La normativa di riferimento

Il 30 dicembre 2021, sulla GU n. 309, è stato pubblicato il D. Lgs 29 dicembre 2021 n. 230 contenente: «Istituzione dell’assegno unico e universale per i figli a carico, in attuazione della delega conferita al Governo ai sensi della legge 1°.4.2021, n. 46».

Successivamente anche l’INPS, con il Msg. 4748 del 31.12.2021, ha fornito le prime istruzioni operative e ha rilasciato la procedura informatica per la presentazione delle domande.

Assegno unico universale per i figli: cos’è

È una prestazione erogata mensilmente dall’INPS ai nuclei familiari, che ne fanno richiesta, con figli minori (l’assegno spetta già a partire dal settimo mese di gravidanza), figli maggiorenni ma con meno di anni 21 (nel rispetto delle previste condizioni) ovvero figli senza limiti di età e condizioni se disabili.

Assegno unico universale per i figli: cosa sostituisce

L’ANF, assegno per il nucleo familiare, che veniva pagato in busta paga e le detrazioni d’imposta per i figli a carico minori di 21 anni e la detrazione per famiglie numerose (4 e più figli).

Decorrenza

Dal mese di marzo 2022.

A chi spetta

A tutti i nuclei familiari indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori.

Requisiti 

I requisiti soggettivi che il richiedente deve avere (per tutta la durata del beneficio) per accedere all’assegno sono:

  • Essere cittadino italiano o di uno stato membro dell’U.E., o un suo familiare, titolare del diritto di soggiorno permanente, ovvero di un cittadino extra U.E.  In possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo o sia titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a 6 mesi o sia titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi;
  • Essere soggetto a imposta sul reddito in Italia;
  • Essere residente o domiciliato in Italia;
  • Essere o essere stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

A quanto ammonta l’assegno

L’ammontare dell’assegno individuato in funzione dell’ISEE e del numero dei figli, oltre alle particolarità legate all’età, alla disabilità e all’età della madre (inferiore a 21 anni), per le quali sono previste specifiche maggiorazioni.

L’assegno non concorre a formare reddito per il beneficiario.

Inoltre

  • Nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro, è prevista l’erogazione di una maggiorazione base per ciascun figlio minore pari a € 30, in riduzione per ISEE superiore a 15.000 euro fino ad azzerarsi al raggiungimento dell’ISEE di 40.000 euro;
  • Dal 2022 altresì riconosciuta una maggiorazione forfettaria per i nuclei familiari con 4 e più figli, pari a 100 euro mensili per nucleo (pareggia a precedente detrazione per famiglie numerose);
  • In assenza di ISEE, l’importo spettante è quello minimo, vale a dire euro 50/mese per i figli minori ed euro 25/mese per i maggiorenni).

È prevista altresì una clausola di salvaguardia (per i primi tre anni), rispetto alla precedente normativa, per i nuclei con ISEE non superiore a 25.000 euro.

Per i predetti fini sono allegate al provvedimento specifiche tabelle riportati i valori spettanti a cui si rimanda.

In assenza di ISEE il nucleo di riferimento è accertato in base ai dati autodichiarati in domanda dal richiedente l’assegno, sulla base dei criteri di cui al DPCM 159/2013, in tale ipotesi spettano gli importi minimi corrispondenti alle diverse situazioni.

In ogni caso è sempre possibile presentare l’ISEE successivamente, in tale ipotesi il Msg, INPS precisa:

ISEE presentato entro il 30 giugno: la prestazione verrà conguagliata e spetteranno tutti gli arretrati a partire dal mese di marzo;

ISEE presentato dal 1° luglio: la prestazione viene calcolata sulla base del valore dell’indicatore al momento della presentazione dell’ISEE.

Esclusione dal reddito 

L’assegno non concorre a formare reddito per il beneficiario.

Chi presenta la domanda

Uno dei due genitori esercenti la responsabilità genitoriale ovvero dal tutore del figlio.

I figli maggiorenni possono presentare la domanda di assegno in sostituzione dei loro genitori, richiedendo la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante, eventualmente maggiorata se disabili.

Tempi di presentazione della domanda

A partire dal Primo gennaio 2022, disponibile sul sito internet dell’INPS la procedura per la presentazione delle domande di assegno unico universale per i figli a carico.

La domanda per beneficiare dell’assegno annuale e riguarda le mensilità comprese nel periodo tra il mese di marzo dell’anno in cui presentata la domanda e il mese di febbraio dell’anno successivo.

Modulo di domanda per la richiesta

Modulo MV70, reperibile sul sito dell’INPS alla sezione “prestazioni e servizi” > “moduli” (https://www.inps.it/prestazioni-servizi/moduli). 

La decorrenza dell’assegno, in funzione della data di presentazione della domanda è la seguente:

  • per le domande presentate a partire dal 1° gennaio al 30 giugno, l’assegno decorre dalla mensilità di marzo;
  • per le domande presentate dal 1° luglio in poi, la prestazione decorre dal mese successivo a quello di presentazione.

