Buone notizie per quanto riguarda la prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro: stando alla relazione 2015 dell’Inail, l’anno scorso le denunce di infortunio sono state 637 mila, ovvero il 4% in meno rispetto al 2014 e il 22% in meno rispetto al 2011.

Complessivamente, l’Inail ha riconosciuto come effettivamente avvenuti sul luogo di lavoro 416 mila infortuni, e a carico di tali incidenti sono stati messi in conto complessivamente 11 milioni di giornate di inabilità: in media si calcolano dunque 82 giorni per infortuni che hanno provocato menomazione e circa 20 giorni per quelli in assenza di menomazione.

Sicurezza sul lavoro: comportamenti, scelte e responsabilità

Il pur sensibile miglioramento dei dati presentati dal presidente dell’Inail Massimo De Felice la dice però lunga su tutto quello che si può ancora fare nelle azioni di prevenzione.

È questa la linea adottata dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che è intervenuto alla Relazione annuale dell’Inail dichiarando che «bisogna raccogliere positivamente i risultati che ci sono, considerandoli un punto su una strada ancora lunga da fare per ridurre tutti i problemi di problematicità».
Come ha infatti voluto sottolineare il Ministro, «la sicurezza sul posto di lavoro non sta in capo a uno, sta in capo a tanti comportamenti, a tante scelte, e responsabilità».

Partire bene: la compilazione dettagliata del DVR

Garantire la sicurezza dei propri dipendenti è dunque un comportamento di rilevanza strategica per lo sviluppo economico delle aziende. In questo senso, essere in regola con le normative sulla sicurezza del lavoro diventa essenziale, a partire dalla redazione del Documento della Valutazione dei Rischi, obbligatorio per tutte le imprese.

A tale scopo, per semplificare e rendere più dettagliata questa procedura, esistono degli appositi software per la compilazione del DVR che permettono di descrivere l’azienda, il sul ciclo lavorativo e tutti i rischi presenti, rendendo immediata la predisposizione di un programma di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza.

Abbattere i costi della non sicurezza

I comportamenti, le scelte e responsabilità alle quali ha accennato il Ministro Poletti sono ovviamente anche e soprattutto a carico delle imprese. Oltre che essere un obbligo normativo, prevenire gli incidenti sul lavoro rappresenta infatti anche un vantaggio per le imprese, le quali si trovano molto spesso a pagare i costi della non sicurezza sul luogo di lavoro.

Va dunque sottolineato che, come l’Inail ha rilevato a più riprese, il costo complessivo della non sicurezza è addossato al ‘sistema paese’ solo per il 40%; il restante 60%, invece, resta a carico delle aziende italiane.

Imprese e responsabilità sociale

A rimarcare il rilievo del tema della salute e della sicurezza sul lavoro, martedì 21 giugno è stata presentata la prassi di riferimento Uni/PdR 18:2016 dal titolo ‘Responsabilità sociale delle organizzazioni – Indirizzi applicativi alla Uni Iso 26000’.

Tale prassi, come ha dichiarato Lucina Mercadante della Contarp, «si propone come obiettivo quello di fornire indirizzi operativi utili a tracciare un percorso e illustrare un metodo per applicare la Uni Iso 26000, ancora oggi unico standard internazionale di riferimento in materia di responsabilità sociale», una norma che l’Inail valorizza in particolare premiando «le imprese che operano per una prevenzione ancora più marcata, orientata a migliorare le condizioni di sicurezza ed igiene sul lavoro oltre i limiti di legge».

La responsabilità sociale di un’azienda si misura dunque anche nel suo impegno gestionale per garantire condizioni di lavoro sane e sicure per i propri dipendenti. Come ha sottolineato a tale proposito Ester Rotoli, Direttore centrale Prevenzione Inail, «in questo ambito risulta di particolare rilievo la diffusione dell’adozione dei sistemi di gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro».

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