Quando sono emersi i primi casi di Long Covid, c’era una mancanza di consapevolezza e molto scetticismo sul post-COVID-19 tra le persone e i professionisti medici. Di conseguenza, gli individui con sintomi persistenti non hanno ricevuto le cure mediche necessarie di cui avevano bisogno.

Cos’è la sindrome Long Covid, chi può essere colpito e quali sono gli effetti sulla salute dei lavoratori?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito post-COVID-19 o Long Covid, come una condizione che si verifica:

  1. in individui con una storia di infezione da SARS CoV-2 probabile o confermata,
  2. di solito a distanza di tre mesi dall’insorgenza di COVID-19
  3. con sintomi che durano per almeno due mesi
  4. in presenza di sintomi che non possono essere spiegati da una diagnosi alternativa.

Quando i sintomi continuano oltre i tre mesi la sindrome ha preso il nome di Long Covid o sindrome post-Covid. In un sondaggio condotto nel Regno Unito su 20.000 casi è emerso che:

  • il 13,7% ha avuto sintomi per oltre 12 settimane
  • la prevalenza più alta si è verificata tra i 35 ei 49 anni
  • il 25,6% di quella fascia di età con sintomi
  • le donne hanno più probabilità di avere sintomi rispetto agli uomini.

L’analisi dei dati indica che i sintomi del Long Covid hanno influenzato negativamente le attività quotidiane di 1,1 milioni di persone di cui un 19% che riferisce che la capacità di intraprendere attività quotidiane è stata “molto limitata “.

Quali sono i segni, i sintomi e gli impatti sulla salute di Long Covid?

Il COVID-19, ma anche il Long Covid possono essere definiti come nuove malattie che possono colpire qualsiasi organo del corpo. Il meccanismo responsabile di questi effetti è ancora incerto, ma da più parti si sostiene che probabilmente è dovuto all’infiammazione del rivestimento dei vasi sanguigni (endotelio), il che sarebbe confermato proprio anche dal fatto che può colpire qualsiasi organo.

Gli effetti a lungo termine più comuni sono affaticamento e affanno. La perdita del gusto e/o dell’olfatto può persistere per mesi.  La maggior parte se non tutti questi sintomi migliorano con il tempo e il trattamento, ma alcuni sintomi come perdita del gusto e dell’olfatto, vertigini, dolori al petto possono persistere. Un buon numero di persone accusano vertigini nel passare dalla posizione eretta a una posizione seduta.

Discorso a parte meritano infine i problemi legati alla salute mentale che possono persistere e rimangono legati al lungo periodo di malattia e alla non guarigione. Alcuni studi indicano che diversi pazienti Long Covid accusano anche disturbi e disfunzioni di tipo cognitivo.

In definitiva però la lista non appare esaustiva perché qualsiasi parte del corpo può essere interessata.

Circa il 33% di tutti i lavoratori, in particolare:

  • i soggetti più anziani,
  • quelli che hanno avuto un ricovero ospedaliero legato al COVID,
  • coloro che lamentavano malattie preesistenti al Long Covid

registrano un aumento considerevole e persistente di problematiche.

Il tempo necessario per riprendersi da COVID-19 varia in modo significativo tra gli individui infetti, con differenze importanti; gli studi indicano che circa la metà si riprende entro tre mesi. La maggior parte delle persone si riprende entro sei mesi, ma pochissime rimangono inadatte a lavorare anche dopo due anni.

Quali sono o potrebbero essere gli effetti sulla sicurezza e la salute dei lavoratori?

È necessario che RSPP/HSE Manager, Datori di lavoro, Medici competenti e RLS, prendano in seria considerazione questo nuovo stato di fatto.

I numeri di questi ultimi due anni parlano chiaro: si registrano molti sintomi e limitazioni fisiche nella popolazione lavorativa che lamenta Long Covid. Le interviste e le analisi effettuate sui pazienti Long Covid hanno evidenziato che i disturbi sopra elencati risultano prevalenti in circa l’85% dei pazienti.

Lo sviluppo di Long Covid può essere un’esperienza traumatica per i lavoratori precedentemente attivi e vigorosi e di conseguenza, spesso dopo un lungo ricovero in ospedale, causare ansia e depressione nell’individuo. Le implicazioni per la sicurezza e la salute sul lavoro (SSL) dei lavoratori di queste condizioni possono essere considerevoli ed a volte permanenti, ridimensionando di fatto in maniera drastica, la capacità lavorativa di alcune persone.

Importante che tutti gli attori della sicurezza dell’organizzazione, in primis il datore di lavoro siano consapevoli della sindrome, della portata e della durata dei sintomi, nonché dei limiti di un lavoratore affetto da Long Covid. Sarà quindi necessario prendere adeguate misure per garantire la sicurezza del lavoratore e la sicurezza degli altri e questo potrebbe implicare un adeguamento di mansioni o la modifica dei compiti, come peraltro previsto dalla normativa vigente.

Quali sono le implicazioni per la capacità lavorativa?

Quando si considerano le dimensioni potenziali del fenomeno Long Covid e il fatto che la maggior parte sono lavoratori, si capisce bene come il Long Covid rappresenti una sfida considerevole per i datori di lavoro perché ad esempio preposti o lavoratori non sostituibili possono avere difficoltà a tornare ai loro normali lavori entro tempi brevi.

