È uscito ChatGPT-5. Era da più di un anno che si attendeva questo super-modello, già nel maggio del 2024 Sam Altman, Amministratore Delegato di OpenAI, diceva alla stampa che ChatGPT-4 sarebbe sembrato quasi stupido in confronto a quello che stava per arrivare.
Queste affermazioni avevano acceso le discussioni sulla possibile intelligenza di livello umano che poteva essere già stata realizzata e tenuta confinata nei laboratori di OpenAI.
Nelle presentazioni il modello ChatGPT-3 veniva paragonato alle dimensioni di uno squalo, ChatGPT-4 alle dimensioni di un’orca, il futuro ChatGPT-5 alle dimensioni di una balena, lasciando all’ascoltatore la scelta di quale misura rappresentasse questo paragone.
Eppure, qualcosa nella narrazione si era inceppato, il modello ChatGPT-5 continuava a non essere reso disponibile al grande pubblico. Per un certo periodo si vociferava che fosse pericoloso e che il problema era riuscire a mettere i paletti adeguati al suo agire.
Poi è uscito finalmente ChatGPT-5 e si è rivelato un ottimo modello, ma in continuità con la serie precedente. Un buon prodotto, non una rivoluzione: non ha l’AGI, l’Intelligenza Artificiale Generale.
Il ciclo dell’hype tecnologico: dai big data agli NFT
Sono così subito riemersi gli avvertimenti che parecchi esperti lanciavano, inascoltati, negli scorsi mesi: la “legge di scala” degli LLM ha trovato il suo limite e non funziona più. Cioè aggiungere neuroni alla rete e testi ai dati di addestramento non riesce più a migliorare la prestazione dei modelli.
Questo ci mostra che anche l’Intelligenza Artificiale sta svolgendo il suo percorso lungo l'”hype cycle” in cui ogni nuova tecnologia suscita speranze e aspettative che si allargano ben oltre quello che può realmente realizzare. Dopo l’entusiasmo iniziale, arriva infatti una fase di disillusione collettiva: ci si accorge che la tecnologia non può mantenere tutte le promesse. In questo momento c’è il rischio opposto, cioè scartare o abbandonare completamente l’innovazione. Superato questo ostacolo, la tecnologia entra nel “plateau della produttività”, diventando una tecnica di ogni giorno valutata per i vantaggi che realmente è in grado di produrre.
Gartner aveva posizionato l’AI generativa al “picco delle aspettative” nel 2023 e in discesa verso la “valle della disillusione” nel 2025.
Negli ultimi tempi questo ciclo è stato percorso da tante tecnologie: BigData, BlockChain, Metaverso e NFT sono solo alcuni esempi.
Ad oggi l’Intelligenza Artificiale è l’unica che ha percorso l'”hype cycle” almeno 3 volte, la prima negli anni Sessanta con i programmi che giocavano a dama e dimostravano piccoli teoremi, negli anni Ottanta, con la macchina che ha battuto il campione mondiale di scacchi, e oggi con i chatbot in grado di colloquiare in linguaggio naturale. L’AI combina due caratteristiche che la rendono davvero unica: riproduce un’abilità intelligente finora esclusivamente umana e, al tempo stesso, possiede un potenziale trasformativo.
Quando vediamo una macchina sfrecciare davanti a noi non proviamo nessuna invidia per le prestazioni di quell’oggetto, in fondo anche tanti animali corrono più veloci degli uomini. Ma quando vediamo una macchina intelligente ci sentiamo colpiti in una prestazione che pensavamo riservata agli esseri umani.
L’intelligenza è l’arma che userà chi ci sostituirà nel mondo, che sia il robot “Terminator” o l’alieno super-tecnologico che arriva su un disco volante. Toccare la corda dell’intelligenza vuol dire scatenare pensieri apocalittici e temi escatologici sul destino dell’intera umanità.
Ed ecco allora che un argomento usato dai venditori con il possibile cliente riluttante che chiede spiegazioni è l’accusa di essere contro il progresso, condita con un po’ di paura “se non lo fai tu lo farà il tuo concorrente!”
AI e tecnologia: gli scenari futuri
L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia che è destinata a trasformare l’intera società, se riuscirà a esprimere le proprie capacità, come è avvenuto nella storia per il fuoco, l’agricoltura, la scrittura e in tempi moderni l’elettricità, gli antibiotici e internet.
Le tecnologie trasformative cambiano in modo così profondo l’organizzazione umana che non è più possibile la vita di ogni giorno se queste vengono a mancare. E a volte avviene! Qualche mese fa in Spagna si è avuto un blackout di parecchie ore in pieno giorno: l’intero paese si è fermato e quello che ha colpito l’immaginazione collettiva è che senza l’elettricità non era più possibile comprare neppure una bottiglia d’acqua se non in contanti in quanto i pagamenti elettronici non funzionavano più.
Ma le possibilità delle tecnologie trasformative si dispiegano pian piano nel tempo, basta pensare a una cucina moderna: senza elettricità non si possono scaldare le pietanze (forno elettrico, piano a induzione e forno a microonde), non si possono conservare (frigorifero e congelatore) ed è più scomodo prepararle (cutter, frullatori e robot da cucina).
All’inizio della sua adozione l’elettricità era la sostituzione del vapore nelle fabbriche e la luce nelle case, ancora oggi corrente elettrica e luce sono usati quasi come sinonimi.
L’Intelligenza Artificiale probabilmente farà altri cicli di hype, forse ad ogni avanzamento tecnologico significativo. Ad oggi vediamo che il percorso non è ancora completo e siamo nella “valle della disillusione” della speranza di aver costruito un sistema con le stesse capacità dell’intelligenza umana.
In questa condizione dobbiamo essere ancorati con i piedi per terra, al venditore che ci decanta il suo prodotto dobbiamo porre un attento “volere moneta, vedere cammello”, cioè non aggrapparci a speranze di cose che potrebbero realizzarsi in un futuro, ma fidarci solo di quello che vediamo funzionare oggi e che è utile alle nostre necessità.
Spogliata l’AI di tutti gli aspetti filosofici e romanzati, ci resta comunque un utile mezzo tecnologico che può aumentare la produttività delle persone e la qualità di prodotti e servizi.
Vuoi scoprire le ultime novità sull’Intelligenza Artificiale?