La gestione degli appalti e la responsabilità del committente sono temi cruciali per le aziende moderne. Delegare servizi essenziali a terzi comporta vantaggi competitivi, ma anche responsabilità legali significative. È fondamentale che i committenti verifichino scrupolosamente le condizioni di lavoro e la corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali per evitare gravi conseguenze legali e amministrative. Promuovere una cultura della sicurezza sul lavoro e collaborare attivamente con appaltatori e subappaltatori è essenziale per garantire un ambiente di lavoro sicuro e conforme alle normative.
In un contesto economico sempre più competitivo, le organizzazioni devono affrontare sfide complesse come l’aumento dei costi del lavoro, un’agguerrita concorrenza, la difficoltà nel reperire personale qualificato e l’espansione in mercati sempre più complessi e articolati.
Per rimanere competitive, molte organizzazioni scelgono di affidarsi a terzi per servizi essenziali, soprattutto nei settori ad alta intensità di manodopera come la grande distribuzione organizzata (GDO), la logistica, i trasporti, le pulizie, l’edilizia, il retail, la moda e la manifattura. Tuttavia, delegare non significa liberarsi di responsabilità.
Troppo spesso il rischio di appalti e subappalti viene sottovalutato, con il pericolo di vedere il contratto riqualificato come somministrazione illecita di manodopera, con conseguenze pesanti come la riassunzione di lavoratori delle ditte appaltatrici, l’indetraibilità dell’iva, la responsabilità solidale su contributi e retribuzioni, violazioni sulla sicurezza sul lavoro e sanzioni amministrative e penali.
Responsabilità del committente negli appalti: cosa dice la legge
La legge è chiara: il committente risponde in solido per tutte quelle eventuali omissioni commesse più o meno volontariamente dall’appaltatore per tutta la durata del contratto e fino a due anni dopo la sua conclusione. Con il decreto-legge n. 19/2024, i controlli e le sanzioni sono stati inaspriti per contrastare il lavoro irregolare. Ora non solo appaltatori e subappaltatori, ma anche i committenti sono direttamente coinvolti nella verifica della corretta applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL).
In concreto, il personale impiegato negli appalti deve ricevere un trattamento economico e normativo non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale applicato nel settore e per la zona strettamente connessi con l’attività oggetto dell’appalto e del subappalto.
Le conseguenze, in caso di inadempienza, sono gravi: sequestri preventivi e controllo giudiziario sulle aziende. Sotto il peso mediatico e giudiziario, molte organizzazioni si vedono costrette a patteggiare ancor prima che le accuse siano dimostrate in sede processuale.
Sicurezza sul lavoro negli appalti: come gestire i comportamenti a rischio
Un altro aspetto fondamentale è la sicurezza sul lavoro. Se il committente non verifica le misure di sicurezza, l’idoneità delle attrezzature e la formazione del personale, può essere direttamente responsabile in caso di incidenti, con conseguenze gravissime.
La sicurezza sul lavoro non può essere considerata semplicemente un insieme di normative da rispettare o una responsabilità esclusiva della direzione aziendale. La vera cultura della sicurezza si manifesta nelle scelte quotidiane, nella consapevolezza diffusa e nella responsabilità condivisa a tutti i livelli dell’organizzazione. Un ambiente di lavoro sicuro non si costruisce solo attraverso procedure e controlli, ma attraverso comportamenti concreti e coerenti. Il vero indicatore della solidità della cultura della sicurezza è rappresentato da ciò che accade in azienda quando nessuno sta osservando.
Se le regole vengono seguite solo in presenza di supervisione significa che la sicurezza non è ancora radicata come valore fondamentale. Affinché la sicurezza diventi parte integrante della mentalità aziendale è essenziale che ogni lavoratore abbia piena visibilità sui rischi connessi alla propria attività. Questo implica non solo la conoscenza delle misure di protezione disponibili, ma anche la capacità di riconoscere i comportamenti a rischio e il dovere di segnalarli.
