Per affrontare le sfide che ogni giorno il mondo della ristorazione pone a voi imprenditori, è fondamentale conoscere quale approccio si ha nei confronti della ristorazione e dove ci si posiziona in questo momento nel complesso scenario della ristorazione che ha trovato nel digitale un alleato del quale non può più fare a meno.

Per passare dall’avere tanto successo con un singolo locale a costruire un’impresa solida c’è di mezzo un percorso di crescita che non dipende solo dalla disponibilità economica, ma soprattutto dalla mentalità e dalle capacità imprenditoriali.

Qual è il tuo approccio alla ristorazione?

Livello 1 – Chef

Un ristorante singolo, una trattoria a gestione famigliare, una pizzeria: con l’approccio da “Chef”, il locale dipende dalle persone che ci lavorano ed è “cucina-centrico”. Proprio perché dipende dalle persone e si ha difficoltà ad uscire dalla cucina, l’evoluzione è limitata al solo aumento della redditività del punto vendita.

Il titolare solitamente è molto coinvolto nell’operatività del locale, interagisce direttamente con i clienti, controlla personalmente che tutto funzioni correttamente.

Normalmente il tetto massimo di fatturato si aggira attorno ai 350.000 euro per un singolo ristorante che funzioni molto bene e che non sia nelle condizioni di replicarsi.

Livello 2 – Imprenditore

Con l’approccio da impresa, l’imprenditore può gestire due o tre locali, abbandonando la logica della cucina come centro del locale. Ovviamente mantiene il suo ruolo fondamentale, ma investe sempre più sia in competenza e replicabilità delle operazioni, sia nella raccolta e nella gestione delle informazioni relative ai clienti per aumentarne la fidelizzazione.

In questa fase si inizia a fare marketing e a lavorare tanto sul brand per aumentare le vendite. Il titolare aumenta il suo impegno nel coordinamento delle operazioni di tutti i locali, con grande dispendio di energia.

La forbice di fatturato va dai 400mila al milione di euro circa. Per poter controllare i risultati dei vari locali si iniziano a introdurre delle tecnologie che raccolgono i dati sugli ordini.

Più locali vuol dire avere nuove sfide che vengono accolte grazie alla tecnologia.

Livello 3 – Food Tech Company

Quando si diventa una Food Tech Company? Parliamo di una realtà con più locali che si organizza per processi, lavora tanto sul brand, sulla location, sul training del personale. Presidia la tecnologia e ha risultati prevedibili, ha un database di clienti e comprende i flussi di prenotazione.

Diventare una Food Tech Company è un passo obbligato se si vuole proteggere la redditività al crescere dell’azienda. Assumono sempre più importanza processi chiari e procedure codificate, senza le quali è impossibile riuscire a conservare degli standard qualitativi ottimali e riconoscibili fra i vari punti vendita.

Il fatturato dipende dal numero dei locali, ma solitamente si va da 1 milione di euro a 15/20 milioni all’anno, prima di attrarre investitori esterni. La Food Tech Company è l’ultimo passo per arrivare a essere una realtà che attrae investimenti e si apre anche all’estero, con il franchising per esempio.

Questi sono tre livelli per comprendere bene qual è il mindset e dove si trova il tuo ristorante – o i tuoi ristoranti – in questo momento.

Le tecnologie aiutano a crescere e a fare il salto di mentalità

I software gestionali per ristoranti sono alleati perfetti per automatizzare tutti i processi di ordine, tagliare i costi nascosti, sbloccare tempo, raccogliere dati, tenere i locali e i loro processi sotto controllo, analizzare i report e continuare a evolversi per passare da Chef a Imprenditore, da Imprenditore a Food Tech Company e da qui verso obiettivi ancora più grandi.


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