Premiare i dipendenti con i fringe benefit è una scelta strategica che anche microimprese e PMI possono adottare. Pianificare correttamente questi strumenti permette di motivare i collaboratori, contenere il turnover e allo stesso tempo ottimizzare i costi grazie alle agevolazioni fiscali. 

Conoscere in anticipo quanto “costa” realmente un benefit e quale valore netto riceve il dipendente è fondamentale per impostare un sistema sostenibile, anche con importi minimi come 10 euro a persona. Questo articolo è una guida per calcolare il risparmio fiscale dei fringe benefit e sfruttare al meglio le soglie di esenzione.  

Chi può usufruire del fringe benefit  

Il primo passo consiste nell’identificare chi riceverà i benefit. Alcuni collaboratori hanno figli a carico, altri no, e questo influisce direttamente sulle soglie di esenzione. 

Per il triennio 2025–2027

  • 1.000 € annui per ogni dipendente senza figli a carico; 
  • 2.000 € annui per chi ha figli a carico. 

Superate queste soglie, l’importo eccedente diventa reddito imponibile e deve essere tassato in busta paga. 

Limiti e soglie di esenzione dei benefit 

Dopo aver definito i destinatari, è necessario stabilire l’importo e la frequenza dei benefit. Non serve partire con somme elevate: anche piccoli riconoscimenti, distribuiti mensilmente o trimestralmente, hanno un impatto positivo. 

Esempi: 

  • Un microteam può ricevere 10 o 20 € mensili
  • Una PMI con più collaboratori può prevedere 50 € trimestrali

In entrambi i casi, le somme rientrano facilmente nelle soglie di esenzione e consentono una pianificazione del budget chiara e sostenibile. 

Come calcolare il risparmio fiscale sui fringe benefit  

Per stimare il risparmio, occorre confrontare l’importo erogato con le soglie previste dalla normativa. 

Tabella di esempio:

Un panificio con quattro dipendenti che decide di offrire 50 € a Natale spenderà in totale 200 €. L’intera somma rientra nella soglia di esenzione: i dipendenti ricevono l’importo pieno e l’impresa sostiene esattamente la stessa cifra, senza ulteriori tasse. 

Se invece l’azienda erogasse 1.200 €, i 200 € eccedenti sarebbero tassati come reddito da lavoro. 

Pianificare il budget complessivo 

Quando si gestiscono più dipendenti, è utile sommare tutti i benefit previsti nell’anno per calcolare la spesa complessiva e la quota che resta esente. 

Esempio: una PMI con 20 dipendenti che eroga 50 € mensili spenderà 12.000 € in un anno. Poiché ogni dipendente riceve 600 €, l’intero importo rimane esente, massimizzando il risparmio fiscale. 

Usare strumenti digitali per confermare i calcoli 

Oltre ai calcoli manuali, oggi sono disponibili piattaforme e simulatori online che consentono di: 

  • inserire numero di dipendenti e importi; 
  • considerare la presenza di figli a carico; 
  • visualizzare immediatamente il costo reale per l’azienda e il valore netto percepito dai collaboratori. 

Per chi desidera una soluzione pronta, sono disponibili tool di calcolo del risparmio fiscale dei fringe benefit, che consentono di stimare in pochi secondi il risparmio effettivo e di pianificare con precisione. 

Domande frequenti sui fringe benefit e il risparmio fiscale 

Come funziona la tassazione oltre la soglia di esenzione? 
La parte eccedente i limiti (1.000 € o 2.000 €) viene considerata reddito imponibile e tassata secondo l’aliquota personale del dipendente. 

I fringe benefit si possono cumulare con altri bonus aziendali? 
Sì, è possibile cumulare i fringe benefit con altri strumenti di welfare aziendale, purché siano rispettate le regole fiscali previste. 

Sono previsti anche per collaboratori part-time o stagionali? 
Sì, i fringe benefit possono essere riconosciuti anche a lavoratori part-time o stagionali. L’importo massimo di esenzione resta invariato. 

Il calcolo come strumento strategico 

Anche le microimprese e le PMI possono trarre vantaggio dai fringe benefit, a patto di stimare correttamente i costi e sfruttare le soglie di esenzione. Il calcolo del risparmio fiscale derivante dai fringe benefit non è solo un esercizio contabile, ma un elemento strategico di welfare aziendale. 

Integrare questi strumenti permette di ottimizzare le risorse, valorizzare i collaboratori e rendere l’impresa più competitiva e attrattiva sul mercato del lavoro. 

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