RENTRi (Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti) , atto terzo. Dal prossimo 15 dicembre il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti aprirà le porte alla terza e ultima categoria di soggetti obbligati. Dopo le grandi imprese e i gestori ambientali, e dopo i produttori di rifiuti tra 50 e 10 dipendenti, toccherà ai produttori di rifiuti pericolosi con meno di 10 dipendenti iscriversi entro il 13 febbraio 2026 alla piattaforma digitale nata per sostituire la gestione cartacea di registri e formulari.
A partire dalla data di iscrizione, le nuove imprese dovranno tenere il registro di carico e scarico esclusivamente in modalità digitale, utilizzando i servizi gratuiti disponibili o dotandosi di software interoperabili. Lo switch finale, quello più atteso e delicato, arriverà proprio il 13 febbraio 2026, quando tutti gli iscritti dovranno abbandonare definitivamente il Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR) cartaceo e passare al nuovo modello telematico di tracciabilità.
Tracciabilità dei rifiuti e digitalizzazione: un cantiere già in movimento
La transizione dal vecchio sistema cartaceo alla tracciabilità digitale dei rifiuti tramite RENTRi è già in corso. Decine di migliaia di imprese, a partire dalla fine del 2024 e per tutto il 2025, si sono iscritte alla piattaforma, iniziando a utilizzare i registri di carico e scarico in formato digitale, con decine di milioni di interazioni già trasmesse. Stando ai dati dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, sono oltre 160 mila gli operatori iscritti, che hanno trasmesso al RENTRi circa 70 milioni di registrazioni.
Vista la numerosità e la tipologia di imprese, tuttavia, l’ingresso dei nuovi iscritti e il passaggio al FIR digitale rappresenteranno lo step più complesso nella transizione verso la tracciabilità informatica. Se nella prima fase di accreditamento erano coinvolte realtà medio-grandi, strutturate e abituate a processi digitalizzati, la seconda e terza tornata di iscrizioni riguarderà complessivamente un numero molto più ampio di piccole e medie imprese manifatturiere, spesso meno attrezzate sul fronte tecnologico.
PMI e transizione digitale: un processo ancora in atto
Secondo il Digital Intensity Index di Eurostat, nel 2023 solo il 58,7% delle imprese italiane tra 10 e 50 dipendenti ha raggiunto un livello almeno basico di alfabetizzazione digitale.
Ciò significa che quasi un’impresa su due, tra quelle chiamate a iscriversi entro fine anno, potrebbe incontrare maggiori difficoltà nell’integrare nella propria attività quotidiana gli strumenti della nuova tracciabilità.
Non si tratta solo di adottare software gestionali o servizi di supporto sul portale RENTRi, ma anche di dotarsi di firme digitali qualificate, dispositivi mobili e sistemi di conservazione sostitutiva conformi alla legge.
In questo scenario, molte imprese avranno bisogno di accompagnamento e formazione, con un ruolo chiave per l’Albo Nazionale Gestori Ambientali, che già offre tutorial e corsi gratuiti, e per i fornitori di software interoperabili, le associazioni di categoria e i consulenti ambientali.
Dal registro rifiuti al FIR digitale: la sfida dello “switch day”
Il 13 febbraio 2026 segnerà una tappa cruciale non solo per i piccoli produttori, ma per l’intero sistema. Dopo l’addio ai registri cartacei, anche il Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR) diventerà interamente digitale. Ogni trasporto dovrà essere tracciato tramite app installate su dispositivi mobili – smartphone, tablet – e il FIR dovrà essere compilato e firmato digitalmente da tutti i soggetti coinvolti nella movimentazione. È già disponibile sui principali store l’applicazione ufficiale del FIR digitale, sviluppata da Ecocerved e Albo Gestori Ambientali per chi sceglierà i servizi pubblici gratuiti, mentre le software house private stanno completando il rilascio dei propri gestionali interoperabili.
Il tempo stringe e la parola d’ordine resta una: formazione. Tutti i soggetti coinvolti — dalle imprese ai gestori, dai consulenti ai tecnici informatici — dovranno testare le nuove procedure e consolidare le prassi operative prima dello switch day di febbraio 2026.
Solo così la digitalizzazione della tracciabilità potrà trasformarsi da obbligo normativo a leva di semplificazione, efficienza e trasparenza per l’intero sistema della gestione dei rifiuti.
Vuoi saperne di più?
