A fine giugno la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, presentando le linee guida per il nuovo anno scolastico insieme al premier Giuseppe Conte, aveva dichiarato «a settembre si torna a scuola in presenza e in sicurezza», fissando al 14 settembre il giorno del rientro.

E così è stato, eccezione fatta per Sardegna, Calabria, Puglia, Abruzzo, Basilicata e Campania, che hanno posticipato l’apertura alla settimana successiva. Dopo oltre 6 mesi di lockdown, quindi, le scuole italiane sono tornate ad accogliere scolari e studenti, con tutte le difficoltà del caso.

È ovviamente ancora presto per un bilancio dal punto di vista dei contagi, per il quale bisognerà attendere alcune settimane, anche se già in questo periodo non sono mancati degli stop in numerosi istituti. Non ci sono dubbi: sono diversi i problemi che le scuole, come anche le università, devono e dovranno affrontare.

Come già chiarito dal Comitato Tecnico Scientifico che ha supportato il governo nella stesura dei protocolli «il distanziamento fisico, inteso come un metro fra le rime buccali degli alunni, rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione».

E se questa esigenza ha tenuto in forse la riapertura delle scuole fino all’ultimo momento, per quanto riguarda l’università valgono invece le recenti dichiarazioni del ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, il quale ha spiegato «abbiamo organizzato con tutti gli atenei la ripartenza in presenza a settembre, con affollamento delle aule al 50%, disciplina degli accessi e sanificazione, per la piena sicurezza. Avremo una parte dei corsi in presenza, così come le attività di laboratorio, alcuni corsi verranno ancora tenuti a distanza, anche per garantire la continuità didattica».

Necessaria riorganizzazione del lavoro e della gestione degli spazi

L’università, come evidenziato da Manfredi, «non può prescindere dall’aula in presenza, ovvero il luogo in cui studenti e docenti si incontrano». E lo stesso vale ovviamente, e a maggior ragione, per la scuola. Davanti alle sfide attuali è però indispensabile un ripensamento totale del modello scuola, dall’organizzazione delle lezioni alla gestione delle risorse e degli spazi comuni.

Quella che si cerca, ha sottolineato il primo ministro Conte, è «una scuola più moderna, più sicura, più inclusiva», che possa finalmente voltare alle spalle – e questa volta davvero – alle cosiddette ‘classi pollaio’, doppiamente illegali di fronte all’emergenza sanitaria in corso.

Ed è proprio intorno alla gestione degli spazi che si concentra l’attenzione di chi ha lavorato e sta lavorando per rendere sicure le aule delle scuole e delle università italiane. Basti pensare che, non molte settimane fa, un censimento del governo delle strutture scolastiche italiane aveva individuato una fetta pari al 15% degli studenti senza uno spazio in cui partecipare alle lezioni.

Lo Stato non può che affidarsi all’edilizia scolastica per risolvere questo problema, i singoli istituti devono invece impegnarsi per gestire in modo efficace gli spazi comuni, adottando delle strategie già sperimentate da diverse università italiane.

La gestione degli spazi nelle università: il supporto di EasyStaff

Lezioni, seminari, sessioni di laurea e di esame: la gestione delle aule universitarie non è mai facile. Si tratta di un’attività che richiede una fitta e continua collaborazione tra professori, amministrativi e segreterie didattiche, e che non di rado porta a errori e a conflitti.

Queste sovrapposizioni sono da evitare particolarmente ora, oggi che la gestione degli spazi è ancora di più una questione di sicurezza. In questa situazione il modulo EasyRoom della suite EasyAcademy, la soluzione gestionale per le università messa a punto da EasyStaff, diventa uno strumento particolarmente prezioso.

Grazie a EasyRoom è infatti possibile centralizzare la prenotazione di aule, sale e laboratori per avere una regia dall’alto e sempre aggiornata per la gestione degli spazi, anche quando nel medesimo edificio si trovano per esempio a muoversi diversi dipartimenti.

Questa soluzione, già implementata da alcune importanti università, può essere vista come un modello da cui trarre spunto anche per il mondo delle scuole, per gestire al meglio il contenimento del contagio attraverso un’efficiente gestione degli spazi. 

La gestione degli spazi nelle università

EasyStaff per la ripartenza delle lezioni

Dal momento del lock-down EasyStaff ha lavorato giorno e notte per proporre alle Università dei moduli software aggiuntivi che permettessero di iniziare le lezioni del primo semestre 2020-2021 in massima sicurezza; da questi presupposti è nato il modulo EasyLesson, completamente integrato ad EasyRoom e all’intera suite EasyAcademy, grazie al quale gli studenti, attraverso un’applicazione mobile, possono prenotare il posto in aula a lezione fino al raggiungimento della capienza massima ridotta delle aule.

A prova della grande fiducia che gli Atenei ripongono nelle soluzioni di EasyStaff, EasyAcademy è stata già adottata da 22 Atenei che, grazie all’introduzione del nuovo sistema, possono risolvere il problema del distanziamento fisico in aula (e il relativo affollamento delle sedi) e contemporaneamente tracciare gli studenti all’ingresso degli edifici.

Ancora, EasyStaff ha realizzato un modulo della suite EasyAcademy denominato ServicePlanning, adottato da 20 Atenei, che prevede la prenotazione on-line del posto a sedere nelle aule studio e nelle biblioteche oltre alla prenotazione on-line dei servizi a sportello delle segreterie (sia appuntamenti in presenza che appuntamenti virtuali tramite integrazione ad una piattaforma di video-conferenza dedicata).