La lotta ai furbetti del cartellino nelle pubbliche amministrazioni è stata ed è tutt’oggi una delle tante priorità di questo governo.

É da leggere in questa prospettiva l’approvazione – avvenuta il 25 ottobre 2018 – del disegno di legge ‘Concretezza’ da parte del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Giulia Bongiorno.

Sono tante le novità degne di nota apportate dal provvedimento, una su tutte l’introduzione del sistema di riconoscimento biometrico per il controllo delle presenze. L’obiettivo, dunque, è quello di rendere più efficace la lotta all’assenteismo con la diffusione del controllo di accessi biometrico.

Il provvedimento che introduce il lettore biometrico

È l’articolo 2 del provvedimento, dedicato alle ‘Misure per il contrasto dell’assenteismo’, a soffermarsi sui sistemi di rilevazione biometrica, ai quali si sommano i sistemi di videosorveglianza.

Chiaro l’obiettivo, così come espresso dal legislatore: «l’eliminazione o comunque la drastica riduzione delle false attestazioni di presenza in servizio». Va sottolineato il parere del Garante che, dichiarandosi favorevole all’applicazione delle nuove tecnologie, ha precisato che l’utilizzo del rilevatore biometrico non deve essere in nessun caso contemporaneo a quello dei sistemi di videosorveglianza.

Rilevatore biometrico: le tipologie

Non esiste un unico tipo di rilevatore biometrico. Il più diffuso è senz’altro il rilevatore presenze basato su impronte digitali, che garantisce un altissimo livello di precisione e di sicurezza a fronte di un funzionamento semplice e veloce. Più complicati, invece, i sistemi di riconoscimento facciale e di verifica dell’iride, i quali non garantiscono la stessa velocità di movimento a livello degli accessi aziendali.

L’opinione di chi ha già iniziato a utilizzare i sistemi di rilevazione presenze con impronta digitale

L’ASL di Avellino è una tra le tante realtà che hanno già iniziato a sfruttare i dispositivi di rilevazione di presenze biometrica per combattere i dipendenti disonesti. A partire da luglio nella sede madre dell’ASL – dopo avere avuto l’autorizzazione dal garante della privacy – sono infatti stati installati i terminali per la rilevazione delle impronte, così da garantire che ogni lavoratore si trovi effettivamente al proprio posto durante il proprio turno.

L’installazione dei lettori biometrici è del resto prevista in tutte le 89 sedi dell’azienda sanitaria: in tutto verranno dunque attivati oltre 100 dispositivi per il controllo biometrico delle presenze. Non va dimenticato che proprio l’ASL di Avellino conta 33 dipendenti rinviati a giudizio per aver rubato centinaia di giornate lavorative all’azienda. Le accuse sono varie, dalla falsa attestazione di servizio alla truffa aggravata.

Come dichiarato ai microfoni della Rai dal Direttore Amministrativo della ASL, Ferdinando Memoli, «non ci sono state né criticità tecniche né operative, tant’è che oggi tutto funziona correttamente nella gestione quotidiana della rilevazione delle presenze».

Per i dipendenti ligi al dovere, dunque, nessun problema: aggiungere alla lettura del cartellino anche quella del proprio dito, per loro, non fa alcuna differenza. Diverso il discorso per i furbetti, che non possono e non potranno più affidare ai colleghi il proprio badge per una doppia ‘timbratura’.

Come sottolineato da Memoli, «il dato biometrico viene memorizzato soltanto sul badge. Solo nel momento in cui viene realizzato il passaggio sul dispositivo si verifica la coincidenza tra le informazioni inserite».