Il 1° luglio 2022 ci sarà un nuovo passo in avanti nel cammino di digitalizzazione del mondo delle imprese italiane. Come è noto già dal 1° gennaio 2019 è entrato in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica per i privati, dopo che in precedenza tale regola era stata imposta per le pubbliche amministrazioni.

In quell’occasione erano però state escluse dall’obbligo tutte le partite Iva appartenenti al regime forfettario, le quali quindi hanno potuto continuare finora a fatturare in modo tradizionale. Come esplicitato dal Decreto Legge n.36/2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile 2022, il Consiglio dei Ministri ha ora deciso di rendere la fatturazione elettronica obbligatoria anche per il popolo dei forfettari, a partire per l’appunto da luglio.

Per completezza va detto che anche con questo passo in avanti resteranno comunque dei forfettari che non saranno obbligati a emettere fatture elettroniche: possono farne a meno infatti tutte le partite Iva che durante l’anno precedente abbiano registrato ricavi inferiori ai 25.000 euro. Questa eccezione resterà valida fino al 1° gennaio 2024, data in cui l’obbligo sarà in vigore per tutte le partite Iva forfettarie, a prescindere dai compensi dell’anno precedente.

La maggior parte dei forfettari italiani sono quindi chiamati, laddove non sia già stato fatto, a dotarsi di un software per la fatturazione elettronica: come scegliere il migliore? Vediamo quali sono le caratteristiche fondamentali da tenere in considerazione.

La fatturazione elettronica, in breve

Negli ultimi anni si è parlato moltissimo di fattura elettronica, eppure molte persone aderenti al regime forfettario, non essendo chiamate in causa, non hanno approfondito il tema. Vale quindi la pena ricordare che con il termine fatturazione elettronica ci si riferisce in estrema sintesi a un sistema che permette di emettere, trasmettere e archiviare fatture in formato digitale.

Come è noto infatti prima dell’entrata in vigore di questo obbligo ognuno era libero di creare le proprie fatture con il metodo preferito, usando computer, macchine da scrivere, carta e penna e via dicendo, per poi inviare il documento con posta tradizionale, fax oppure email. Con l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica si uniforma il modo di creare, trasmettere e archiviare le fatture, abbattendo i costi di stampa, di spedizione e di conservazione.

Iniziare a emettere fatture elettroniche è semplice: è sufficiente richiedere all’Agenzia delle Entrate il proprio codice destinatario – un codice alfanumerico composto da 7 cifre – e dotarsi di un apposito software per la fatturazione elettronica.

Come deve essere il software per la fatturazione elettronica per forfettari?

Il software adeguato per le partite Iva a regime forfettario deve essere prima di tutto agile e semplice da utilizzare, pur garantendo tutte le funzionalità necessarie. Deve permettere una gestione semplice delle fatture, a livello di creazione, invio, ricezione e conservazione. Ma deve anche mettere a disposizione un’agenda che si aggiorni automaticamente, così da mantenere sempre il pieno controllo di pagamenti e incassi, per non perdere nessuna scadenza importante.

I migliori software per le fatture elettroniche, oltre a essere sicuri, completi e pratici, devono anche aiutare il titolare a proteggere e ottimizzare il proprio business: risulta per esempio molto importante poter contare su un sistema di alert, come quello che avvisa automaticamente quando ci si avvicina a una soglia predefinita (per esempio la soglia di 65.000 euro, ovvero il limite attuale di ricavi per restare all’interno del regime forfettario).

Chi ha un commercialista, inoltre, dovrebbe dare la preferenza a un software che permetta al consulente di visualizzare gli alert, e di offrire un supporto attivo nella gestione delle fatture. A fare la differenza tra le diverse soluzioni può infine essere il tipo di assistenza offerta: i software da preferire sono quelli che offrono un assistente virtuale 24 su 24, 7 giorni alla settimana.


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