Da fine 2021 abbiamo assistito a una vera e propria impennata del costo delle bollette di energia elettrica e gas. Un caro-bollette senza precedenti che ha comportato un impatto non trascurabile sul budget mensile di famiglie e aziende.

L’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente) sottolinea che per le famiglie, nel primo trimestre 2022, si è registrato un aumento del 94% sulle utenze del gas e un aumento del 131% sulle utenze dell’energia elettrica rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

I prezzi medi mensili dei mercati all’ingrosso hanno visto un aumento di quasi il 500% per quanto riguarda il gas naturale e del 400% circa per l’energia elettrica, un rincaro che si è riversato sui prezzi di vendita ai clienti finali.

L’aumento del costo del gas naturale ha creato un effetto domino nei mercati, che si è andato poi a riflettere anche su quello dell’energia elettrica che, in Italia, è in gran parte prodotta a partire dal gas (circa il 40% del mix energetico).

Ma perché sono aumentate così tanto le bollette?

La crisi energetica è il risultato di una serie di cause collegate fra loro e non sempre di facile comprensione.

La ripresa economica post-pandemia

Alla fine del periodo di stand-by causato dalla pandemia si è registrata una ripresa dell’economia che ha comportato un aumento delle richieste di fornitura di gas naturale. La tipologia dei contratti in essere sulle forniture energetiche dei vari paesi ha condizionato il modo in cui questi si sono trovati ad affrontare la questione energetica.

In Asia ci si basa su contratti a lungo termine e una disponibilità economica superiore, l’Europa negli ultimi anni si è regolata principalmente su contratti “spot”, cioè su acquisti non a lungo termine, i quali sottostavano al prezzo di mercato che con l’aumento mondiale della domanda di energia è schizzato alle stelle.

Le scorte invernali di gas naturale

Al contempo, le scorte di gas naturale (il cosiddetto stoccaggio) sono diminuite drasticamente di oltre il 20% rispetto alle medie degli anni passati, comportando un aumento dei costi di approvvigionamento. Situazione a cui si è poi cercato di porre rimedio obbligando gli stati membri dell’Unione Europea a raggiungere l’80% di stoccaggio nei depositi sotterranei prima dell’inizio dell’inverno 2022/2023.

Riduzione delle forniture di gas naturale

Forse legata a ragioni tecniche, ma più probabilmente per questioni derivanti dalla diatriba relativa al gasdotto Nord Stream 2, i mesi più recenti sono stati caratterizzati dalla riduzione delle forniture di gas naturale da parte della Russia, il principale fornitore dell’Italia.

Il gasdotto Nord Stream 2

L’inizio del 2022 ha visto Russia e Unione Europea in conflitto per interessi ed equilibri di potere in merito alle esportazioni energetiche. In particolare, la questione riguardava il gasdotto Nord Stream 2, che unisce la Russia alla Germania e che resta bloccato a causa del fatto che quest’ultima e l’Unione Europea non avessero erogato le licenze per l’utilizzo.

Il gasdotto, completato a settembre 2021, stava seguendo l’iter di approvazione che a novembre 2021 è stato però sospeso, perché in attesa del processo di revisione da parte dell’autorità di regolamentazione tedesca. Tale gasdotto, che di fatto è il gasdotto offshore più lungo del mondo, era di importanza strategica per la Russia, in quanto le avrebbe permesso di esportare 55 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno verso l’Europa.

A questa situazione già complessa si sono poi aggiunti la volontà degli Stati Uniti di voler esportare gas e petrolio estratti dallo scisto (shale oil & gas) e la guerra in Ucraina.

Le misure per contrastare i rincari energetici

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il DL Aiuti ed Energia, con l’obiettivo di contrastare l’accelerazione dei rincari energetici, così da difendere il potere di acquisto delle famiglie e la capacità produttiva delle imprese.

Il testo, in particolare, include misure per:

  • le famiglie con i redditi più bassi
  • le imprese energivore
  • definire soluzioni per l’indipendenza dal gas russo

Inoltre, è stata approvata la proroga del taglio delle accise sui carburanti e si predispone un intervento similare per ridurre anche il prezzo del metano.

Il provvedimento comprende anche liberalizzazioni e riforme nel settore delle energie rinnovabili, allo scopo di accelerare la transizione ecologica e contribuire a rendere il nostro Paese più indipendente dal gas russo.

Il Bonus sociale energia elettrica e gas era già stato adottato per il secondo trimestre 2022 e ora è esteso al terzo trimestre 2022. L’agevolazione diventa inoltre retroattiva al primo trimestre 2022 per chi non ha fatto in tempo a presentare l’ISEE.

Per supportare le imprese energivore il testo prevede l’aumento del credito di imposta per l’energia elettrica e per il gas.

Sono previste inoltre opere per aumentare la capacità di rigassificazione nazionale, allo scopo di aumentare la sicurezza energetica del nostro Paese anche differenziando le fonti di approvvigionamento del gas naturale.

Il contributo che ciascuno può fornire

Sicuramente i provvedimenti attuati dal Governo consentiranno di attenuare le conseguenze sul piano economico nel breve periodo, ma non costituiscono strumenti strutturali che consentano di affrontare il contesto di crisi che si è oramai delineato ed è destinato a perdurare.

Miglioramenti per i conti di famiglie e imprese potranno essere ottenuti esclusivamente prevedendo un loro coinvolgimento attivo.

Sicuramente occorre prevedere l’installazione, per quanto possibile, di impianti di produzione di energia rinnovabile. Strada che molti hanno già intrapreso.

Ma la vera battaglia si gioca sulla riduzione dei consumi. Può sembrare un concetto banale, ma solo riducendo la quantità di energia utilizzata si potranno ottenere risparmi.

I dati dicono che la cultura dell’efficienza energetica in Italia è davvero poco sviluppata e i margini di miglioramento, soprattutto per le aziende, sono enormi.

Occorre però superare preconcetti come quello che per fare efficienza energetica occorrano grandi investimenti che possono vanificare il risultato finale, peraltro non garantito al momento dell’investimento.

Chi in questi anni si è dotato di strumenti per il monitoraggio dei consumi energetici, attrezzando i propri impianti con strumentazione adeguata e adottando un software di Energy Management, ha ottenuto risultati importanti: solo attraverso l’osservazione dei propri consumi si possono individuare sprechi facilmente eliminabili nell’ordine del 5%. Mettendo in atto politiche di regolazione o revamping degli impianti che evidenziano consumi troppo elevati, i benefici superano il 10% e a volte il 20%.

Infine, data l’entità dei numeri in gioco, è importante dotarsi di uno strumento che consenta di analizzare le bollette ricevute in modo da individuare eventuali errori di fatturazione e capire, in base alla profilazione dei propri consumi, quale possa essere l’offerta migliore a cui aderire tra quelle presenti sul mercato.

In conclusione la battaglia contro il caro-bollette si gioca soprattutto agendo sugli elementi sui quali ciascuno di noi ha possibilità di intervenire, come la riduzione dei propri consumi, ottenibile attraverso l’utilizzo di un adeguato software di monitoraggio, e il controllo dei costi associati alle proprie forniture utilizzando uno strumento automatico che ne agevoli la verifica.


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