Nel nostro paese, oltre il 40% dei lavoratori che pranzano fuori casa usufruisce dei buoni pasto. Secondo i dati ANSEB (Associazione Nazionale Società Emettitrici di Buoni Pasto), si tratta di circa 2,6 milioni di persone, tra settore pubblico e privato.

L’utilizzo dei buoni pasto per acquistare beni alimentari al supermercato è prevalente, ma oltre il 35% di chi ne usufruisce sceglie di spenderli in ristoranti e bar durante la pausa pranzo.

Gestire al meglio questa clientela business e le sue specifiche esigenze può garantire ai ristoratori opportunità supplementari di guadagno e di fidelizzazione, anche alla luce delle recenti novità legislative che esporremo in questo articolo.

Cosa sono i buoni pasto e come funzionano

I buoni pasto sono dei titoli di pagamento – cartacei o più frequentemente elettronici – con cui è possibile acquistare beni alimentari nei supermercati o pagare il conto al bar, nei ristoranti e in altri esercizi convenzionati.

Oltre al fatto che possono essere usati solo per acquistare generi alimentari, le differenze rispetto ad altri metodi di pagamento sono:

  • l’impossibilità di conversione in denaro
  • l’assenza di diritto al resto
  • la non cedibilità
  • la presenza di una data di scadenza

Chi decide di accettare i buoni pasto deve sottoscrivere un accordo con le singole società emettitrici per poter entrare a far parte della loro rete di locali convenzionati, accettando i relativi costi e condizioni contrattuali (ad es. i tempi di pagamento). 

Perché accettare i buoni pasto: i vantaggi per gli esercenti

Le motivazioni principali che spingono gli esercenti ad accettare i buoni pasto sono:

  • un aumento del potenziale giro d’affari della propria attività
  • intercettare nuovi segmenti di clientela 
  • riempire il locale in orari con minore afflusso
  • l’incremento dello scontrino medio

Questi vantaggi si scontrano però con alcuni aspetti che, come descritto di seguito, sono stati ampiamente migliorati:

  • commissioni (un tempo elevate e ora ribassate)
  • l’incasso differito, anche dopo 60 giorni dalla ricezione pagamento
  • la rendicontazione dei buoni cartacei, che però rappresentano ormai una parte marginale
  • la gestione di più POS per accettare quelli elettronici

Proprio su commissioni e POS, negli ultimi anni, sono arrivate novità legislative a supporto degli esercenti. Nel passato era chiesto agli esercenti di dotarsi di un POS per ogni circuito di buoni pasto a cui aderivano, con evidenti problemi di gestione e “affollamento” di dispositivi sul punto cassa, oltre che di costi di gestione.

Il Decreto Semplificazioni (L.120/2020) ha superato questo limite, stabilendo che in caso di buoni pasto in forma elettronica (…) è garantito agli esercizi convenzionati un unico terminale di pagamento.

Significa che per gli esercenti è sufficiente un solo terminale POS per gestire tutti i circuiti di buoni pasto convenzionati.

Inoltre, con lo stesso dispositivo, se dotato di idonea tecnologia, è possibile accettare contemporaneamente anche gli altri metodi di pagamento elettronici, come carte di credito e pagamenti digitali innovativi.

Commissioni sui buoni pasto: cosa cambia da settembre

L’accettazione dei buoni pasto è diventata ancora più conveniente per bar, ristoranti e pubblici esercizi a partire da settembre 2025, secondo quanto stabilito dalla legge 193/2024.

È stato infatti imposto un tetto massimo del 5% sulle commissioni che le aziende emettitrici possono richiedere ai soggetti che accettano buoni pasto, limite già applicato al settore pubblico da qualche anno. Le commissioni dovranno includere anche tutti gli eventuali servizi aggiuntivi, incluso il canone del POS.

Con la nuova normativa sui buoni pasto, i ristoratori possono concentrarsi maggiormente sull’ottimizzazione del servizio e sull’efficienza operativa, rendendo l’esperienza del cliente ancora più fluida e conveniente.

Gestire i buoni pasto: strategie vincenti e soluzioni smart

Le attività ristorative che desiderano gestire i buoni pasto in modo efficace e migliorare l’esperienza della pausa pranzo per i clienti dovranno offrire:

  • un servizio preciso: trattandosi di pause pranzo, per l’utenza business la velocità di servizio è requisito fondamentale. Particolare attenzione andrà dedicata alle fasi di raccolta dell’ordine e di invio alla cucina, oltre all’applicazione di eventuali varianti e integrazioni
  • pagamenti rapidi: la velocità è tutto anche alla cassa, dove è necessario gestire in modo agile casistiche ricorrenti come l’integrazione del valore del buono con altri metodi di pagamento o i conti separati 
  • offerte a valore: per intercettare il segmento di clientela business sarà utile prevedere menu specificamente pensati per la pausa pranzo, a prezzi compatibili con il valore di uno o più buoni pasto
  • la tecnologia per il punto cassa: i moderni sistemi di cassa possono supportare l’attività quotidiana di ristoranti e bar, semplificando l’accettazione del pagamento tramite buono pasto e gestendo in modo smart ogni aspetto dell’attività. Un investimento in tecnologia assicura minori costi operativi, maggiore precisione e velocità di servizio.

Ancora una volta la tecnologia si dimostra indispensabile per gestire una richiesta ormai ampiamente diffusa (l’accettazione dei buoni pasto) da parte della clientela: ma solo una tecnologia efficiente può garantire una gestione ‘intelligente’, fluida e semplificata in grado di diventare anche un forte fattore competitivo rispetto a soluzioni che, pur prevedendo l’accettazione dei buoni pasto, rischiano di appesantire le fasi di pagamento.

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