente il Report dell’Osservatorio Zucchetti HR 2024.
Scarica gratuitamente il report dell’Osservatorio Zucchetti HR