Nelle grandi organizzazioni gli obblighi di fine anno sono almeno due. Da un lato il riesame della direzione ai fini ISO 9000/14000/45000 e dall’altro gli obblighi relativi all’art. 35 del Dlgs 81/08. Da qualche tempo unendo le due cose spesso si parla di bilancio annuale di sostenibilità HSE – Health, Safety & Environment – che diventa lo “specchio” della cultura d’impresa, lo strumento che connette conformità legale, obiettivi ESG, prevenzione degli infortuni e miglioramento continuo. Ecco perché conta, cosa deve contenere e come costruirlo in modo efficace e credibile. 

«Le due cose più importanti non compaiono nel bilancio di un’impresa: la sua reputazione ed i suoi uomini.» Henry Ford 

La salute e sicurezza sul lavoro (HSE) non è fatta solo di requisiti legali, ma anche di pilastri fondamentali per il successo e la sostenibilità di ogni impresa. Ogni anno, le organizzazioni investono risorse significative per garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre. Un documento riassuntivo di bilancio di sostenibilità è molto più di un semplice adempimento burocratico. È una fotografia completa delle performance aziendali in materia di salute, sicurezza e ambiente da presentare a chi decide e detiene il portafoglio. La sua importanza risiede nella capacità di fornire una visione chiara e quantificabile dei risultati raggiunti, dei rischi affrontati e delle aree che necessitano di maggiore attenzione e nel far comprendere le priorità all’alta direzione, presente quel giorno. 

Perché fare un bilancio di sostenibilità  

La prima risposta è rintracciabile in un obbligo “di fatto” del sistema di gestione ISO 45001 che richiede alla Direzione il management review periodico (clausola 9.3) per verificare idoneità, adeguatezza, efficacia e decidere miglioramenti. Senza questo passaggio, il ciclo PDCA resta monco, ma anche l’organizzazione non trae benefici plausibili. 

La seconda risposta arriva dall’ossatura della riunione periodica ex art. 35 del D.Lgs. 81/2008 e ancora prima dalla 626/1994: in tutte le organizzazioni con più di 15 addetti, annualmente devono essere obbligatoriamente esaminati  

  1. DVR 
  2. andamento infortuni/malattie
  3. DPR
  4. programmi formativi

fissando obiettivi e buone prassi e redigendo il verbale.  

A integrazione della riunione annuale, c’è anche la Relazione sanitaria del Medico Competente (art. 25). Si tratta dei risultati anonimi e collettivi della sorveglianza sanitaria che devono essere obbligatoriamente presentati annualmente in riunione periodica. Inoltre entro il primo trimestre il Medico Competente deve trasmettere i dati (All. 3B) ai servizi territoriali.  

La risposta più complessa e sottotraccia invece risponde a logiche organizzative: un bilancio approfondito e ben fatto riduce rischi legali e può rafforzare il Modello 231. In particolar modo se affronta con dovizia le ipotesi di eventuali reati di omicidio colposo/lesioni gravi o gravissime con violazione della sicurezza (art. 25-septies).

L’ennesima dimostrazione che il SGSL (Sistema di Gestione della Sicurezza dul Lavoro) deve essere effettivo e applicato e che quindi viene riesaminato periodicamente e approfonditamente in modo da non incidere sulla responsabilità dell’ente.  

Infine, l’ultima risposta potrebbe riguardare un allineamento con la rendicontazione ESG.  

Redigere e pubblicare un bilancio di sostenibilità dimostra l’impegno dell’azienda nei confronti dei propri lavoratori, dei clienti e della comunità. Questo atto di trasparenza rafforza la fiducia e la reputazione.  

Misurare i tassi di infortunio, le malattie professionali e gli incidenti mancati (o “near miss”) permette di identificare trend e criticità. Un’analisi accurata aiuta a capire quali misure preventive funzionano e quali no. Il bilancio non si deve limitare a guardare al passato, ma deve aiutare a prevedere il futuro. Analizzando i dati storici, si possono identificare i rischi emergenti e sviluppare strategie proattive per mitigarli. I dati raccolti sono la base per definire nuovi obiettivi e per migliorare i programmi di formazione, le procedure operative e le tecnologie di sicurezza. È un ciclo virtuoso che porta a una maggiore efficienza e a costi ridotti nel lungo periodo. 

Cosa deve contenere un bilancio di sostenibilità 

Perché un bilancio di sostenibilità sia veramente utile, deve essere ben strutturato e basarsi su dati precisi e affidabili. Ecco i passaggi chiave per redigerlo: 

Raccolta dati e indicatori 

La prima fase consiste nel raccogliere tutti i dati pertinenti. Occorre definire perimetro e materialità: unità produttive, contratti, lavoratori di terzi e temi materiali. Il passo successivo è quello di disegnare il modello dati: registri infortuni/near‑miss, sorveglianza sanitaria, audit, formazione, monitoraggi ambientali. Non basta contare gli infortuni, è necessario andare più a fondo. Gli indicatori si dividono in due categorie principali: 

  1. Indicatori reattivi (o di risultato): misurano gli eventi passati. Esempi includono il tasso di infortuni con assenza, il numero di malattie professionali, i giorni di lavoro persi e il numero di near miss. 
  1. Indicatori proattivi (o di processo): valutano le azioni preventive messe in atto. Esempi includono il numero di ispezioni di sicurezza effettuate, le ore di formazione erogate, le segnalazioni di rischi da parte dei lavoratori e il completamento dei piani di manutenzione preventiva. 

