Quali sono le sfide della Direzione HR e come si sta evolvendo il ruolo della funzione HR? Queste sono alcune delle domande a cui cerchiamo di rispondere grazie ai dati dell’Osservatorio Zucchetti HR 2025.

Questa iniziativa, giunta quest’anno alla quinta edizione, ci permette di fare una fotografia accurata del contesto italiano. Nell’edizione 2025 sono state coinvolte nella ricerca più di 1200 aziende, con un campione eterogeneo per dimensione aziendale, settore e copertura geografica.

Come nella scorsa edizione, abbiamo indagato su quali siano le priorità di investimento del settore delle risorse umane per l’anno in corso.

Priorità HR 2025: i trend per la direzione risorse umane

L’automazione dei processi si conferma al primo posto, come nelle scorse edizioni, ed è indicata come priorità numero uno dal 30% delle aziende. È particolarmente interessante notare la forte dicotomia tra le organizzazioni, visto che il 28% indica l’automazione come priorità numero cinque, all’ultimo posto tra quelle analizzate. Questo dato evidenzia una forte differenza perché le aziende stanno attraversando differenti stadi di digitalizzazione che ne condizionano dunque le priorità.

Le altre quattro aree indagate hanno dati aggregati simili, sempre per quanto riguarda la priorità numero uno, in quanto si va dal 15% del recruiting e attrazione nuove risorse al 20% della comunicazione interna (nuova area inserita nell’indagine, scorporandola rispetto alla scorsa edizione dall’ambito “benessere”); sviluppo e formazione e benessere del personale sono poi scelte come priorità numero uno rispettivamente dal 16% e dal 19% delle organizzazioni.

Ci sono alcune evidenze, comunque, da sottolineare andando a suddividere i dati per dimensione e settore. In particolare, l’automazione risulta la priorità numero uno maggiormente indicata sia da piccole, medie e grandi aziende; nelle medie cresce l’importanza dello sviluppo e formazione, mentre nelle piccole il benessere e soprattutto la comunicazione interna, evidenziando quanto i processi di informazione e di ingaggio dei collaboratori stiano diventando sempre più centrali per ogni target. La comunicazione interna è anche indicata come la priorità numero uno più alta nelle aziende del settore commercio (unica eccezione tra i diversi target come priorità numero uno rispetto all’automazione dei processi).

Il ruolo dell’HR nell’innovazione aziendale

In un contesto così complesso e con così tante aree su cui dover investire nella propria organizzazione, il ruolo dell’HR è diventato baricentrico per molte aziende. Il 41% delle aziende risponde positivamente alla domanda specifica: “L’HR oggi riesce concretamente a promuovere l’innovazione in azienda a supporto del business?”, valore costante rispetto al dato raccolto lo scorso anno.

Il 45% delle organizzazioni dichiara di avere a disposizione metriche e KPI HR che dimostrano l’impatto delle risorse umane sull’equilibrio economico e finanziario della propria azienda. È significativo notare che le organizzazioni in cui l’HR riesce a promuovere l’innovazione in azienda, poi nell’82% dei casi hanno metriche efficaci a supporto. È rilevante notare che i dati non cambiano particolarmente considerando le diverse dimensioni (crescono solo leggermente i valori positivi passando da piccole/medie/grandi organizzazioni).

Kpi HR: misurare le performance nelle risorse umane

L’analisi dei dati e i KPI, quindi, sono considerati un elemento cardine per posizionare il ruolo HR al centro dell’innovazione e questo è avvalorato dal fatto che nel 73% delle organizzazioni la funzione HR ha a disposizione dati e informazioni delle altre funzioni aziendali.

Però, come emerso anche nell’edizione precedente dell’Osservatorio, solo pochi uffici HR investono in competenze verticali sull’analisi dei dati. Infatti, alla domanda “Ha bisogno oggi nell’ufficio HR di nuove figure o competenze specifiche per l’analisi dei dati?” solo il 30% delle aziende risponde positivamente (valore in leggero calo rispetto al 34% dell’Osservatorio 2024). Il valore cambia chiaramente molto in base alla dimensione aziendale: passiamo dal 42% delle grandi organizzazioni al 18% delle piccole (qui sicuramente il tema competenze è spostato molto anche verso il ruolo del professionista/consulente del lavoro che gestisce in prima persona la maggior parte dei dati HR dell’azienda

L’HR del futuro tra dati semplificati e AI

In generale, i dati sono visti come fondamentali per aumentare il ruolo strategico dell’HR all’interno delle organizzazioni, ma non si ha intenzione di acquisire competenze ulteriori sul tema o sono considerate sufficienti le attuali competenze. Una interpretazione di questa fotografia è sicuramente il fatto che l’HR si aspetta di avere a disposizione report e KPI sempre più semplici, completi e pronti all’uso, che abbattano la necessità di avere internamente delle competenze tecniche specifiche.

Su questo ambito inizia sicuramente a incidere fortemente nelle aspettative HR anche l’intelligenza artificiale. Infatti, il 79% degli HR vede l’AI applicata in futuro per avere benefici rispetto all’analisi dei dati (prima area di applicazione in assoluto), confermando evidentemente quanto il bisogno sia sentito e che si stia ricercando direttamente nell’evoluzione tecnologica una risposta che possa tradurre la complessità dei dati in insight fruibili, rendendo l’HR sempre più protagonista delle scelte strategiche aziendali.

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