In questi giorni si sta lavorando in modo febbrile a un nuovo decreto, mentre deve ancora asciugarsi l’inchiostro sulla Gazzetta Ufficiale n.17 del 16 luglio 2020, che ha visto la pubblicazione del Decreto n.76, meglio conosciuto con il soprannome di “Decreto Semplificazioni”.

Come è noto, sotto tale appellativo cadono solitamente dei provvedimenti su differenti tematiche, delle iniziative non di rado definite “omnibus”: tra le altre cose, il Decreto n.76 del 16 luglio che spinge in modo piuttosto deciso verso la diffusione della amministrazione digitale, e più in generale in direzione di una maggiore digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, a livello centrale e locale.

Il decreto Semplificazioni per la digitalizzazione della PA

Tra gli obiettivi principali del decreto c’è quello di semplificare e agevolare l’accesso ai servizi pubblici in rete da parte di cittadini e di imprese. Ecco quindi che si richiede in modo esplicito agli enti pubblici di rendere accessibili e fruibili online i propri servizi, i quali dovranno essere concretamente utilizzabili da dispositivo mobile entro il 30 settembre del 2021.

A questo scopo, il decreto sottolinea l’importanza di diffondere l’utilizzo di strumenti sicuri, agevoli e univoci come la carta d’identità elettronica e lo SPID: non stupisce quindi l’introduzione dell’obbligo, per tutti gli enti pubblici e per la Pubblica Amministrazione, di dismettere i precedenti sistemi di identificazione online per adottare in forma esclusiva i due strumenti sopracitati.

Non è tutto qui. Il decreto, nello specifico con l’articolo 26, introduce una piattaforma digitale unica per la raccolta di provvedimenti e atti delle PA nei confronti di imprese e di cittadini, andando quindi a sostituire la classica raccomandata cartacea con un corrispettivo digitale, sempre in ottica di semplificazione.

Altra mossa del decreto Semplificazioni, all’articolo 32, è quella di introdurre il codice di condotta tecnologica, per andare a disciplinare la progettazione e lo sviluppo di sistemi e servizi digitali nel mondo della PA. Di fronte a un concreto salto avanti quanto a trasformazione digitale, le pubbliche amministrazioni hanno la possibilità di assumere temporaneamente dei profili esperti e qualificati, per implementare i nuovi sistemi e per gestire al meglio questo delicato processo.

Non va poi trascurata la portata dell’articolo 34 del decreto, attraverso il quale vengono introdotte delle importanti misure per funzionamento della piattaforma dati digitale nazionale, che permette di rendere immediatamente fruibili per le pubbliche amministrazioni i dati pubblici e conoscibili su cittadini e imprese. Ne deriva quindi che le pubbliche amministrazioni non dovrebbero più richiedere ai cittadini e alle imprese dati già disponibili.

Gli strumenti giusti per digitalizzare la Pubblica Amministrazione

Il decreto Semplificazioni ha dato quindi una nuova importante spinta verso la digitalizzazione degli enti pubblici e delle pubbliche amministrazioni che deve però avvenire prima verso l’interno per riuscire ad essere efficace e funzionale anche esternamente.

Approccio al cloud, lavoro in mobilità e lavoro agile sono tutti aspetti cruciali affinché il processo di digitalizzazione venga interiorizzato dai dipendenti e riesca poi a essere applicato anche a tutto tondo nella gestione dei servizi ai cittadini. L’utilizzo di strumenti fortemente innovativi per l’HR management nella Pubblica Amministrazione è quindi un passaggio fondamentale affinché questa impari a rendersi sempre più digitale, smart e performante.

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