Ci sono alcune novità per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, ma la situazione è ancora molto – troppo – difficile per potersi dichiarare soddisfatti. A dimostrare che la vigente normativa sicurezza sul lavoro non è sufficiente ci sono gli agghiaccianti dati relativi al 2017, che ha visto in totale 1.350 morti bianche. E quanto a morti e incidenti sul lavoro, purtroppo, i primi mesi del 2018 sembrano seguire il medesimo trend, un andamento in salita paradossale per i più diversi motivi. Ora che l’economia è in crescita, ora che esistono tecnologie innovative per assistere i lavoratori e offrire maggiore sicurezza, le morti bianche continuano infatti a crescere.

L’insufficienza della attuale normativa sulla sicurezza sul lavoro

Basta aprire un qualsiasi quotidiano per rendersene conto. Anzi, molto spesso è sufficiente soffermarsi sulla prima pagina: lì, da qualche parte, campeggia molto spesso l’ennesima notizia di un nuovo grave incidente sul lavoro. E spesso si tratta di incidenti davvero assurdi, di tragedie che potevano essere facilmente evitate con un minimo di prevenzione in più. Le soluzioni, del resto, non mancano e sono note da tempo. Anche le nuove norme di sicurezza sul lavoro, infatti, parlano di formazione dei lavoratori, corretto utilizzo di dispositivi di sicurezza, controlli e ispezioni finalizzate alla riduzione degli incidenti.

L’illusione del risparmio

Eppure negli ultimi anni ci sono state delle importanti novità tra le norme per la sicurezza sul lavoro. C’è stato il lancio dell’Ispettorato nazionale del lavoro, nonché il rinnovo del Codice degli appalti. Qual è dunque il problema? Che cosa sta mancando? Le centinaia di vittime sul luogo di lavoro sono davvero tali ‘per un pugno di dollari’? Difficile, in realtà, trovare altre spiegazioni altrettanto convincenti.

Per risparmiare tempo, per risparmiare denaro, si finisce però per mettere in pericolo la salute e la vita dei lavoratori, esponendoli a pericoli inutili, impiegandoli in lavori per i quali non sono stati formati sufficientemente sul lato della sicurezza, e magari con degli equipaggiamenti o con dei dispositivi inadeguati o comunque fuori norma. Come tornano spesso a sottolineare i sindacati, inoltre, la maggior parte degli incidenti degli ultimi mesi hanno coinvolto i dipendenti di ditte in appalto o in subappalto, a confermare il ruolo che la ricerca del risparmio ha in questa drammatica situazione.

Anche in questo senso le soluzioni esistono e può venire in aiuto delle aziende appaltatrici la tecnologia, grazie a moderni software qualifica fornitori che possono garantire  il rispetto delle normative sulla sicurezza anche quando sono coinvolti attori terzi ma la responsabilità finale ricade su di noi.

I buoni intenti della Conferenza delle Regioni

È stato lo stesso ministro del Lavoro Giuliano Poletti a sottolineare l’esigenza di un maggiore impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti. In occasione delle Conferenza delle Regioni di maggio, infatti, il ministro ha sottolineato:

l’esigenza di fare sempre di più […] è quanto mai impellente e necessario un potenziamento dei controlli, sia da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro che delle regioni, nel tentativo di costruire su questo piano una strumentazione più efficienti. Urge stabilire un’intesa con le Regioni che faccia sì che lo sforzo e le responsabilità di tutti gli enti coinvolti siano più coordinati, più efficaci rispetto al passato.

Sull’onda di quanto dichiarato dal ministro, per quanto riguarda le novità in campo di sicurezza sul lavoro, il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ha proposto la creazione, entro la fine del 2018, «di un nuovo protocollo tra Governo, Regioni e tutti i soggetti coinvolti, perché si tratta di una battaglia di civiltà, e si deve fare di più».

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