Il tema del whistleblowing, cioè la segnalazione di illeciti in aziende private o pubbliche, è entrato nel dibattito europeo in maniera significativa a partire dalla fine del 2019. A ottobre dello stesso anno infatti il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno adottato la Direttiva 2019/1937 sulla “protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione”.

La Direttiva UE, regolamentando la tutela dei segnalanti, segna un cambio di passo (in ambito europeo) e dimostra una maggiore sensibilità nei confronti della trasparenza e della lotta alla corruzione. Ma il tema non è solo la tutela, per le aziende infatti questa Direttiva si trasforma in una opportunità per bloccare o (auspicabilmente) prevenire illeciti che potrebbero danneggiarle.

Direttiva UE whistleblowing: la scadenza per le aziende italiane

In Italia il whistleblowing è attualmente regolamentato dalla Legge n. 179/2017 che allarga anche alle aziende private la possibilità di istituire un sistema di segnalazioni. Ma entro il 17 dicembre 2021 anche il nostro paese dovrà recepire i dettami della Direttiva UE sul whistleblowing. Questo comporterà, per tutte le aziende che hanno più di 250 dipendenti, l’obbligo di dotarsi di un canale informatico per le segnalazioni di illeciti.

Le sanzioni per chi usa software whistleblowing non compliant

Sono già state comminate diverse sanzioni per aver utilizzato software whistleblowing non compliant con la normativa, sia lato GDPR, sia lato sicurezza.

Uno dei degli ultimi casi riguarda un provvedimento del Garante Privacy che, dopo aver esaminato il sistema whistleblowing di un noto gestore aeroportuale, ha individuato una serie di violazioni commesse sia dal gestore e sia dal software. Entrambi i soggetti sono stati multati rispettivamente per 40.000 e 20.000 euro.

Ha fatto clamore la decisione n. 348 del 17 giugno 2021 del Tribunale di Vicenza che si è pronunciato sul famoso crack della Banca Popolare di Vicenza ed ha condannato l’istituto di credito per i reati di aggiotaggio e di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza.

Oltre alle sanzioni ed alle multe bisogna anche tenere in considerazione sentenze come quelle emesse dal Tribunale di Milano (10 marzo 2021) con il quale ha dichiarato nullo il licenziamento di un lavoratore che aveva segnalato irregolarità. L’azienda infatti ha dovuto reintegrare il lavoratore e corrispondergli tutte le mensilità di stipendio tra la data del recesso e quella di effettiva reintegrazione.

Come scegliere un software whistleblowing efficiente e sicuro per l’azienda

Come spesso succede, l’introduzione di nuovi obblighi di legge, determina la nascita di un nuovo mercato in cui le soluzioni software sembrano tutte uguali. Ovviamente non è così, scegliere un software non compliant con la Direttive UE ed il GDPR non protegge dalle sanzioni.

Per mettere al sicuro la propria azienda la scelta dovrebbe ricadere su software whistleblowing che abbiano una serie di requisiti minimi:

  • un sistema sicuro e completamente indipendente dai server aziendali, per evitare che il dipartimento IT possa, in qualche modo, aver accesso ai dati dei segnalanti;
  • la possibilità di effettuare segnalazioni sia in forma riservata e sia in forma anonima garantendo sempre la possibilità di comunicare con l’Organismo di Vigilanza;
  • la piena compliance anche con il GDPR, visto che è necessario tutelare i dati dei segnalanti;
  • le segnalazioni dovrebbero poter essere effettuate su qualunque dispositivo e indipendentemente dal fatto di essere sul luogo di lavoro.

Scegliere un software whistleblowing però vuol dire anche fare un’importante scelta aziendale che avrà ripercussioni sulla vita dei dipendenti, della dirigenza e degli OdV. Ragion per cui, tra gli altri aspetti da considerare, bisognerebbe includere la facilità di uso, sia per il segnalante e sia per chi deve gestire le segnalazioni (OdV) ed ha tutto l’interesse a rendere il processo di gestione veloce, sicuro e tracciato.


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