Il compito del legislatore

Non è certo una novità il fatto che la realtà corra più velocemente dell’apparato normativo atto a regolarizzarla: questo succede praticamente da sempre. Prima accade una trasformazione all’interno di un sistema, e subito dopo – si spera – il legislatore provvede a produrre delle norme adatte alla nuova situazione.

È più o meno questo quello che sta succedendo in questi ultimi anni nel mondo del lavoro, con una serie di mutamenti piuttosto diversi tra loro ma accomunati da un fattore scatenante principale, ovvero il processo di digitalizzazione.

Di fronte a questa rivoluzione in corso, è indispensabile che le istituzioni si preparino per creare un sistema normativo in grado di garantire alti livelli di salute e di sicurezza sul lavoro, in quanto insieme ad una rinnovata e multiforme situazione lavorativa arriveranno anche nuovi e finora quasi sconosciuti rischi per i lavoratori.

Una nuova economia, un nuovo sistema normativo

Il lavoro del futuro sarà condiviso (sharing economy), su richiesta (on-demand economy) e ad incarico (gig economy). Insomma, come si può vedere, i cambiamenti che ci aspettano – e che sono già in atto – non sono certo pochi. È dunque indispensabile la formulazione di nuove norme relative alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

E se da questo punto di vista la risposta dei singoli Paesi è stata finora prossima allo zero, va sottolineato che la Commissione Europea ha invece iniziato a muoversi nella giusta direzione: a partire da gennaio a Bruxelles è infatti iniziata la formulazione di un nuovo piano per promuovere la salute e la sicurezza a livello professionale all’interno dell’Unione.

I vantaggi economici di un ambiente lavorativo in sicurezza

Quella avviata dalla Commissione Europea non è del resto un’iniziativa che ha a che fare unicamente con i diritti dei cittadini: non va infatti scordato che una politica efficace in materia di salute sul lavoro porta necessariamente anche ad una serie di vantaggi economici.

Basti infatti pensare alla maggiore produttività dettata dal benessere, alla riduzione delle malattie e degli infortuni (e quindi delle assenze), alla riduzione dei costi relativi all’assistenza sanitaria, e a tanti altri tagli di costi ‘evitabili’.

Il piano della Commissione Europea

La nuova azione della Commissione Europea è partita dall’analisi della normativa vigente in materia di salute e di sicurezza sul luogo di lavoro: questo ha permesso di arrivare alla conclusione che la direttiva quadro 89/391/CEE e le 23 direttive particolari ad essa correlate sono nella maggior parte dei casi conformi ad assicurare un’adeguata garanzia di protezione ai lavoratori. Ciononostante, la Commissione ritiene necessario varare una politica maggiormente in linea con i cambiamenti attuali e futuri del mondo del lavoro; nel dettaglio, le iniziative avviate negli ultimi mesi sono tre:

1. Lotta contro i tumori professionali

La prima causa di mortalità professionale in UE è costituita dal cancro. Alla luce di questo dato la Commissione intende quindi modificare la direttiva 2004/37/CE, nella quale si regolamenta la protezione dei lavoratori europei nei confronti degli agenti cancerogeni e mutageni.

2. Sostegno alle aziende per l’adeguamento al quadro normativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro

La minore disponibilità di risorse finanziarie, la carenza di tecniche e soprattutto un’insufficiente conoscenza della normativa sono i fattori che determinano la diffusa fatica delle aziende europee (soprattutto nel caso delle microimprese e delle PMI) nel conformarsi alle nuove misure in fatto di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

Eppure, come detto, un miglioramento in questa area può fruttare un vantaggio anche sul lato economico: le stime in mano alla Commissione parlano infatti di un aumento medio dei tassi di rendimento pari al 2,2%. Per aiutare le aziende ad attuare le necessarie norme di prevenzione, la Commissione ha dunque pubblicato un vademecum di orientamento pratico rivolto agli imprenditori europei.

3. Aggiornamento e abrogazione delle norme obsolete

Infine, la Commissione Europea si è impegnata ad eliminare o modificare tutte le normative che, in materia di sicurezza e di salute sul lavoro, sono ormai del tutto anacronistiche, come per esempio la direttiva 89/654/CEE. L’obiettivo, dunque, è quelli di arrivare ad un sistema normativo aggiornato, chiaro e pertinente.