Near miss e Behavior-Based Safety: cosa sono e perché sono importanti per le aziende
Un aspetto cruciale è la gestione dei near miss, ovvero quei mancati incidenti che, pur non avendo provocato danni immediati, rappresentano segnali di potenziali pericoli. Parlare dei near miss in una grande organizzazione è ormai relativamente semplice, i concetti sono stati sdoganati negli ultimi dieci anni. Discorso ben diverse quando si comincia a ragionare sui near miss degli appaltatori e sub appaltatori, che spesso sono le persone più esposte ai rischi specifici.
Accanto alla segnalazione dei near miss, un altro strumento di grande rilevanza è la sicurezza basata sul comportamento (Behavior-Based Safety, BBS). Studi dimostrano che tra il 50% e l’80% degli infortuni sul lavoro sono causati da comportamenti non sicuri. Questo dato evidenzia quanto sia determinante agire sulle abitudini quotidiane dei lavoratori per ridurre il rischio di incidenti. Le organizzazioni che hanno implementato con successo la metodologia BBS hanno registrato una riduzione degli infortuni fino al 70%. Ciò dimostra che intervenire sulle modalità operative, con un metodo e attraverso l’osservazione e il feedback costruttivo, consente di correggere comportamenti a rischio prima che possano trasformarsi in cause di incidenti gravi.
Come gestire la sicurezza di appaltatori e subappaltatori
Laddove siano impiegati appaltatori o subappaltatori, il datore di lavoro committente dovrebbe assicurarsi che le loro attività siano in linea con il programma di lavoro previsto, senza in ogni caso, aumentare indebitamente i rischi, in particolare quelli interferenziali. Il preposto di riferimento per l’appalto e/o il servizio SPP dovrà fornire all’appaltatore adeguate informazioni in materia di salute e sicurezza in relazione al lavoro da svolgere, in modo che il lavoro possa essere svolto in sicurezza. Ad esempio, informazioni su:
- Luogo di lavoro
- I percorsi da utilizzare
- I veicoli e le attrezzature presenti sul posto
- Pericoli specifici
- Altre persone sul posto, inclusi altri appaltatori, autisti in visita ecc.
Il datore di lavoro e le funzioni preposte, devono verificare l’idoneità dell’appaltatore e, tramite l’appaltatore, di eventuali subappaltatori, in termini di standard di salute e sicurezza controllare che l’appaltatore selezioni e formi i lavoratori, secondo gli standard richiesti.
- Controllare che i lavoratori siano “adeguatamente competenti”.
- Controllare, su contratti precedenti, che l’appaltatore abbia esperienza specifica e abbia lavorato in sicurezza.
- Controllare la documentazione relativa agli infortuni e alle malattie dell’appaltatore.
- Controllare che tutti i veicoli e le attrezzature utilizzati dall’appaltatore sul posto di lavoro siano adatti al lavoro.
- Controllare che siano adeguatamente mantenuti per tutta la durata del contratto.
Molti committenti, in passato, si rifiutavano di effettuare tali controlli, sostenendo che non era loro compito. Le sentenze del 2024 hanno ulteriormente ribaltato questi presupposti errati, solidificando i concetti di responsabilità solidale. L’appaltatore deve essere pienamente consapevole delle sanzioni derivanti da un lavoro non sicuro: potrebbe essere necessario garantire che il rispetto delle buone pratiche in materia di salute e sicurezza e di eventuali regolamenti specifici del sito siano inclusi come requisito contrattuale, se già non è stato stabilito. Ciò potrebbe anche aiutare a chiarire le sanzioni in caso di violazione delle pratiche di lavoro sicure
È importante mantenere un sistema di supervisione del lavoro dell’appaltatore. La concessione di permessi di lavoro può essere un modo utile per controllare il modo in cui lavorano appaltatori e subappaltatori
La cultura della sicurezza sul lavoro deve essere radicata a tutti i livelli dell’organizzazione, promuovendo la consapevolezza e la segnalazione dei rischi. Ci sono poi strumenti indispensabili ed efficaci per renderla concreta: la formazione continua e la digitalizzazione: con l’adeguato software dedicato alla gestione degli appalti è possibile un ambiente digitale unico che consente di collaborare con gli appaltatori e di gestire e controllare i processi approvativi, la comunicazione, la formazione, le scadenze e gli accessi nelle diverse aree.
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