Analisi e valutazione 

Una volta raccolti i dati, è essenziale analizzarli. La successiva “chiusura” dei dati di norma prevede la validazione con RSPP (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione), HSE Health, Safety, Environment), HR (Human Resources), Medico Competente. In questa fase sarà necessario gestire gap e variazioni metodologiche, ma anche analizzare i trend che emergono nella analisi e soprattutto le cause: incidenti in occasione di lavoro vs in itinere, dinamiche e settori. È importante non limitarsi a riportare i numeri, ma interpretarli. Cruciale chiedersi:  

  • Quali erano gli obiettivi dell’anno precedente? 
  • Ci sono stati cambiamenti significativi rispetto all’anno precedente? 
  • Quali reparti o attività presentano i rischi maggiori (vedi logiche 231)? 
  • Le misure preventive adottate hanno prodotto i risultati sperati? 
  • Quali sono le cause principali degli incidenti e delle malattie professionali? 

Sempre bene anche contestualizzare i numeri con i dati INAIL più recenti (denunce 2024 ~593.000 infortuni; curva degli infortuni in itinere in crescita; mortalità complessiva 1.202 casi) per spiegare dove si posiziona l’azienda e perché certi rischi meritano priorità. Infine, occorre stabilire obiettivi e piano: target annuali e pluriennali, milestone, budget e responsabilità per l’anno successivo. 

Stesura del bilancio di sostenibilità 

Il rapporto deve essere chiaro, conciso e accessibile a tutti gli stakeholder, non solo agli addetti ai lavori: verbalizza decisioni, risorse, modifiche al sistema. Una struttura efficace prevede: 

  1. Introduzione: una sintesi dei risultati principali e degli obiettivi raggiunti. 
  1. Analisi dettagliata: sezioni dedicate agli indicatori reattivi e proattivi, con grafici e tabelle per visualizzare i dati in modo immediato. 
  1. Valutazione dei rischi: un’analisi dei rischi emergenti e delle strategie per affrontarli. 
  1. Piano di miglioramento: un elenco chiaro e misurabile di obiettivi per l’anno successivo. Ad esempio, “ridurre del 15% i near miss nel reparto di produzione” oppure “aumentare del 20% le ore di formazione sulla sicurezza”. 

l segreto è sempre lo stesso: coinvolgere lavoratori e RLS Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza): la partecipazione è il requisito chiave sia nelle GRI 403 che nella ISO 45001 e diventa un obbligo cogente nell’art.15 del Dl.gs 81/08.  

Attraverso la partecipazione (art. 15 Dlgs 81/08) è possibile preparare anche materiali chiari per la riunione ex art. 35, integrare la Relazione del Medico Competente, con risultati anonimi e indicazioni operative 

Integrazione tra bilancio HSE e criteri ESG 

Oggi, un bilancio HSE ben fatto si integra sempre più con i report di sostenibilità aziendale ESG  (Environmental, Social, and Governance). La sicurezza e il benessere dei lavoratori sono, infatti, componenti chiave della “S” di ESG. Le organizzazioni leader non vedono più la sicurezza come un costo, ma come un investimento che genera valore a lungo termine, migliorando il morale dei lavoratori, riducendo l’assenteismo e aumentando la produttività. 

Errori da evitare: 

  1. Contare solo gli infortuni: senza near‑miss e audit chiusi, il sistema non è proattivo.  
  1. Cambiare formule senza dirlo: documentare sempre e bene le basi di calcolo (es. 200.000 ore) e variazioni metodologiche.  
  1. Ignorare il classico “infortuni in itinere”: il peso dei casi “infortuni fuori dall’azienda” è rilevante e in crescita sul lungo periodo, anche a livello nazionale. 
  1. Non legare HSE e 231: il Modello 231 deve “vedere” i rischi H&S e gli esiti del bilancio annuale. Meglio se il tutto rientra dentro il sistema 45001.  

In sintesi, il bilancio di sostenibilità non è un semplice obbligo, ma una grande opportunità: c’è un momento (fissato per legge) in cui datore di lavoro e alta direzione ascoltano quello che il reparto HSE ha prodotto, produce e vede per il futuro. 

In un’era di crescente consapevolezza sociale e di rapidi cambiamenti tecnologici, il Bilancio HSE può diventare un potente strumento di comunicazione e di innovazione. Le organizzazioni che lo utilizzano in modo strategico possono anticipare le normative, adottare nuove tecnologie per la sicurezza (come l’Internet delle Cose – IoT – per il monitoraggio dei rischi) e diventare un punto di riferimento per il settore.  

Un’ opportunità, come già detto, per misurare il successo, dimostrare l’impegno, guidare il miglioramento e, in ultima analisi, costruire un futuro più sicuro e sostenibile per tutti. Il bilancio di sostenibilità è da vedere come il “punto di verità” tra ciò che l’azienda promette e ciò che realizza in termini di tutela delle persone e dell’ambiente. Se costruito con metodo (dati solidi, confronto con lavoratori e Medico Competente,), diventa un acceleratore di miglioramento, un presidio legale e un tassello fondamentale della rendicontazione ESG. 

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