Garantire condizioni di lavoro sane e sicure

Si è appena conclusa la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro: anche l’edizione di quest’anno ha puntato a promuovere una vita lavorativa sostenibile e dalle condizioni di lavoro sane e sicure. Ma non sono di certo solamente le campagne di sensibilizzazione a garantire che vengano rispettate tutte le norme relative alla sicurezza: esiste infatti un complesso sistema di sanzioni in materia di Sicurezza e Salute sul lavoro, con pene di tipo pecuniario e detentivo da non sottovalutare. Lungi dal coinvolgere solamente il datore di lavoro, queste sanzioni possono colpire chiunque rivesta un qualsiasi grado di responsabilità all’interno di un’azienda.

Tre tipi di responsabilità

Non si parla quindi di quisquilie: sottovalutare l’importanza della sicurezza sul luogo di lavoro può portare a pesantissime multe e persino all’incarcerazione. Prima di arrivare alle sanzioni vere e proprie è necessario però comprendere tutti i tipi di responsabilità previste dal sistema giuridico: da queste, infatti, derivano tutte le ammende e le pene applicabili. Le categorie di responsabilità giuridica previste dalla normativa italiana sono tre, ovvero amministrativa, civile e penale.

La responsabilità giuridica di tipo amministrativo prevede nella maggior parte dei casi delle sanzioni pecuniarie, e può interessare sia gli enti che i soggetti individuali. A regolare questa classe di ammende per ogni obbligo e per ogni figura aziendale sono il decreto legislativo 81/08 e il decreto legislativo 106/09.

La responsabilità giuridica di tipo civile possiede un’ulteriore distinzione interna, secondo la quale le responsabilità possono essere sia soggettive che oggettive. Nel primo caso l’individuo è responsabile unicamente dalle azioni di tipo doloso o colposo commesse in prima persona; nel caso delle responsabilità oggettive, invece, egli deve rispondere anche dei danni commessi dai suoi sottoposti. Quest’ultimo caso, ovviamente, è tipico del titolare aziendale o dei funzionari posizionati in alto nella gerarchia dell’impresa. Le sanzioni sono definite dal Codice Civile oppure da un contratto dalle parti, e possono riguardare sia un individuo che un’impresa. Nella maggior parte dei casi queste sanzioni prevedono il risarcimento dei danni, con l’eventuale aggiunta delle spese istruttorie.

La responsabilità giuridica di tipo penale viene regolata dal Codice Penale e prevede tre tipi di pene: detenzione, ammenda pecuniaria e interdizione (ma anche, in casi specifici la semplice sospensione). A differenza della responsabilità giuridica civile, quella penale è solo ed esclusivamente di tipo soggettivo.

Le sanzioni per lavoratori, dirigenti e datori di lavoro

Le sanzioni – proporzionate al ruolo gerarchico aziendale e quindi al livello di responsabilità – sono definite nel dettaglio dal Testo Unico sulla Salute e sulla Sicurezza sul Lavoro. Le sanzioni più leggere sono ovviamente quelle che colpiscono il semplice lavoratore: sono nella maggior parte dei casi di tipo pecuniario e raggiungono al massimo 600 euro di ammenda. Va però sottolineato che, soprattutto nel caso delle infrazioni più leggere, si tende a procedere con segnalazioni e richiami ufficiali, lasciando l’opzione delle sanzioni economiche come ultima ratio.

È ovviamente diverso il discorso per quanto riguarda i preposti, i dirigenti e i titolari delle aziende. Nel caso dei preposti, un’inadempienza legata alla sicurezza sul lavoro può portare ad una sanzione fino ai 1.200 euro e anche ad una pena detentiva. Va ovviamente peggio ai dirigenti e ai datori di lavoro, i quali sempre per inadempienza, rischiano un periodo di detenzione fino agli 8 mesi e una sanzione fino ad un massimo di 6.600 euro. La natura delle ammende e delle pene, come prevedibile, si fa ancora più severa nei casi riconducibili all’omicidio colposo o alle lesioni personali colpose: in questi casi, infatti, il Testo Unico sottolinea che, se l’elemento scatenante è una violazione delle normative, si debba innescare automaticamente un’istruttoria di tipo penale a pieno carico dei soggetti inadempienti.

L’importanza del POS e del DVR

Esistono poi ulteriori sanzioni applicabili anche per l’eventuale mancata o incompleta elaborazione dei documenti relativi alla sicurezza. In seguito all’omessa redazione del piano operativo di sicurezza, per esempio, è prevista la sospensione dell’attività imprenditoriale e, sia per il datore di lavoro che per i dirigenti, sono possibili multe fino a 6.000 euro e l’arresto fino a 6 mesi. Risultano ancora più gravi le sanzioni per la mancata o incompleta elaborazione del DVR: in questo caso le ammende di tipo economico possono arrivare fino a 15.000 euro, accompagnate da pene detentive fino a 8 mesi di reclusione. Tutto questo, ovviamente, può essere evitato con l’adozione di un apposito software per la redazione del POS e del DVR: non bisogna infatti dimenticare che questi documenti possono essere richiesti in qualsiasi momento da molti enti preposti al controllo, come l’Inail, l’Asl, l’Inps e persino i Vigili del fuoco.

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