In un contesto economico segnato da trasformazione digitale, ricerca di talenti e nuove esigenze organizzative, le PMI italiane si trovano davanti a una sfida cruciale: rinnovare i processi di gestione del personale. La gestione delle risorse umane, infatti, non è più solo una funzione amministrativa, ma un vero e proprio motore di competitività.
L’Osservatorio Zucchetti HR 2025, che ha coinvolto oltre 1.200 aziende italiane, traccia un quadro chiaro: tra difficoltà, resistenze e nuove priorità, le PMI iniziano ad aprirsi all’innovazione, pur restando ancora indietro su molti fronti.
Le principali criticità delle PMI nella gestione del personale
Nel contesto delle piccole e medie imprese italiane emergono alcune fragilità strutturali che rallentano l’evoluzione della funzione HR e incidono negativamente sull’intera organizzazione.
Difficoltà nel reperire personale qualificato. Le aziende faticano a trovare candidati con competenze adeguate alle esigenze produttive e gestionali, ostacolando così l’avvio di nuovi progetti o il potenziamento delle attività esistenti.
Digitalizzazione ancora insufficiente. L’adozione limitata di strumenti tecnologici rende complessa l’organizzazione del lavoro, restringe la possibilità di raccolta e analisi dei dati relativi ai collaboratori e ostacola l’automazione dei processi.
Problemi di retention. La difficoltà nel trattenere le risorse nel medio-lungo periodo è spesso legata alla carenza di percorsi di crescita chiari, alla scarsa valorizzazione del talento e a politiche di welfare poco strutturate.
Comunicazione interna poco efficace. L’assenza di strumenti strutturati impedisce un flusso informativo chiaro e costante tra i reparti, riducendo il coinvolgimento del personale e ostacolando la condivisione di obiettivi e valori aziendali.
Le priorità HR per il 2025: dati e tendenze
Dalla ricerca emergono però anche segnali positivi, con cinque aree considerate prioritarie per i prossimi mesi:
- Automazione dei processi. È la priorità numero uno per tutte le dimensioni aziendali: il 58% delle PMI punta sull’automazione HR, segno che anche le realtà più contenute iniziano a vedere nella tecnologia una leva strategica, non solo uno strumento operativo.
- Comunicazione interna. Centrale per allineare i team, valorizzare il welfare aziendale e migliorare l’engagement. Le PMI ne riconoscono sempre più l’importanza, soprattutto nel favorire il dialogo con i collaboratori, anche se ancora pochi implementano strumenti bidirezionali come sondaggi e feedback strutturati.
- Benessere organizzativo. In forte crescita l’interesse verso iniziative come i fringe benefit, con una spinta evidente rispetto agli anni precedenti. Il benessere è visto come fattore chiave per la soddisfazione e la retention del personale.
- Formazione e sviluppo. Cresce l’adozione di e-learning e microformazione (+9% rispetto al 2023 tra le piccole imprese). Tuttavia, solo il 25% utilizza logiche di gamification e il 60% non offre un catalogo di corsi personalizzabile ai dipendenti.
- Recruiting. Il 71% delle piccole imprese non utilizza software per la gestione dei CV. La selezione dei talenti avviene ancora in modo tradizionale, con un impatto negativo su velocità, efficacia e employer branding.
Tecnologia e intelligenza artificiale: opportunità ancora da cogliere
Nonostante la crescente consapevolezza del ruolo strategico della digitalizzazione, l’adozione di strumenti tecnologici per la gestione delle risorse umane nelle PMI italiane è ancora molto limitata. Solo l’8% delle piccole imprese ha già implementato soluzioni basate sull’intelligenza artificiale nei processi HR, mentre l’84% non ne fa uso. Le principali barriere restano la scarsa conoscenza delle opportunità offerte, la mancanza di competenze specifiche e le resistenze culturali.
Anche l’utilizzo di software HR rimane marginale: secondo i dati dell’Osservatorio Zucchetti HR 2025, l’85% delle piccole aziende non utilizza strumenti specifici per il recruiting e solo il 22% delle medie imprese ha adottato soluzioni dedicate. Un dato che evidenzia un ampio margine di miglioramento.
Eppure, gli strumenti digitali dimostrano che esistono soluzioni accessibili, mature e perfettamente adatte alle esigenze delle PMI. Dalla timbratura via app alla selezione automatizzata con AI, fino alla comunicazione interna e al monitoraggio delle performance, la tecnologia può semplificare e rendere più efficienti tutti i processi del ciclo di vita del dipendente.
Investire in innovazione HR non è più una scelta opzionale, ma una leva indispensabile per migliorare l’efficienza operativa, accrescere la soddisfazione dei dipendenti e restare competitivi in un mercato in continua trasformazione.
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