Cos’è l’inquinamento indoor? Quando si parla di qualità dell’aria si pensa immediatamente allo smog delle strade trafficate, e quindi all’aria malsana che si respira quando si esce di casa per andare a lavoro, a scuola o al cinema.

Con l’inquinamento indoor, invece, ci si riferisce alla qualità dell’aria interna, e quindi dell’aria che si respira in casa, in ufficio, in università, in banca, al supermercato e via dicendo. L’inquinamento dell’aria interna è pericoloso quanto quello esterno, in quanto l’uomo è soggetto a lunghe permanenze tra quattro pareti. Per questo, per ridurre i rischi, si rende necessario predisporre dei sistemi di monitoraggio ambientale.

Inquinamento indoor: quali sono le sostanze nocive?

L’aria interna agli appartamenti e agli uffici è molto più inquinata di quanto si pensi, ed è da qui che nasce la necessità del monitoraggio della qualità dell’aria indoor. I possibili inquinanti che rendono meno salubre la giornata di chi lavora tra quattro mura sono del resto tanti e di diverse tipologie. Si ha infatti a che fare con sostanze ed elementi di varia natura:

  • biologica, come per esempio le muffe, i funghi e i batteri
  • fisica, come i campi elettromagnetici e il radon
  • chimica, come i composti organici e inorganici volatili

Come dimostrano i dati del monitoraggio ambientale nelle aziende, i rischi per la salute aumentano o diminuiscono in base al numero di persone presenti in un determinato ambiente, all’attività svolta, al ricambio di aria e alle sostanze inquinanti presenti nella costruzione stessa o nei suoi elementi di arredo.

Quali rischi per la salute?

Non sono pochi i disturbi per la salute conseguenti all’inquinamento indoor. I lavoratori che passano le proprie giornate in ufficio con aria inquinata accusano infatti molto spesso emicranie, nausee, irritazioni agli occhi e sonnolenza, sintomi che fanno a pieno titolo parte della SBS – Sick building syndrome. Vanno poi evidenziate tutte le conseguenze che le sostanze nocive presenti all’interno degli uffici e degli appartamenti possono avere per la pelle, per l’apparato respiratorio e, infine, per il cuore.

A confermarlo c’è tra l’altro un nuovo studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il quale per approfondire il problema ha installato dei sistemi di monitoraggio dei parametri ambientali all’interno di alcune case di un villaggio himalayano.

I ricercatori del CNR, in collaborazione con i colleghi dell’Università di Pisa e dell’Università di Ferrara, hanno preso sotto esame il piccolo centro abitato di Chaurikharka, a 2.562 metri di altezza: qui la popolazione Sherpa vive lontana da possibili fonti di inquinamento esterno, e vanta una quasi nulla propensione al fumo, nonché un’incidenza particolarmente ridotta di obesità e di diabete.

A partire da questa situazione di partenza, gli studiosi hanno verificato quotidianamente la qualità dell’aria in diverse case del villaggio, in parallelo a un’attenta valutazione medica della popolazione. Come spiegato dalla ricercatrice del CNR nonché prima autrice dello studio Lorenza Pratali, «una cattiva qualità dell’aria dell’ambiente indoor può causare una precoce disfunzione a carico delle vie aeree e danno cardiovascolare subclinico», con i risultati a sottolineare il fatto che «l’effetto nocivo è maggiore soprattutto dal punto di vista cardiovascolare nella popolazione con età maggiore di 30 anni».

Cosa fare per ridurre i rischi per la salute dei lavoratori?

Per le aziende diventa dunque fondamentale controllare l’inquinamento indoor all’interno dei propri magazzini, uffici e punti di vendita attraverso degli appositi software di monitoraggio dei parametri ambientali. Tali strumenti consentono di valutare in tempo reale la qualità dell’aria, l’umidità,la presenza di particolato disperso e di gas radon, la concentrazione di anidride carbonica e via dicendo.

Solo sapendo quali sono le sostanze inquinanti presenti nell’aria interna, infatti, è possibile muoversi di conseguenza per rendere gli ambienti lavorativi più salubri per i lavoratori, così da salvaguardare il loro benessere e quello dell’azienda.