Digitalizzazione industria italiana : i dati del Politecnico di Milano

Il 2016 è stato un altro anno importante per l’avanzamento dell’industria 4.0 in Italia: stando ai dati aggiornati dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, l’anno scorso il suo mercato complessivo ha raggiunto il valore di 1,7 miliardi di euro, con un una marcata crescita del 25%. E nel 2017 si prevede che il panorama debba evolversi ancora più velocemente, in quanto molte imprese hanno preferito attendere la pubblicazione del Piano Industria 4.0 prima di effettuare importanti investimenti in questo senso. L’Osservatorio del Politecnico ritiene che, per l’effetto del Piano Industria 4.0 in Italia, il mercato dell’industria 4.0 sia destinato ad aumentare del 30% rispetto al 2016, così da recuperare quasi totalmente il ritardo accumulato rispetto ad altri Paesi in termini di trasformazione digitale.

Le misure principali del Piano Industria 4.0

Che cos’è il Piano Industria 4.0? In realtà, stando all’indagine dell’Osservatorio, è solo una fetta marginale del 16% delle imprese a non conoscerne le misure. E tra le aziende che invece conoscono il Piano Industria 4.0 per l’Italia, il 52% ha già deciso di sfruttare il superammortamento al 140%, il 36% ha optato invece per l’iperammortamento del 250%, laddove il 29% si rivolgerà al credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo e il 7% in investimenti in startup.

Per poter sfruttare appieno le vie aperte dal Piano Industria 4.0 e poterle poi far gestire correttamente all’interno del proprio software gestionale amministrativo, dunque, è necessario comprendere quantomeno le sue principali azioni, ovvero:

  1. nuove formule di ammortamento
  2. accesso al credito tramite Fondo di garanzia
  3. le agevolazioni della Nuova Sabatini
  4. ricorso al Credito di Imposta per Ricerca e Sviluppo

1) Iperammortamento e superammortamento

Queste due misure previste dal Piano Industria 4.0 per l’Italia servono per supportare e quindi incentivare tutte quelle aziende italiane che intendono investire in beni strumentali, materiali e immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica e ovviamente digitale dei rispettivi processi produttivi. Nello specifico, il superammortamento consiste in una supervalutazione del 140% degli investimenti in beni strumentali, sia acquistati che in leasing. L’iperammortamento, invece, prevede una supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, in dispositivi e in tecnologie chiave per l’abilitazione dell’Industria 4.0. Anche in questo caso, i beni possono essere acquistati oppure in leasing. Per chi beneficia dell’iperammortamento, tra l’altro, c’è anche la possibilità di usufruire dell’agevolazione per gli investimenti in beni strumentali ed immateriali, quali programmi software e sistemi IT.

2) Il Fondo di Garanzia

Come ha spiegato il Ministero dello Sviluppo Economico, il Fondo di Garanzia è stato pensato per fornire sostegno a tutte quelle imprese e a tutti quei professionisti che, non disponendo di sufficienti garanzie, non riescono ad accedere al credito bancario. Con il Piano Industria 4.0 è invece prevista la concessione di una garanzia pubblica fino all’80% del finanziamento, sia per realizzare degli investimenti che per far fronte ad esigenze di liquidità.

3) La Nuova Sabatini

Questa è un’agevolazione che mira ad incentivare la manifattura digitale per rendere più efficiente il sistema imprenditoriale italiano. Con questa azione del Piano Industria 4.0 si prevede quindi di stanziare un contributo del 2,75% sugli investimenti ordinari, quali nuovi impianti e nuove attrezzature, e di aumentare fino al 3,575% tale contributo in caso di investimenti in tecnologie propriamente digitali e in sistemi di pesatura e tracciamento dei rifiuti.

4) Il Credito di Imposta per Ricerca e Sviluppo

Tra le altre iniziative particolarmente interessanti del Piano Industria 4.0 vi è poi il Credito di Imposta per Ricerca e Sviluppo. Tale misura consiste in un credito di imposta del 50% su tutte le spese incrementali in Ricerca e Sviluppo, fino ad un massimo annuale di 20 milioni di euro all’anno per ogni beneficiario. Lo scopo, in questo caso, è quello di incentivare la spesa privata in Ricerca e Sviluppo, così da stimolare una maggiore competitività delle imprese italiane sul mercato internazionale.