Il cantiere della digitalizzazione dei rifiuti entra nel vivo. Manca solo un pugno di settimane al cosiddetto “switch day” del 13 febbraio 2026, data in cui per tutti i soggetti iscritti al Rentri (Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti) scatterà l’obbligo di utilizzo esclusivo del Formulario di Identificazione dei Rifiuti (FIR) digitale. Sarà l’ultimo, e più delicato, atto nel percorso di transizione alla nuova tracciabilità telematica, avviato lo scorso anno con le prime iscrizioni e con l’introduzione del registro di carico e scarico digitale per gli operatori obbligati.

FIR: Cosa è il Formulario di Identificazione dei Rifiuti

Assieme al registro, il formulario rappresenta l’altro strumento cardine della tracciabilità.
Il FIR è infatti il documento che accompagna ogni trasporto di rifiuti, dal luogo di produzione fino all’impianto di destino, e serve a tracciare in modo trasparente e verificabile l’intero percorso del rifiuto, garantendo che venga gestito nel rispetto della legge e non abbandonato o smaltito illecitamente. Riporta dati essenziali come quantità, tipologia, origine e destinazione del rifiuto, informazioni che vengono poi integrate nel registro di carico e scarico tenuto dalle imprese coinvolte nella movimentazione. Per oltre un quarto di secolo i formulari sono stati tenuti in modalità cartacea utilizzando blocchi di fogli a ricalco prestampati, vidimati (cioè timbrati) dalle Camere di Commercio e compilati a mano dalle imprese obbligate, ma a cavallo tra 2025 e 2026 lo strumento sarà completamente rivoluzionato in chiave digitale.

Come funziona il FIR digitale e la nuova tracciabilità dei rifiuti

Dal 13 febbraio scorso, con l’avvio del registro digitale per le imprese iscritte a RENTRi, i FIR devono essere generati e vidimati esclusivamente online attraverso la nuova piattaforma. Secondo i dati di Ecocerved, la società informatica del sistema camerale, sono già oltre 30 milioni i formulari prodotti in formato digitale. Il processo, però, non è ancora del tutto completato: al momento i FIR devono comunque essere stampati su carta e firmati a mano. La piena digitalizzazione arriverà il 13 febbraio 2026, quando tutti gli utenti iscritti a RENTRi dovranno non solo generare e vidimare, ma anche compilare e firmare i formulari esclusivamente in modalità digitale. Con la digitalizzazione integrale di registri e formulari, RENTRi punta a rendere la tracciabilità dei rifiuti più sicura, rapida e verificabile, eliminando l’uso della carta e permettendo controlli in tempo reale da parte delle autorità. Il nuovo modello promette maggiore trasparenza per lo Stato e una gestione più semplice per le imprese, coniugando transizione verde e trasformazione digitale in linea con gli obiettivi europei e con i principi del Codice dell’Amministrazione Digitale.

RENTRi e FIR digitale: il cantiere tecnologico verso la piena operatività

In vista dello switch di febbraio, il cantiere del FIR digitale è in piena fase operativa.
Da diversi mesi le software house che sviluppano gestionali per imprese e operatori del settore stanno lavorando all’integrazione di API e funzionalità messe a disposizione da Ecocerved già da maggio 2024, così da garantire piena interoperabilità tra i sistemi aziendali e la piattaforma pubblica. È già disponibile sui principali store anche l’applicazione ufficiale del FIR digitale, sviluppata per gli utenti che scelgono i servizi gratuiti di supporto messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).

Nelle ultime settimane il MASE, insieme a Ecocerved e all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, ha incontrato più volte i rappresentanti del settore ICT, gli sviluppatori di software aziendali e le associazioni del mondo produttivo per fare il punto sullo stato di avanzamento e raccogliere feedback tecnici sul funzionamento delle interfacce e sull’usabilità del sistema.
L’obiettivo è arrivare preparati alla scadenza di febbraio, garantendo che tutte le piattaforme informatiche delle imprese siano pienamente compatibili con il RENTRi, per assicurare una transizione fluida e senza interruzioni.

I vantaggi del FIR digitale

La piena digitalizzazione del formulario segna un passaggio epocale nella gestione documentale dei rifiuti, con benefici attesi in termini di tracciabilità, trasparenza e riduzione del rischio di errori o frodi. Dopo il fallimento del Sistri, anni di sperimentazioni e un lungo percorso tecnico e normativo, il FIR digitale diventa il tassello finale di un sistema che punta a rendere più efficiente e controllabile l’intero ciclo dei rifiuti in Italia. Ma la sfida non è solo tecnologica. Per molti operatori, il passaggio dalla tenuta cartacea alla gestione digitale dei registri e dei formulari rappresenta anche una prova di maturità normativa: significa conoscere a fondo la disciplina della tracciabilità, rispettarne le tempistiche e interpretare correttamente gli obblighi previsti.
Una materia complessa, che presenta ancora nodi interpretativi aperti — come quello delle tempistiche di registrazione delle movimentazioni — e che richiede formazione, supporto tecnico e accompagnamento per trasformare l’obbligo digitale in un’opportunità di modernizzazione.

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