Il 2020 ha riservato fin dal primo trimestre grandi problemi per le aziende e in particolar modo per i CFO: il lockdown, le limitazioni via via decise dal governo e in generale lo shock economico che ha colpito l’intera società hanno infatti fatto tremare tantissime imprese.

Predisporre dei contingency plan per identificare delle efficaci strategie di resilienza allo scopo di evitare delle crisi d’impresa è quindi diventato particolarmente importante, partendo peraltro dal presupposto che, già nel nel maggio 2019, la Fondazione Nazionale dei Commercialisti, in collaborazione con il CNDCEC, spiegava che le imprese italiane avrebbero dovuto “attivare concretamente un sistema di monitoraggio continuativo della gestione finanziaria, con un focus particolare su equilibrio di tesoreria (gestione della liquidità), equilibrio della struttura patrimoniale (capitalizzazione ed indebitamento), sostenibilità finanziaria (dinamica fonti-impieghi)”.

Questo è un compito non facile per le PMI, le quali non sempre possono contare al proprio interno delle figure dedicate completamente alla finanza aziendale. Come prevenire in modo efficace le possibilità di crisi d’impresa e come gestire la mancanza di liquidità aziendale senza poter contare al proprio interno delle necessarie competenze?

Le PMI e la prevenzione della crisi d’impresa

L’importanza della consulenza finanziaria aziendale

Di certo la prima e più diretta soluzione per adattarsi al cambiamento che sta coinvolgendo tutte le imprese sarebbe quella di dotarsi di una figura manageriale deputata alla gestione dell’ambito finanziario. Non sempre questo è però possibile: ecco quindi che diventa importante affidarsi a un consulente finanziario per aziende.

Ad assicurare la necessaria consulenza finanziaria potrebbe essere per esempio un commercialista specializzato nella finanza aziendale, e quindi una figura con skill ed esperienze sufficienti per introdurre la nuova cultura di gestione d’impresa, sempre pronta a fronteggiare possibili crisi.

Come affrontare un’emergenza aziendale

In un intervento sulle pagine di Professionista Digitale, Giuliano Soldi, Dottore Commercialista e Revisore Legale nonché Faculty CRIF Academy e Componente della Commissione Finanza e Controllo di Gestione e della Commissione Banche, Intermediari Finanziari e Assicurazioni ODCEC di Milano, ha comparato la gestione dell’emergenza aziendale a quella della gestione di un danneggiamento di un veicolo durante una gara automobilistica come la famosa Parigi-Dakar.

In questo senso l’attività dell’azienda può essere vista come una gara a tappe: un contrattempo, un problema, un piccolo incidente è da mettere in conto; sta alla prontezza del team essere in grado di rimettere in pista “il mezzo” per la tappa successiva. Tutto sta, come sottolinea Soldi, nell’allertare tempestivamente il team, per far partire immediatamente un’analisi dei danni subiti, seguita dalla disamina dei possibili interventi per superare la criticità e migliorare il proprio assetto “da gara”.

Cosa significa per una PMI controllare i danni subiti? Questo si traduce in un’attenta analisi degli impatti dell’emergenza, la quale deve essere condotta attraverso diversi passaggi. Soldi, nello specifico, parla di:

  • monitoraggio della tesoreria;
  • analisi delle variazioni del capitale circolante;
  • analisi dei rischi qualitativi e quantitativi
  • revisione (o introduzione) del sistema di reporting aziendale;
  • predisposizione (o aggiornamento) di un budget
  • verifica della strategia con la SWOT analisi;
  • revisione dei processi e delle attività;
  • pianificazione della fiscalità.

Nel momento in cui l’azienda individua la strategia, può intervenire nel concreto per cancellare i danni subiti di modo da farsi trovare pronta per la prossima tappa, quale potrebbe essere, per fare un esempio concreto, la ripresa del business nella fase successiva alla pandemia.

Questo vuol dire monitorare i costi, analizzare i rapporti con la clientela, ripensare i contratti con i fornitori, verificare la possibilità di accedere a del credito o alla finanza agevolata, analizzare la propria Centrale dei Rischi e via dicendo. Infine, si procederà con la elaborazione dei fari scenari futuri, identificando worst, base e best cases, per poter così modulare al meglio gli interventi da porre in opera.

Affinché tutti questi passaggi possano essere affrontati in modo efficace, anche la PMI deve quindi poter contare su una reportistica finanziaria esaustiva, con un sistema di gestione della finanza d’impresa capace di consentire un accesso tempestivo ai dati necessari: senza degli strumenti in grado di fornire dati certi e aggiornati in tempo reale, nemmeno il migliore dei team può infatti affrontare in modo efficace il cambiamento in corso.