Assegno unico universale per i figli: modalità di presentazione della domanda

La domanda può essere presentata attraverso i seguenti canali:

  1. Portale web, utilizzando l’apposito servizio raggiungibile direttamente dalla home page del sito www.inps.it, utilizzando SPID, CIE o CNS.
  2. Contact Center Integrato, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
  3. Istituti di Patronato, utilizzando i servizi offerti gratuitamente dagli stessi.

Decorrenza dell’assegno

La decorrenza dell’assegno, in funzione della data di presentazione della domanda, è la seguente:

  • Per le domande presentate a partire dal 1^ gennaio al 30 giugno, l’assegno decorre dalla mensilità di marzo;
  • Per le domande presentate dal 1^ luglio in poi, la prestazione decorre dal mese successivo a quello di presentazione.

Quando verrà pagato l’Assegno unico – FAQ INPS

L’INPS provvede ad erogare l’assegno entro 60 giorni dalla domanda.

In ogni caso, precisa l’INPS, per le domande presentate a gennaio e febbraio i pagamenti cominceranno ad essere erogati dal 15 al 21 marzo. Per le domande presentate successivamente il pagamento verrà effettuato alla fine del mese successivo a quello di presentazione della domanda. Per chi presenta la domanda entro giugno 2022 i pagamenti avranno sempre decorrenza per le mensilità arretrate dal mese di marzo.

La domanda di assegno unico e universale per i figli è presentata dal genitore una volta sola per ogni anno di gestione e deve indicare tutti i figli per i quali si richiede il beneficio, con la possibilità di aggiungere ulteriori figli per le nuove nascite che dovessero verificarsi in corso d’anno e ferma restando la necessità di aggiornare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per gli eventi sopravvenuti.

La domanda può essere presentata attraverso i seguenti canali:

  • portale web, utilizzando l’apposito servizio raggiungibile direttamente dalla home page del sito www.inps.it, utilizzando SPID, CIE o CNS;
  • Contact Center Integrato, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori);
  • Istituti di Patronato, utilizzando i servizi offerti gratuitamente dagli stessi.

Come verrà pagato l’assegno

L’assegno viene erogato dall’INPS attraverso le seguenti modalità:

  1. accredito su uno strumento di riscossione dotato di codice IBAN aperto presso prestatori di servizi di pagamento operanti in uno dei Paesi dell’aerea SEPA. Gli strumenti di riscossione dell’assegno sono i seguenti:
  • conto corrente bancario;
  • conto corrente postale;
  • carta di credito o di debito dotata di codice IBAN;
  • libretto di risparmio dotato di codice IBAN;
  1. consegna di contante presso uno degli sportelli postali del territorio italiano;
  2. accredito sulla carta di cui all’articolo 5 del decreto-legge n. 4/2019, per i nuclei beneficiari di Reddito di cittadinanza.

Dipendenti con netto garantito

I dipendenti che con le aziende hanno concordato un netto garantito in busta paga, cosa succederà dal mese di marzo 2022?

L’ANF normalmente è fuori dal conteggio (quindi non dovrebbe creare problemi)

Le detrazioni d’imposta potrebbero essere state prese in considerazione, l’eventuale assegno unico che percepirà dall’INPS potrebbe essere complessivamente più favorevole (o sfavorevole?), ma il datore di lavoro non conosce detto importo. Quindi questa situazione va presa in considerazione e può generare problematiche (meno netto più retribuzione?)

Nella valutazione, occorre tenere presente anche dell’intervento sul cuneo fiscale previsto dalla Legge di bilancio 2022, L. 234/2021, che può influenzare ulteriormente (anche in modo significativo) il netto (sono stati modificati gli scaglioni di reddito e le corrispondenti aliquote – sono state modificate le detrazioni per lavoro dipendente, compresa l’abrogazione dell’ulteriore detrazione per i rediti compresi tra 28.000 e 40.000 euro, oltre alla modifica apportata al bonus IRPEF “trattamento integrativo). 

Si potrebbero creare le seguenti situazioni:

  • Meno netto più retribuzione per la lordizzazione (più costi);
  • Più netto meno retribuzione per la lordizzazione (meno costi);

Come gestire le informazioni ai dipendenti 

Potrebbe rendersi necessario predisporre un’informazione che consenta ai dipendenti di venire a conoscenza del motivo che determinerà un «netto a pagare» in busta paga più basso.

Per la predetta finalità, l’INPS e l’Agenzia delle entrate, hanno messo a disposizione, dei datori di lavoro, un’informativa, da consegnare ai dipendenti, su cosa succederà dal 01.03.2022.

In ogni caso, con la consegna della busta paga di marzo 2022 si creeranno sicuramente delle criticità (di spiegazione) che i datori di lavoro dovranno gestire.


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