Un problema attuale e scottante

Mai come in questo periodo in Italia si è parlato così tanto e con tale fervore dei furbetti del cartellino: il caso di Napoli, dove il ripetuto assenteismo dei dipendenti pubblici ha portato all’arresto di ben 55 persone, ha riportato prepotentemente l’argomento sulle prime pagine dei quotidiani. Notizie come queste fanno arrabbiare chiunque, dal lavoratore rispettoso degli orari all’amministratore aziendale.

Nel caso dell’ospedale Loreto Mare, la proiezione dei danni provenienti dalla timbratura illecita dei badge si aggira attorno agli 800 mila euro in soli 5 anni, un vero e proprio furto ai danni dello Stato e dei cittadini. Quello dei furbetti del cartellino è del resto un male endemico in Italia più che altrove, e se il Governo ha finalmente deciso di punire severamente i dipendenti pubblici colti in flagrante, è anche giusto che gli stessi amministratori delle singole aziende si dotino dei più moderni software per rilevare le presenze in azienda. Ma non si parla solo e unicamente di software per controllare gli accessi dei dipendenti: c’è infatti chi pensa a rivoluzionare completamente i sistemi di monitoraggio, appoggiandosi alla biometria.

Un sistema di riconoscimento biometrico per identificare i lavoratori

Cos’è la biometria? E ancora più importante: in che modo potrebbe essere accoppiata in modo efficace con i software per la rilevazione delle presenze sul posto di lavoro? Ebbene, chi ha guardato una buona mole di film di fantascienza negli ultimi anni non dovrebbe avere grossi problemi a comprendere questa innovazione tecnologica.

Un sistema di riconoscimento biometrico permette infatti di identificare una persona sulla base di alcune sue caratteristiche fisiche o biologiche: si va dunque dalle forme più semplici, basate sulla lettura del peso e dell’altezza, fino a quelle più raffinate, come la scansione della retina oppure delle impronte digitali. In che modo infatti i furbetti dei cartellini potrebbero obliterare l’entrata di un collega se per fare questo fosse necessaria l’impronta del suo indice?

Impronte digitali al posto del badge

La possibilità della lettura delle impronte digitali connessa ad una piattaforma per la rilevazione delle presenze è un’ipotesi che sempre più aziende – sia pubbliche che private – stanno prendendo in seria considerazione. E il mercato sta ovviamente rispondendo a questa domanda con nuovi dispositivi e nuovi software per il riconoscimento biometrico capaci sia di garantire in tempo reale la corrispondenza tra il badge di identificazione e la persona che effettua la timbratura sia di tutelare il dipendente dal punto di vista della privacy, poiché i dati sensibili non vengono conservati in server esterni con il pericolo di accessi non autorizzati.

L’annuncio del Presidente della Regione Liguria

Con un simile strumento e un efficace software per la gestione dei turni, i furbetti del cartellino potrebbero unicamente arrendersi ed effettuare finalmente ogni singolo turno dall’inizio alla fine, senza possibilità di sgarrare. In Italia del resto la questione è già stata sollevata pubblicamente dal Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il quale ha di recente annunciato una riforma del cartellino: la sua intenzione sarebbe infatti quella di sostituire tutti i lettori di badge utilizzati all’interno delle aziende pubbliche da altrettanti dispositivi in grado di riconoscere le impronte digitali.