Il rapporto Welfare Index PMI 2019 afferma che «circa 130.000 PMI, in Italia, adottano vere e proprie politiche di welfare». Cresce dunque l’interesse intorno a questi interventi e aumenta anche il numero di aziende che decide di attivarli.

Ma cos’è il welfare aziendale, come funziona nel 2019, e quali sono i vantaggi per le aziende?

Cos’è il welfare aziendale?

All’inizio di ogni guida sul welfare aziendale c’è sempre un tentativo di definirlo in modo preciso ma onnicomprensivo. Tuttavia non è facile spiegare cosa esattamente sia il welfare aziendale; non a caso, nell’ordinamento italiano, a tutt’oggi non esiste una definizione univoca di questo termine.

Il termine welfare aziendale indica qundi tutto l’insieme degli interventi finalizzati ad aumentare il benessere dei dipendenti attraverso iniziative di natura contrattuale o unilaterali da parte dell’impresa, che sceglie tra una gamma potenzialmente sconfinata di servizi e di prestazioni non monetarie. Si parla, in generale, di fornitura diretta di servizi o di benefit rimborsuali.

Welfare aziendale: come funziona nel 2019?

Gli interventi che le imprese possono mettere in campo per quanto riguarda il welfare aziendale sono essenzialmente di tre tipi:

Introduzione di orari flessibili

Tra gli interventi di welfare aziendale,  quindi tra le iniziative che mirano ad aumentare il benessere dei dipendenti, c’è per esempio lo smart working, ossia la possibilità per i lavoratori subordinati di superare i classici vincoli legati a orari e spazi lavorativi. Ma non è tutto qui. All’interno dell’offerta di forme di lavoro flessibile si individuano anche altri interventi, come per esempio la possibilità di articolare la settimana lavorativa su 4 giorni, di prolungare in base alle necessità il congedo per formazione e via dicendo.

Concessione di servizi

Il welfare aziendale si può tradurre sotto forma di servizi per il lavoratore stesso o per i suoi familiari. Si parla per esempio di asili nido aziendali, corsi di formazione, servizi di trasporto e così via.

Voucher, buoni acquisto e contributi

Sono tanti e diversi i buoni shopping e i voucher che si possono inserire nel piano di welfare aziendale. Si va dai rimborsi delle spese sanitarie ai buoni per l’acquisto di libri o di biglietti per il teatro, per arrivare sino ai buoni spesa in negozi convenzionati, o al versamento, da parte dell’azienda, del canone per la previdenza complementare.

I vantaggi per l’azienda

Da definizione, il welfare aziendale conviene in primis al dipendente, che può così godere di una serie di interventi tesi ad aumentare il suo benessere e la sua felicità. Ma ci sono anche due grandi vantaggi per l’azienda che non possono essere trascurati.

Prima di tutto, è dimostrato che i dipendenti che vedono riconosciuti i propri sforzi e i propri meriti sono motivati a impegnarsi costantemente sul lavoro, con un naturale aumento della produttività con meno assenze (per non parlare di quanto possa fare una buona strategia di welfare aziendale per attirare e trattenere i talenti in azienda).

Il secondo vantaggio è invece squisitamente economico e fiscale, ed è facilmente quantificabile. Va infatti detto che, grazie agli interventi di welfare, è possibile ridurre in modo significativo il costo del personale, in virtù delle misure introdotte a partire dalla legge di Stabilità del 2016 e poi ampliate nel 2017.


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