Il cambio di turno di lavoro è sempre un evento delicato, in qualsiasi settore e in qualunque tipo di azienda, persino in quelle caratterizzate da rapporti idilliaci tra management e dipendenti. Va infatti considerato il fatto che già di per sé la turnazione porta a importanti ripercussioni sulla vita familiare e sociale dei lavoratori, i quali si trovano settimana dopo settimana a cambiare notevolmente il proprio stile di vita. Ma quanto tempo prima devono dunque essere comunicati i turni di lavoro affinché non insorgano problemi tra i lavoratori e l’azienda? Quali sono, dunque, le norme che regolano il preavviso del cambio di turnazione?

Cosa dice la Costituzione

Come si può immaginare, la comunicazione di cambio turno di lavoro da parte del management deve essere fatta con un certo preavviso, in quanto è del tutto normale che i dipendenti organizzino la propria settimana in base alla turnazione prestabilita. Per capire come deve essere gestita la richiesta per il cambio turno di lavoro è necessario guardare alle norme che regolano questo particolare aspetto del rapporto tra il datore di lavoro e il dipendente, a partire dall’articolo 32 della Costituzione, relativo alla dignità del lavoratore. Da qui si capisce infatti che, al fine di “preservare l’integrità fisica e la personalità morale” del dipendente, la turnazione non deve mai contrastare la vita sociale e familiare del lavoratore.

Il cambio di turno di lavoro secondo la Cassazione

Questo significa che sì, il datore di lavoro ha il diritto di stabilire l’orario lavorativo e l’avvicendamento dei turni per organizzare al meglio la produttività aziendale. Questo potere, però, non può in nessun caso tradursi nella libertà di cambiare i turni di lavoro senza preavviso, e questo è stato confermato più volte dalla Corte di Cassazione, la quale si è pronunciata a più riprese sottolineando la necessità di una comunicazione della turnazione in tempi ragionevoli per garantire la piena programmabilità del tempo libero dei dipendenti.

La pianificazione dei turni di lavoro

Non esistono dunque dei limiti precisi da rispettare, anche se va sottolineato come, pur lasciando un certo margine, la Suprema Corte abbia stabilito per il datore di lavoro il dovere di una programmazione ragionevole, vietando di fatto l’affissione degli orari a ridosso della prestazione lavorativa. Alle aziende conviene dunque doppiamente affidarsi ad un software pianificazione turni, non solo per ottimizzare la produttività, ma anche per non rischiare di andare incontro a pesanti sanzioni.

Il caso di Lanciano

A conferma di quanto spiegato sopra basti vedere quanto successo a Lanciano, in provincia di Chieti. Qui quattro dipendenti macchinisti hanno presentato ricorso per il riconoscimento del danno provocato da una comunicazione dei turni lavorativi senza un ragionevole preavviso. Secondo il giudice del tribunale di Lanciano, i lavoratori sarebbero in questo modo stati esposti a «una serie di disagi nell’organizzazione della vita quotidiana e notevole stress psicofisico derivante dall’incertezza in ordine ai turni da rispettare e dalla necessità di restare a disposizione del datore di lavoro in stazione senza conoscere i tempi dei futuri viaggi». Inutile dire che i dipendenti hanno visto il riconoscimento del danno, con un congruo risarcimento da parte dell’azienda.

Diminuire gli sprechi e i disagi

Per evitare qualsiasi tipo di attrito relativo alla gestione dei turni di lavoro si rende dunque necessaria l’adozione di un sistema che ci permetta di gestire e pianificare agevolmente i turni lavorativi, così da ridurre al minimo i cambi di orario grazie ad un’analisi attenta delle risorse necessarie e avvisare sempre per tempo i dipendenti. Grazie alla definizione automatica delle sequenze delle attività e dell’allocazione dei turnisti, la produttività dell’azienda aumenta, gli sprechi diminuiscono e le possibilità di disagi per i dipendenti vengono ridotte al minimo, evitando così spiacevoli inconvenienti per l’intera azienda.