Ascolto attivo in azienda: è da qui che parte una buona strategia di welfare aziendale. Senza una buona comprensione dei bisogni e delle esigenze dei lavoratori, e quindi degli utilizzatori finali dei servizi, è impossibile pensare di avviare una corretta progettazione del sistema di welfare in azienda.

È duplice, da questo punto di vista, il ruolo dell’ascolto da parte dei vertici. Da una parte, questo atteggiamento permette ai decisori di capire quelle che sono le azioni funzionali per assicurare i risultati sperati; dall’altra, rende i dipendenti protagonisti attivi del progetto di welfare, coinvolgendoli fin dalla sua ideazione.

A dimostrare e sottolineare l’importanza dell’ascolto attivo in azienda quando si parla di welfare è una ricerca condotta dall’ISSIM (Istituto per il Servizio Sociale nell’Impresa) in collaborazione con AstraRicerche: dall’indagine, basata su un campione di 800 lavoratori inquadrati in imprese con più di 10 dipendenti, risulta che solamente il 6% delle aziende italiane riesce a erogare dei servizi di welfare efficaci.

L’attenzione dell’azienda per il benessere dei lavoratori

Pianificare un sistema di welfare significa prendere in considerazione i bisogni dei lavoratori e soddisfarli al meglio, così da favorire la conciliazione vita personale-lavoro e garantire un maggiore benessere aziendale, il quale si traduce a sua volta in aumento di produttività.

Senza attivare un efficace canale di ascolto, però, tutto questo risulta oltremodo difficile, e i dati della ricerca dell’ISSIM lo dimostrano. Si scopre infatti che solo 1 lavoratore su 3 percepisce l’attenzione della propria azienda per il benessere dei dipendenti, mentre la medesima percentuale afferma di riscontare un tasso nullo o pressoché inesistente.

Va peraltro sottolineato che la sensazione di non essere ascoltati dai vertici aziendali è maggiore per le donne (che si sentono inascoltate nel 37% dei casi) che per gli uomini (28%). Anche tra Settentrione e Meridione si evidenziano delle differenze importanti, con il 39% dei lavoratori del Nord-Ovest e il 35% dei lavoratori del Nord-Est a lamentare un ascolto insufficiente, laddove nel Sud questa percentuale si ferma al 28%.

La necessità dell’ascolto attivo in azienda per l’impostazione dei sistemi di welfare

I lavoratori domandano soprattutto riposo e più tempo libero da dedicare ai propri interessi. Ma questi bisogni non vengono soddisfatti pienamente dalle aziende. Se infatti il 52% dei dipendenti desidera riposarsi, solo l’11% delle aziende ascolta questa esigenza, così come, di fronte al 48% dei lavoratori che ambisce a maggior tempo per propri hobby, solo il 9% delle aziende non fa orecchie da mercante. Di contro, laddove solo il 18% dei dipendenti desidera più formazione, è ben il 25% delle aziende a soddisfare questo bisogno ‘poco sentito’. Il mismatch tra bisogni e servizi di welfare erogati dalle aziende, quindi, è evidente.

Il pericolo è di predisporre dei servizi di welfare che, non essendo sufficientemente apprezzati, non vengono utilizzati, così da non produrre, in seconda battuta, gli effetti desiderati. E questa, ovviamente, costituisce una grave sconfitta per l’azienda, la quale si trova ad aver sperperato energie e risorse in un investimento senza ritorno.

Alla luce di questi dati, si capisce con maggiore chiarezza quanto sia importante l’ascolto in azienda, predisponendo dei canali in grado di garantire una strategia di comunicazione efficace.

 


 

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