A partire dalla Leggi di Bilancio del 2016 e con le successive aggiunte negli anni successivi, anche in Italia è andato prendendo sempre più spazio il tema del welfare aziendale e dei vantaggi per i dipendenti e per le aziende che questo comporta.

Non a caso, sono in crescita le imprese che adottano contratti integrativi di welfare aziendale: stando al rapporto Welfare Index PMI 2018, questi sono stati attivati dal 32,5% delle PMI, con più del 50% delle imprese ad affermare che, nei prossimi 5 anni, ci sarà un impegno ancora maggiore.

È interessante poi notare che, secondo il 36,6% delle imprese intervistate, la produttività è aumentata in conseguenza alla crescita della soddisfazione dei lavoratori, incremento dettato proprio dalle nuove politiche di welfare aziendale. Tra i vantaggi da non dimenticare, però, ci sono anche e soprattutto gli importanti sgravi fiscali.

I possibili benefit aziendale

I vantaggi del welfare aziendale per le aziende passano prima di tutto attraverso quelli per i dipendenti: maggiori sono la loro soddisfazione e il loro benessere, maggiore è anche la produttività.

Sono diversi i servizi che le aziende possono mettere a disposizione dei propri dipendenti e delle loro famiglie, tra cui:

  • educazione
  • istruzione
  • assistenza sociale
  • previdenza complementare
  • servizi sanitari
  • servizi di ricreazione
  • mutui
  • buoni pasto

Sono tanti i benefici per il dipendente, il quale, va sottolineato, ha oggi la possibilità di sostituire un eventuale premio retributivo con una prestazione di welfare integrativo. Tutti i beni e i servizi inseriti in un piano di welfare aziendale sono infatti totalmente detassati, con un azzeramento del cuneo fiscale.

In altre parole, il valore dei servizi goduti del dipendente non rientrano nell’imponibile Irpef – laddove invece un eventuale aumento di busta paga o un premio di produzione in denaro verrebbero fortemente ridimensionati da tasse e contributi.

Welfare aziendale: i vantaggi per le imprese

Nel momento in cui il piano di welfare aziendale è proposto per la totalità dei dipendenti o per un’intera categoria, e non per dei singoli impiegati, l’impresa può usufruire di importanti agevolazioni fiscali. Sono stati del resto gli stessi governi, con le Leggi di bilancio 2016, 2017 e 2018, a incentivare l’attivazione di piani di welfare aziendale mirati. Per farlo, è stata introdotta soprattutto la deducibilità dal reddito d’impresa della totalità dei costi relativi ai servizi offerti ai dipendenti.

Nel decidere se attivare o meno dei benefit per i dipendenti diventa quindi fondamentale considerare i concreti vantaggi sulle imposte sul reddito delle imprese: basti pensare a quanto può diminuire la quota Ires da versare, laddove l’imponibile si riduce per ogni euro speso in servizi aziendali.

Sfruttare al meglio un piano di welfare aziendale

I piani di welfare aziendale vanno pianificati in modo meticoloso. Non è infatti particolarmente remota la possibilità di ritrovarsi con dei pacchetti di welfare che, per la loro natura, non vengono utilizzati dai propri dipendenti. Diventa quindi fondamentale selezionare i servizi in base alle esigenze reali degli impiegati e degli operai, le quali cambiano in base all’età, alla situazione familiare e via dicendo.

È poi necessario comunicare in modo efficace ai propri dipendenti i benefici concreti di questi servizi: i manager devono capire i vantaggi per l’azienda, mentre il resto del personale deve comprendere i benefici assicurati a livello individuale.

 


 

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