La riorganizzazione del mondo del lavoro è stata, fin da marzo, una delle principali armi di difesa contro la diffusione del Coronavirus.

Già dai primi giorni di emergenza sanitaria, al fianco dell’implementazione dello smart working, si è infatti iniziato a ridurre l’affollamento dei locali attraverso una diversa concezione dei turni di lavoro. L’obiettivo è stato fin da subito chiaro e preciso: riuscire a garantire le distanze di sicurezza e ridurre al minimo i contatti – e quindi le occasioni di contagio – gestendo al meglio il personale presente negli stessi ambienti di lavoro.

Dapprima, a ripensare del tutto i turni di lavoro, sono state quelle aziende appartenenti alle filiere strategiche per il Paese che hanno continuato l’attività anche durante il lockdown; poi la medesima esigenza è stata condivisa da tutte le aziende che, con la fase 2, hanno ripreso la produzione.

Un’attenta e precisa previsione del fabbisogno di personale per una corretta gestione dei turni è diventata così doppiamente importante, per un’ampia gamma di realtà aziendali. Ma come è possibile ottimizzare questo processo, per raggiungere il massimo della sicurezza e dell’efficacia, a fronte di una concreta riduzione dei costi?

Come si calcola il fabbisogno di personale?

Partiamo dall’analisi degli anni precedenti

Il metodo più conosciuto e praticato per dimensionare la turnistica consiste nell’analisi statistica dei dati raccolti negli anni precedenti, andando quindi a controllare lo storico per individuare indicatori di guida e impostare la turnazione dell’immediato futuro.

Indubbiamente questo metodo permette di organizzare i turni e gli orari di lavoro in modo migliore rispetto a chi stima il fabbisogno di personale senza nessun dato statistico di partenza. È però vero che si può fare di meglio per ottimizzare fino in fondo questo processo e quindi le performance aziendali.

Teniamo in considerazione tutte le variabili

Ci sono tante variabili da tenere in considerazione per calcolare quanti e quali lavoratori saranno necessari per svolgere in sicurezza e in modo soddisfacente le attività aziendali. Certo, i dati storici possono aiutare, ma è vero che le situazioni si presentano raramente allo stesso modo.

A influire sul fabbisogno di personale nelle settimane e nei mesi che verranno sono le richieste dei propri clienti, i prodotti attualmente presenti in magazzino, le nuove normative, le differenti competenze dei dipendenti, l’esigenza di lanciare nuovi prodotti, l’introduzione di nuovi macchinari o di nuove tecnologie, le trasformazioni della domanda e via dicendo.

Come si può intuire, la pura lettura dei dati storici può fare poco di fronte a queste variabili: grazie all’ausilio di algoritmi di intelligenza artificiale è però possibile organizzare i turni in modo più efficiente, a partire dall’analisi di tutti i fattori sopra elencati.

Ottimizzare la gestione dei turni del personale è possibile

Con l’avvento della trasformazione digitale sono stati sviluppati dei software per la previsione del fabbisogno di personale, che consentono di organizzare i turni di lavoro senza errori, senza sprechi e nel pieno rispetto dei protocolli vigenti e futuri, in uno scenario che come è noto è inevitabilmente soggetto a cambiamenti improvvisi.

Questi software si affidano ad algoritmi di intelligenza artificiale per conciliare l’organizzazione del lavoro con la reale domanda e rendere così più che mai efficiente la turnazione dei collaboratori, che si tratti di aziende di produzione, retail, GDO, call center e molto altro ancora.