Sorprendente, in continua evoluzione, ci incuriosisce e ci fa discutere: l’Intelligenza Artificiale vive anche nel 2025 la sua fase di hype. È proprio con questo termine che viene descritta dall’Osservatorio Zucchetti HR 2025, il report annuale in cui vengono sondate le opinioni di  oltre 1.200  differenti aziende del territorio italiano, tra grandi medie e piccole, che si rapportano ogni giorno con l’avanzamento tecnologico. Interesse e sperimentazione si affiancano a una naturale incertezza su modi e contesti di applicazione dell’IA.

Intelligenza artificiale nelle attività HR: i dati dell’Osservatorio Zucchetti

Il 15% degli intervistati afferma di usare l’IA nelle attività HR, in crescita rispetto al 12% dell’anno precedente. E non basta: ancora più rilevante è il dato su chi prevede di introdurla a breve ossia l’11% dei partecipanti all’indagine, trend in aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2024.

Se da un lato questi dati ci rassicurano sulla percezione positiva della nuova tecnologia, i numeri circa le sue applicazioni concrete ci fanno capire che serve ancora tempo affinché possa essere utilizzata in modo strutturato e consapevole nei processi HR aziendali. Per ora, infatti, l’intelligenza artificiale nel settore delle risorse umane rimane confinata a funzioni di produttività individuale e non è ancora integrata nei workflow. In molti casi è “invisibile”, nascosta dentro strumenti digitali già in uso, il che può spiegare una sottostima del suo impatto reale.

A evidenziarci che l’IA sia ancora poco compresa è la lieve diminuzione degli intervistati, rispetto all’anno precedente, a credere con fermezza che questa cambierà radicalmente il lavoro dell’HR (il 62% nel 2025). Segnale che il tema sia percepito come rilevante ma ancora poco chiaro nelle sue applicazioni.

I vantaggi dell’IA nel settore HR

Andiamo oltre la generazione di testi, immagini e media vari. Oltre le mode e i sensazionalismi. L’Intelligenza Artificiale può mostrare tutto il suo valore quando viene incorporata in modo mirato nei processi HR e l’Osservatorio ha rilevato che l’ambito con più potenziale è quello dell’analisi dei dati: il 78% delle aziende vede qui il principale beneficio dell’IA, percentuale che sale all’86% nelle grandi imprese.

Raccogliere e analizzare dati con l’IA nelle risorse umane può aiutare a:

  • conservare e strutturare grandi volumi di dati HR
  • ottenere insight utili a decidere in modo strategico
  • studiare le informazioni e generare report predittivi

Naturalmente, questo approccio non sostituisce il ruolo dell’HR, ma lo potenzia migliorando la qualità delle decisioni e riducendo il tempo passato a svolgere compiti non essenziali.

Le principali applicazioni dell’IA nelle risorse umane

L’Intelligenza Artificiale sta ridefinendo il mondo del lavoro così come lo conosciamo, ma una cosa è certa: questa potente tecnologia valorizza i nostri sforzi e potenzia le nostre capacità. Di certo gli HR avranno presto a propria disposizione funzionalità sempre più specifiche basate sull’analisi dati.

Ma intanto, quali sono le principali applicazioni dell’intelligenza artificiale nelle risorse umane?

Ci sono tre macro-categorie di prodotti IA che stanno confermandosi indispensabili nelle aziende, eccole:

  • Recruiting e talent acquisition
    ottimizza i tempi del percorso di ricerca e assunzione dei talenti e migliora la compatibilità tra aziende e candidati. Alcune funzionalità specifiche? Lo screening dei CV, il Job Matching e la generazione assistita di annunci di lavoro
  • Formazione e retention
    a partire dalle competenze di ogni dipendente, l’IA suggerisce percorsi di formazione utili non solo per ottenere ottimi risultati nel proprio ruolo in azienda ma anche per facilitare la mobilità interna, aumentando la retention del personale
  • Suggerimenti e supporto
    l’IA può individuare situazioni di burnout o disallineamento tra team e leadership, può assistere nella compilazione del piano ferie o nella scelta della postazione in ufficio, ottimizzare le spese legate alla mobilità, consultare banche dati o fornire informazioni direzionali.

L’intelligenza artificiale è qui per restare. Il rischio maggiore? Trattarla come una moda. Il vantaggio più grande? Usarla con criterio per risolvere problemi reali.
E quindi, decidere di integrare l’IA nel proprio flusso di lavoro non basta se a questa scelta non si accompagnano due pratiche fondamentali: formazione e garanzia di sicurezza.

Come si è visto, ad oggi sono ancora tanti gli imprenditori e i manager che non riescono a immaginare il vantaggio che possono trarre dall’IA. Per questo è più che mai urgente che all’interno di qualsiasi contesto aziendale vengano dati gli strumenti per padroneggiare questa tecnologia.
Inoltre, la scelta del software IA va fatta tenendo conto di quali prodotti siano stati pensati per essere già oggi in conformità con la Legge sull’Intelligenza Artificiale (AI Act) che sarà pienamente in vigore ad agosto 2026 e che regolamenta la tutela dei diritti, della trasparenza e della sicurezza dei dati.

L’HR del futuro dovrà saper governare l’IA, capirne il funzionamento, guidarne l’uso e formarne le policy. Il suo ruolo dovrà evolversi, passando dal saper gestire non più “solo” le persone ma persone + tecnologia, in equilibrio tra empatia e dati.

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