Secondo uno studio pubblicato da Oxford Economics, su 1,5 milioni di Chief Executive presenti negli Stati Uniti, solamente un quarto è costituito da donne e solo un decimo da persone di minoranze etniche. L’European Women on Boards Gender Diversity Index ha invece analizzato le aziende presenti nell’indice azionario STOXX Europe: su 600 società, solamente 28 hanno un CEO donna.

E ancora, uno studio condotto in Germania ha dimostrato che le persone con nomi tedeschi hanno maggiori probabilità di essere contattate per un colloquio di lavoro. Queste sono solamente alcune delle tante indagini che mostrano quanto sia importante un maggiore impegno sul fronte Diversity Management, sapendo peraltro che i gruppi di lavoro formati con criteri inclusivi conseguono migliori risultati rispetto ai team composti senza seguire tali parametri.

Le aziende che desiderano aumentare le performance, lavorare con i migliori talenti ed essere in linea con la svolta culturale in corso devono integrare nei propri processi la diversità, per poi valorizzarla al massimo grado. Va però sottolineato che il Diversity Management efficace non è attività che possa essere improvvisata.

Cos’è il Diversity Management

Occuparsi di Diversity Management significa affrontare e sostenere all’interno di un team più stili di vita, più peculiarità personali, includendo e accettando nel proprio gruppo dei background differenti a livello culturale, etnico, geografico, sociale, economico e politico.

L’obiettivo è valorizzare qualunque genere di diversità, che per l’appunto può essere di genere, o anagrafica, oppure culturale e formativa. Come specificato dalle studiose Marylin Loden e Judy Rosener, è possibile infatti distinguere due tipi di diversità: quelle primarie definite alla nascita quali per esempio l’età e l’etnia, e quelle secondarie, in cui sono inseriti il percorso formativo e professionale, l’esperienza e il ruolo nell’organizzazione, il reddito, la collocazione geografica ecc., ossia gli elementi acquisibili, quindi modificabili, nel corso del tempo.

Negli ultimi anni, diversi studi hanno dimostrato i vantaggi del Diversity Management all’interno delle imprese, con alcune indagini che sono arrivate a evidenziare che, impegnandosi su questo aspetto, è possibile incrementare i ricavi aziendali di quote superiori al 30%. Guardando esclusivamente ai risultati lavorativi, un’indagine condotta da McKinsey ha per esempio dichiarato che un team inclusivo ottiene il 35% in più rispetto a un team non inclusivo e che i team composti al 50% da donne e al 50% da uomini generano in media il 41% in più in termini di profitto.

A questo va aggiunto il fatto che un buon Diversity Management può essere molto prezioso dal punto di vista dell’employer branding e in generale per la gestione del personale: il processo di recruiting è favorito, il tasso di turnover si riduce, i dipendenti sono più soddisfatti.

Il Diversity Management in azienda: alcuni esempi

Per mettere in campo delle azioni concrete per aumentare l’inclusività e la diversificazione in azienda è possibile seguire diverse best practice. Si parte nella maggior parte dei casi dalla selezione del personale, andando a cercare nuove risorse in aree differenti rispetto a quelle abitudinarie, andando per esempio al di là delle “solite” scuole di specializzazione.

Sempre nel recruiting, per lavorare sull’age diversity, è consigliabile trascurare quando possibile il fattore età, premiando invece i meriti e l’esperienza. Si dovrebbe poi puntare alla parità retributiva, per eliminare il pay gender gap, e più in generale favorire il confronto e un dialogo aperto sulle diversità.

Questi processi, però, non risultano sempre di facile attuazione e vanno programmati e seguiti con attenzione.

Gestire al meglio la diversità all’interno dell’azienda: una questione di competenze

Non stupisce che il Diversity Manager sia una figura sempre più ricercata e sempre più strategica per la gestione delle Risorse Umane, chiamata a favorire l’integrazione, a valorizzare i tratti distintivi delle risorse.

Va però sottolineato che anche l’HR Director, l’HR Manager e l’HR Professional hanno un ruolo chiave per la gestione delle diversità all’interno dell’azienda, contribuendo in prima persona a creare valore aggiunto: da qui la necessità di inserire diversità e inclusione tra i temi chiave per la formazione e l’aggiornamento in azienda.


Vuoi saperne di più sul diversity management?

Scopri le soluzioni

Taggato come: