A partire dal marzo del 2020, i ristoratori italiani hanno vissuto un susseguirsi di piccole e grandi rivoluzioni, determinate di volta in volta dall’entrata in vigore di nuovi regolamenti e di eccezionali limitazioni.

Si è partiti con il lockdown, che ha portato i ristoratori più dinamici a investire sul servizio d’asporto e su quello di consegna a domicilio. Poi sono subentrate le limitazioni, con i ristoratori a dover privilegiare fortemente gli spazi esterni, distanziare i tavoli, ridurre la capienza delle sale, nonché accorciare di parecchio gli orari di apertura. Per non parlare, poi, dei periodi in cui gli unici a poter entrare nelle sale dei ristoranti erano i lavoratori delle aziende localizzate nelle immediate vicinanze, mediante la stipula di apposite convenzioni.

Oggi, come è noto, ci si sta avvicinando alla normalità, per mezzo dell’uso del green pass. Alle “normali” sfide che i ristoranti avevano conosciuto negli anni passati, quindi, si sono sommate nuove sfide straordinarie e complesse, rendendo la trasformazione digitale della gestione dell’attività quanto mai urgente.

La trasformazione digitale del ristorante in vista della prossima stagione

L’estate è ormai alle spalle e ai ristoratori spetta ora il compito di prepararsi per la nuova stagione. Una cosa è certa: resterà alta l’importanza del servizio di asporto e di consegna a domicilio, abitudine che ormai è entrata a far parte della quotidianità dei consumatori. È dunque necessario poter fare affidamento su strumenti in grado di raccogliere gli ordini online, di ridurre gli sprechi di tempo e di evitare le code.

Ed è proprio questo uno dei grandi problemi in cui incappano molti locali: dovendo offrire allo stesso tempo due modalità di servizio, d’asporto e in sala, si finisce spesso per privilegiare l’uno o l’altro, creando immancabilmente lunghi tempi d’attesa sull’altro canale. E questo, si sa, genera immancabilmente lo scontento dei clienti, che si traduce già sul breve termine in un decremento dei profitti (per non parlare poi di quanto le code di persone in attesa dell’asporto o di entrare in sala siano da evitare in tempo di distanziamento e di capienze limitate).

Un gestionale per ristoranti capace di bilanciare la doppia gestione tra sala e asporto può dunque fare la differenza, in ristorante e in pizzeria.

Come scegliere il miglior gestionale per ristoranti e pizzerie

Organizzare gli ordini per l’asporto e gestirli in base alle priorità, in modo da facilitare il lavoro della brigata in cucina e, al medesimo tempo, assicurare un’ottima esperienza al cliente, rafforzando parallelamente il branding del locale (anche grazie a una buona user experience sul canale digitale per le ordinazioni d’asporto o a domicilio).

Questa è l’esigenza peculiare del gestionale per ristoranti post-Covid, ma va sottolineato che restano anche tutti i bisogni “normali”, dell’attività, quali la gestione dei tavoli e la gestione delle comande da palmare, la gestione delle scorte, la fatturazione elettronica e lo scontrino telematico, nonché la gestione dei turni del personale e, dall’altra parte, la gestione dei clienti, per aumentare il livello di fidelizzazione.

L’adozione dei corretti strumenti digitali è ormai un passo obbligato per ottimizzare il lavoro in cucina e in sala, tanto più ora che i clienti hanno imparato a dare spesso per scontata la presenza di queste preziose tecnologie.


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