Se un lavoratore con Long Covid ha complessi problemi di salute che impediscono il suo ritorno al lavoro, sarà necessaria una valutazione in primis della salute, ma anche della sicurezza e delle eventuali condizioni emergenziali ipotizzabili sul lavoro, per identificare al meglio da un lato la sua capacità lavorativa, e dall’ altro con maggiore chiarezza tutti i suoi limiti in ogni condizione lavorativa prevedibile.

La maggior parte dei lavoratori che stanno cercando di uscire dal Long Covid, trovano beneficio con un ritorno al lavoro lento e graduale per un periodo da uno/due mesi che in alcuni casi può aumentare. La gradualità del ritorno al lavoro è particolarmente importante dal punto di vista sanitario, proprio per ridurre il rischio di ricadute.

Si è visto che affaticare inutilmente le persone affette da Long Covid, può causare ricadute anche importanti delle loro condizioni e ritardare ulteriormente il loro recupero, con cadute in un loop infinito che ha ripercussioni inevitabili anche sulla salute mentale dei pazienti.

Quali sono le sfide per la prevenzione e la gestione dei rischi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro legati al Long Covid? Quali potrebbero essere le possibili minacce?

È importante ridurre al minimo i rischi di infezione e reinfezione sul posto di lavoro.

Il virus SARS-CoV-2 cambia frequentemente la sua infettività e gli RSPP/HSE Manager devono:

  1. intraprendere una valutazione del rischio per l’infezione da COVID-19 per tutti i luoghi in cui essa è applicabile (sanitario e cura)
  2. oppure attenersi al protocollo anticontagio generale revisionato il 30 giugno 2022 e quelli di comparto, nonché, in ogni caso, istituire misure di controllo.

Alcuni comparti (trasporti, sanità) mantengono l’obbligo di mascherine di protezione delle vie respiratorie.

La valutazione dei rischi sul luogo di lavoro o in alternativa il protocollo devono essere regolarmente aggiornati per tenere conto dei cambiamenti nell’infettività o nelle conoscenze sul rischio di infezione.

Anche la formazione di tutti i lavoratori in materia di sicurezza COVID-19 dovrebbe essere aggiornata regolarmente. Ove possibile, dovrebbe sempre essere incoraggiato il lavoro a domicilio/smart working e forme similari.

Ove necessario, dovrebbe essere effettuata una valutazione del rischio per i lavoratori che presentano condizioni di base che li rendono più vulnerabili (fragili/super fragili).

Per i lavoratori che tornano al lavoro con Long Covid è importante che RSPP/HSE Manager e MC si informino regolarmente sulla loro salute, in modo da avere consapevolezza delle limitazioni imposte dai sintomi critici in termini di sicurezza e per garantire che i lavoratori non mettano a rischio se stessi, i colleghi o i clienti.

L’obiettivo rimane quello di cercare di riportare un lavoratore alle piene mansioni. Per i lavoratori con problemi complessi può essere necessaria una revisione periodica da parte del medico competente per monitorare tutte le criticità.

Conclusioni

Il Long Covid è una sindrome ancora poco conosciuta a causa dei sintomi variabili.

È quindi importante che i datori di lavoro riconoscano l’importanza del Long Covid e di come dovrebbe essere gestito per riabilitare un lavoratore al proprio lavoro in modo ottimale o fornire mansione alternativa.


Vuoi saperne di più sul long term Covid?

Scopri le soluzioni


Note:

  1. I fallimenti in materia di salute e sicurezza sono fattori centrali nella storia e nell’evoluzione di questa pandemia.
  2. L’origine del virus SARS-CoV-2 di fatto è ancora oscura.
  3. La pandemia ha evidenziato l’importanza della biosicurezza e la costante sottovalutazione del rischio biologico.
  4. Questo aumento dell’attenzione alla salute e alla sicurezza include i principi di controllo o prevenzione dei pericoli e le migliori pratiche, tra cui la valutazione del rischio, l’eliminazione, la sostituzione e il contenimento.
  5. In questa pandemia, sono stati rilevati fallimenti anche gravi, nella fornitura e nell’adeguatezza delle misure e dei processi di prevenzione, nonché di dispositivi di protezione individuale efficaci; ciò ha comportato un aumento dei rischi per i lavoratori in contesti occupazionali diversi come l’assistenza sanitaria, la trasformazione alimentare e il trasporto.
  6. La pandemia ha rivelato una serie importante di fallimenti soprattutto nel controllo dei rischi. Dopo le estenuanti esperienze e le perdite degli ultimi tre anni sotto la pandemia è importante che le future epidemie siano prevenute il più possibile e, qualora non sia fattibile, i loro effetti dannosi mitigati.
  7. È essenziale che i datori di lavoro comprendano chiaramente la loro responsabilità di affrontare i rischi derivanti dall’esposizione ad agenti biologici e che i per i lavoratori prendano la responsabilità di prendersi cura per quanto possibile della propria sicurezza e salute e di quella delle altre persone interessate dai loro atti o compiti, in conformità con la formazione e le istruzioni impartite dal loro datore di lavoro.

Dati/fonte: EU-OSHA, 2022

Taggato come: